Il progetto del Ponte dello Stretto
3 minuti per la letturaDopo il ponte, il tunnel. Una storia di partenze e frenate che dura da 28 anni si arricchisce di un nuovo capitolo con l’annuncio del premier Conte di un progetto per attraversare lo Stetto di Messina passando sotto e non sopra il mare.
«Non posso dire faremo il ponte sullo Stretto, non ci sono i presupposti – ha dichiarato ieri Giuseppe Conte da Ceglie Messapica all’evento La Piazza – Dobbiamo prima realizzare l’alta velocità di rete in tutta la Calabria e poi in Sicilia, ma dobbiamo porci il problema di questo collegamento. Ci sono miracoli di ingegneria, ne abbiamo realizzato uno a Genova. Sullo Stretto dobbiamo pensare a un miracolo di ingegneria. Una struttura ecosostenibile, leggera, che tuteli l’ambiente, anche sottomarina».
Gli ha fatto eco la ministra dei Trasporti Paola De Micheli: «Presenteremo la nostra proposta in sede di Recovery Fund per completare il collegamento tra Messina e Reggio Calabria», ha detto a margine della sottoscrizione a Verona di due protocolli d’intesa per la realizzazione dell’alta velocità Verona-Vicenza.
«Abbiamo avuto una proposta – ha spiegato – da parte di un gruppo di ingegneri che ci ha sottoposto questa ipotesi del tunnel sottomarino al posto del ponte. Stiamo facendo tutte le analisi tecniche del caso perché quella è un’area sismica, un’area vulcanica. Quindi, come il Presidente Conte sa, abbiamo avviato le analisi, perché noi teniamo in grande considerazione la progettualità spontanea, soprattutto se si tratta di un’opera tanto discussa negli ultimi 20 anni e di cui s’è detto di tutto».
«Perciò – ha quindi annunciato la ministra – presenteremo la nostra proposta. Intanto finanziamo l’alta velocità in tutta la Sicilia e finanziamo l’alta velocità tra Reggio Calabria e Salerno, che in termini temporali sono attività che noi possiamo sviluppare con molto anticipo».
Dichiarazioni accolte con pochissimo entusiasmo da Italia Viva. «Comprendiamo la necessità di mediare tra Pd e 5S – si legge in una nota diffusa dal presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone –, tuttavia sfuggono a Conte due questioni fondamentali. La prima è che il sistema di infrastrutture di cui parla il presidente saranno utili al Paese solo quando Sicilia e Calabria diverranno la piattaforma logistica europea nel Mediterraneo e questo non potrà avvenire senza il ponte. La seconda è che rinviare questo progetto, ipotizzando tunnel o altre fantasiose soluzioni, significa allontanare il rilancio del Meridione ancora una volta e di almeno altro 20 anni».
Dello stesso avviso il governatore della Sicilia Nello Musumeci: «Sarebbe utile capire se il presidente del Consiglio sia dotato di un progetto di massima e se il piano abbia avuto un consenso di carattere tecnico. Volendo pensare male si può credere che il tunnel sottomarino sia una comoda trovata per mettere a tacere il coro sempre più robusto di quanti chiedono il Ponte sullo Stretto e di rinviare ulteriormente il tavolo di confronto sul tema».
L’ipotesi del tunnel sembra essere “smontata” anche dai tecnici. «Le motivazioni per cui l’ipotesi di un tunnel fu a suo tempo, 20 anni fa, accantonata rispetto al ponte, ovvero la zona altamente sismica e il problema delle correnti marine molto forti, restano tutt’oggi», ha spiegato all’Ansa il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri Armando Zambrano. Seppur «meno impattante dal punto di vista ambientale», sembra un’ipotesi «poco percorribile», osserva il presidente del Consiglio degli ingegneri, ricordando che invece il ponte è «realizzabile anche nell’immediato e avrebbe un’iconicità molto forte anche nel rilanciare l’ingegneria italiana».
«Rimettere in discussione il progetto, dopo che il dibattito è durato per oltre cinquantanni e si era giunti con il governo Berlusconi al progetto esecutivo – ha commentato il senatore di Forza Italia Marco Siclari –sarebbe una follia. Che il governo dica chiaramente che non è favorevole al Ponte, ma non si giochi sul presente e sul futuro dei meridionali come si è fatto per decenni».
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