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La promessa è quella di una rivoluzione. Il fatto è che il decreto Semplificazione è stato approvato con la formula “salvo intese”, lasciando quindi aperto il varco a modifiche anche sostanziali prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Che la maggioranza sia arrivata in Cdm senza un accordo non è un mistero. E il premier Giuseppe Conte non ha nascosto la difficoltà di far convergere quattro forze politiche e la sensibilità dei singoli ministri.
Ma questo non ha impedito a Conte di celebrare la «madre di tutte le riforme» come «il trampolino di cui l’Italia ha bisogno per il rilancio». Il decreto costituisce anche la base del Recovery plan italiano su cui il governo chiederà i fondi comunitari del Nex Generation Eu. «Agli Stati Generali dell’economia è arrivato un appello corale a ridurre le burocrazie e far correre il Paese. Noi – ha affermato il presidente del Consiglio – siamo sempre convinti di questa priorità e l’abbiamo realizzata con un decreto che semplifica, velocizza, digitalizza, sblocca una volta per tutte i cantieri e gli appalti», offrendo «una strada a percorrenza veloce. Alziamo il limite di velocità dell’Italia che deve correre, ma al contempo rafforziamo i presidi di legalità, gli autovelox».
LE OPERE PRIORITARIE
Conte ha annunciato il via libera ad un’elenco di 130 opere strategiche per circa 200 miliardi, “Italia veloce”, individuate dal Mit, cui si ne aggiungono altre proposte dai diversi ministeri. Per alcune è previsto un iter veloce e tra queste il premier ha citato l’alta velocità di rete per la Salerno-Reggio Calabria, e la Palermo-Catania-Messina, l’alta velocità Pescara-Roma e Pescara-Bari, Genova-Ventimiglia e Venezia-Trieste, la Gronda, la 106 Ionica, la Ragusana. Sulla lista delle 130 opere strategiche pare si sia consumato un “giallo”, in quanto il Mit ha mantenuto il riserbo fino all’ultimo. «Diamo poteri regolatori a tutte le stazioni appaltanti – ha detto Conte – non serve necessariamente un commissario per procedere velocemente ma prevediamo che in casi complessi sia possibile nominare commissari sulla scia di Expo e del Ponte Genova». Le opere che verranno affidate ai commissari sono circa 50, tra quelle nella lista del Mit e degli altri dicasteri.
L’ETERNA ATTESA
Il Sud compare nell’elenco delle opere prioritarie, gli si riconosce in qualche modo un interesse prioritario, ma proiettato nel futuro. Infatti, scorrendo l’elenco delle opere di “Italia Veloce”, nel Mezzogiorno di cantieri da velocizzare ci solo quelli dell’asse ferroviario ad alta velocità Napoli-Bari, già aperto. Per gli altri, anche se alcuni risultano finanziati, si resta alla fase progettuale, come per i collegamenti tra Roma/Napoli e la Calabria-Basilicata-Puglia meridionale, per cui il piano del Mit prevede un nuovo macro studio di fattibilità. Un cambio di passo si otterrebbe attraverso il ricorso a un progetto integrato d’impresa, selezionando un consorzio cui affidare l’esecuzione completa dei lavori, come avvenuto con l’alta velocità del Nord.
Intanto, il ministro per Sud, Giuseppe Provenzano, ha sottolineato che «il “Piano Sud” è entrato nel Pnr e che il Fsc 2021-2027 passa dallo 0,5% allo 0,6% del Pil, per un totale di oltre 73 miliardi cui si aggiungeranno le risorse dell’Europa e il Green Deal, per le quali si applicherà il 34%, ma le risorse aggiuntive anche nazionali devono essere davvero aggiuntive». Nel frattempo, ancora una volta, l’Italia che corre per ora resta quella del Nord, dove i cantieri sono già avviati. Per Sud la corsa comincerà tra un po’. Forse.
APPALTI
Il decreto ridisegna la procedura per gli appalti: la soglia per l’affidamento diretto passa da 40 a 150mila euro; sono previste procedure negoziate entro la soglia europea, ovvero fino a 5,2 milioni, sopra «la regola resta la gara ma con un’abbreviazione dei termini salvo ci sia causale Covid e in questo caso si procede con la procedura negoziata e gli inviti», ha spiegato Conte.
IL CONTENZIOSO
Nuove regole per evitare lo stop ai lavori per via del contenzioso: le stazioni appaltanti, ha spiegato il premier, avranno l’obbligo di procedere comunque, salvo che non intervenga un provvedimento del giudice che espressamente blocca la stazione appaltante. È previsto anche anche un collegio dei tecnici per prevenire liti e risolvere dispute tecniche.
L’ABUSO D’UFFICIO
Il reato di abuso d’ufficio resta, ma la “sindrome della firma” trova un rimedio perché la «fattispecie criminosa» viene circoscritta alla violazione della legge o atti assimilabili.
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