Il ministro Paola De Micheli
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VI PREGO di leggere con attenzione questa sintetica esposizione della commedia di Scarpetta Miseria e nobiltà; una commedia simpaticissima e ricca di tanti insegnamenti soprattutto in merito a quanto sia triste la miseria e quanto si è disposti a fare per ridimensionarla, per mascherarla o, addirittura, per ignorarla cercando di sognare.
COMMEDIA…
Il nobile Eugenio ama Gemma, figlia di un cuoco arricchito. Il padre di Eugenio, marchese Favetti, ostacola il matrimonio proprio per le umili origini di Gemma. Eugenio allora si rivolge a Felice, scrivano, e a Pasquale, un altro senza lavoro, i quali con le loro rispettive famiglie si fingono parenti nobili di Eugenio. Le due famiglie sono povere e piene di debiti: la difficile convivenza è resa ancora più drammatica dalla difficoltà nel procurarsi cibo e denaro per pagare la pigione al padrone di casa. Il marchesino Eugenio, vecchio amico di Felice, va a trovarli e racconta il suo dramma: mentre suo padre Ottavio continua a impedirgli di sposare l’amata Gemma, Gaetano, padre di Gemma, sarebbe felice di imparentarsi con dei nobili, ma pretende di conoscere la famiglia prima di dare il suo consenso alle nozze. Il giovane Eugenio ha ideato un piano, e propone dunque che Felice e gli altri impersonino per una sola giornata i suoi parenti: Pasquale vestirà i panni del marchese Ottavio, Felice quelli del principe di Casador, suo zio; Concetta sarà la Contessa del Pero sua zia e Pupella la di lei figlia. I quattro saranno accolti a casa di Gaetano e dovranno convincerlo a dare in moglie Gemma. Alla prospettiva di scroccare un lauto pranzo, tutti accettano. Giungono a casa di Gaetano insieme a Felice, Pasquale, Concetta e Pupella sotto le mentite spoglie dei suoi nobili parenti: il gruppo, cercando di mostrarsi elegante ma cedendo ai costumi rozzi, offre delle scene estremamente comiche che tuttavia riescono a ingannare Gaetano, felicissimo di avere degli ospiti di riguardo, e via via l’ex cuoco si sente sempre più convinto di dare il suo consenso alle nozze. Ad un certo punto i finti parenti di Eugenio, in particolare il padre Pasquale precisa che la dote del figlio è di seicento mila lire e quindi può sposarsi quando e come vuole. Il cuoco Gaetano si meraviglia della enorme dote (seicentomila lire per l’epoca era una dote ricchissima); Pasquale dice «che sono per noi» e il fratello Felice precisa «Chi le ha mai viste» e insieme Pasquale e Felice precisano «noi usiamo sempre solo cheque lunghi così».
… E REALTÀ
Dopo questa sintetica illustrazione della commedia di Scarpetta, riporto di seguito delle dichiarazioni rilasciate la settimana scorsa dalla ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli. L’articolo aveva il seguente titolo – Sud, il Piano per treni e strade – e i seguenti sotto titoli: Alta velocità e strade al Sud priorità nel Piano Nazionale 200 miliardi in 10 anni Già individuate le infrastrutture strategiche a settembre presenteremo il cronoprogramma in particolare, rispondendo a una serie di domande, tra cui se fossero necessarie altre risorse, la ministra ribadiva: «Sì, ma oltre alle risorse l’obiettivo è anche tagliare i tempi e far crescere il Prodotto interno lordo e l’occupazione: abbiamo un programma di 200 miliardi che è Italia Veloce, coperto da risorse nazionali per 130 miliardi nei prossimi 15 anni.
Grazie al piano che presenteremo a Bruxelles, alle risorse europee e al decreto Semplificazione, potremo mettere a terra queste opere in 10 anni. Ed è questa la novità più importante, con il Mezzogiorno che ovviamente avrà, come le altre aree svantaggiate, la priorità».
Ho trovato nelle dichiarazioni della ministra una forte similitudine con l’intera commedia di Scarpetta, cioè di fronte alla carenza di risorse siamo disposti anche a descrivere un mondo felice, una storia ricca di positività, ricca di risorse che anche se non ci sono però potrebbero esserci. Poche settimane fa, infatti, ho ricordato alla ministra De Micheli che i 130 miliardi di euro non sono disponibili e ho anche ribadito che sicuramente i responsabili di una simile svista sono i suoi consiglieri. Ebbi modo anche di precisare che, in base all’articolo 2 comma 2 del decreto legislativo 93 del 2016 che riporto di seguito, il nostro bilancio ormai si articola “per cassa” e non più “per competenza”, quindi le uniche risorse disponibili nel triennio 2020-2022 per il comparto delle infrastrutture non superano i 5- 6 miliardi di euro.
COSA DICE LA LEGGE
Art. 2 Leggi di spesa pluriennale 1. I commi 1 e 2 dell’articolo 30 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, sono sostituiti dai seguenti: «1. Le leggi pluriennali di spesa in conto capitale quantificano la spesa complessiva e le quote di competenza attribuite a ciascun anno interessato. Ai sensi dell’articolo 23, comma 1-ter, con la legge di bilancio le suddette quote sono rimodulate in relazione a quanto previsto nel piano finanziario dei pagamenti. In apposito allegato al disegno di legge di bilancio è data apposita evidenza delle rimodulazioni proposte. 2. Le amministrazioni centrali dello Stato possono assumere impegni nei limiti dell’intera somma indicata dalle leggi di cui al comma 1. I relativi pagamenti devono, comunque, essere contenuti nei limiti delle autorizzazioni annuali di bilancio. Le somme stanziate annualmente nel bilancio dello Stato, relative ad autorizzazioni di spese pluriennali, non impegnate alla chiusura dell’esercizio, con l’esclusione di quelle riferite ad autorizzazioni di spese permanenti, possono essere reiscritte, con la legge di bilancio, nella competenza degli esercizi successivi in relazione a quanto previsto nel piano finanziario dei pagamenti, dandone evidenza nell’apposito allegato di cui al comma 1».
UE: ERRORI NON AMMESSI
Se la ministra De Micheli dovesse dubitare ancora delle mie precisazioni può chiedere un parere al ministro Gualtieri e così eviteremo di dare un quadro finanziario inesatto in sede comunitaria, dove questi dati sono noti da sempre. Tra l’altro nasce spontanea una domanda: se davvero disponessimo di 130 miliardi di euro, come mai dal 6 settembre 2019 a oggi, data di insediamento nel ministero delle Infrastrutture e dei trasporti della ministra De Micheli, non sia partita alcuna nuova opera (ripeto perché sembra incredibile: “non sia partita nessuna nuova opera”).
Sono stati assicurati solo i pagamenti di Stati di avanzamento lavori di interventi partiti nel 2011 e nel 2013 come la linea ferroviaria AV/AC Napoli-Bari, gli assi viari Agrigento-Caltanissetta e Olbia-Sassari e sono stati consegnati i lavori di un lotto della strada 106 Jonica approvata da oltre cinque anni. Avrò forse dimenticato qualche altro Stato avanzamento lavori, ma una cosa è certa: dei 130 miliardi non ho trovato traccia. Nella definizione del Recovery Plan di ottobre non sono ammessi errori, non sono ammessi equivoci tra il concetto di “disponibilità” e quello di “programmato”; non sono ammesse distinzioni tra “lire” e “cheque”.
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