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Una elaborazione del Ponte sullo Stretto

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Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo in un convegno a Ceglie Messapica, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Vogliamo un’alta velocità di rete per tutto il Sud e per la Sicilia. Quando completeremo il piano ferroviario si porrà il problema dello Stretto di Messina.

A Genova abbiamo appena realizzato un ponte bellissimo. Sullo Stretto dobbiamo pensare a un miracolo di ingegneria, una struttura ecosostenibile, leggera, compatibile con la tutela dell’ambiente. Se del caso anche sottomarina”.

Questa dichiarazione ha fatto sì che due importanti quotidiani nazionali come “Corriere della Sera” e “La Repubblica” riportassero rispettivamente i seguenti titoli: “Conte: vaccino non obbligatorio. Tunnel per lo Stretto di Messina” e “Conte molla il ponte. Per lo Stretto spunta il tunnel sottomarino”.

In realtà il Presidente Conte ha ripetuto ciò che già aveva detto in occasione degli Stati Generali un mese prima; in fondo è stata a mio avviso una decisione tattica utile per evitare la creazione di gratuiti schieramenti e penso sarebbe stato utile che coloro che sono vicini al Presidente lo avessero informato di quanto, in oltre quaranta anni di storia, si sia fatto prima di arrivare alla scelta della soluzione “ponte” e di quanto si sia fatto dopo, proprio in termini di ecosostenibilità e di compatibilità con la tutela dell’ambiente.

Non voglio elencare la Società americana Steinman prima incorporata poi dalla Parsons, la Società Price Water House, l’Università Bocconi di Milano che negli anni hanno supportato la scelta ponte rispetto ad altre soluzioni.

IL PROGETTO

Non voglio elencare le motivazioni tecniche ed economiche che hanno portato, dopo tante verifiche, dopo tanti confronti e dibattiti, tutti disponibili e documentati, alla approvazione definitiva del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Non voglio elencare la serie di verifiche effettuate dalla Unione Europea per l’inserimento di tale intervento tra le opere delle Reti Trans European Network (TEN – T), verifiche effettuate dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI) nel ruolo di garante delle Reti TEN – T; nel 2004 l’opera fu approvata dalla Commissione e dal Parlamento europeo e con tale approvazione rientrò tra quegli interventi che avrebbero potuto beneficiare di un contributo della Unione Europea fino al 20%.

LA GARA

Ritengo utile ancora ricordare che nel 1981 fu costituita per legge la Società Stretto di Messina S.p.A,, concessionaria per Legge della progettazione, della realizzazione e dell’esercizio dell’attraversamento stabile stradale e ferroviario tra la Sicilia e il Continente. Gli azionisti della Società erano l’IRI, le Ferrovie dello Stato, l’ANAS e le due Regioni Sicilia e Calabria. Tale Società effettuò una gara internazionale per la progettazione e la realizzazione dell’opera; una gara vinta dalla Società Eurolink (tra l’altro in tale Società riferimento portante era la stessa impresa che ha realizzato ultimamente il ponte di Genova). La progettazione fu così portata avanti e praticamente conclusa.

Non possono non ricordare che con la Legge 221/12 venne disposto che Stretto di Messina S.p.A. ed il general contractor Eurolink avrebbero dovuto stipulare un atto aggiuntivo al contratto vigente, alla luce della corrente situazione economico finanziaria italiana. Tale accordo doveva essere sottoscritto entro il 1º marzo 2013, pena la caducazione di tutti i rapporti di concessione, le convenzioni ed ogni altro rapporto contrattuale stipulato da Stretto di Messina e la messa in liquidazione della società stessa. Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, il 15 aprile 2013, Stretto di Messina S.p.A. venne posta in liquidazione con la nomina di un Commissario Liquidatore.

Il Governo Monti, con il Disegno di Legge di Stabilità, convertito in legge il 17 dicembre 2012, accantonò la somma di 300 milioni “per fare fronte agli oneri derivanti dalla mancata realizzazione di interventi per i quali sussistano titoli giuridici perfezionati alla data di entrata in vigore della presente legge (in particolare si tratta delle penalità contrattuali per la mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto)”. In particolare, il Consorzio Eurolink e Parsons che avevano vinto le gare d’appalto internazionali per la realizzazione dell’opera hanno avviato un’azione risarcitoria per l’importo complessivo di 790 milioni (più interessi e rivalutazione).

LE AMNESIE

Forse prima di anticipare ogni ipotesi, prima di avviare nuovi approfondimenti e nuovi studi sarebbe stato utile che, ripeto, qualche consigliere del Presidente avesse raccontato in termini oggettivi e non di parte la lunga storia di un progetto che proprio per la sua storia e per la sua istruttoria supera la dimensione regionale, supera la dimensione nazionale e si configura, a tutti gli effetti, come intervento strategico comunitario. A tale proposito ricordo sempre che in una prima votazione della proposta del progetto ponte all’interno delle Reti TEN – T il Parlamento europeo sollevò, su proposta di un parlamentare siciliano, delle osservazioni che avrebbero potuto comprometterne la approvazione; intervenne fortunatamente il Commissario Van Miert che in Parlamento europeo ribadì: “Abbiamo realizzato un collegamento stabile tra Malmö (Svezia) e Copenaghen (Danimarca), un collegamento di 21 Km, 7 in mare, 7 in un’isola artificiale, 7 di nuovo in mare, per collegare una realtà di 5 milioni di abitanti con una di 6 milioni e non consentiamo il collegamento stabile tra una realtà di 6 milioni di abitanti ed una di 54 milioni fra loro distanti solo 3 chilometri”.

Questa è la storia, questa l’ampia documentazione che non credo il Governo possa sottovalutare, possa dimenticare; perché, tra l’altro, dimenticherebbe sia passaggi tecnici determinati come quelli forniti a scala internazionale e nazionale, sia passaggi economici forniti da primari organismi nazionali e comunitari, sia passaggi istituzionali quali quelli prodotti dalle due Regioni Calabria e Sicilia, sia dalla Conferenza Unificata Stato Regioni.

Tutto questo materiale, tutta questa lunga documentazione è disponibile ed è priva di schieramenti ideologici per cui se davvero si volesse realizzare il collegamento stabile si potrebbero fra soli sei mesi aprire i cantieri, invece le parole del Presidente Conte: “dobbiamo pensare a un miracolo di ingegneria, una struttura ecosostenibile, leggera, compatibile con la tutela dell’ambiente. Se del caso anche sottomarina” denunciano chiaramente che quella del ponte non è una tematica da affrontare in questa Legislatura. Peccato perché questa era l’unica proposta che rispondeva ai parametri imposti dalla Unione Europea per accedere al Recovery Fund:
Intervento condiviso a scala comunitaria (approvazione Reti TEN – T) del 2004 e 2013.

Intervento avviabile a realizzazione entro il 2021

Intervento supportato da un dettagliato crono programma.

Intervento ecocompatibile.

Vorremo vedere quali interventi il Governo italiano sarà in grado, entro il 15 ottobre, di sottoporre alla Commissione Europea all’interno del Recovery Plan. Sarebbe davvero preoccupante e triste per il Mezzogiorno e per il Paese se il ricorso al rinvio fosse solo legato alla paura di uno scontro interno, alla paura di incrinare ulteriormente gli equilibri di una maggioranza che sa benissimo che la scelta giusta non è accettata proprio da alcuni membri dell’attuale compagine, devo essere sincero, tutto ciò preoccupa davvero perché contrasta con i canoni tipici che caratterizzano la crescita di un Paese, canoni che non accettano preconcetti.


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