Il porto di Gioia Tauro
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Quattro cose da fare subito! Così la campagna che ha iniziato il nostro quotidiano ieri. La prima cosa da fare sarebbe di partire con gli investimenti pubblici. In particolare fare un elenco di quelli che si possono realizzare, partendo dall’alta velocità al Sud. Sembrerebbe tale priorità dettata solo da una voglia di perequare il territorio e dare gli stessi diritti di cittadinanza a tutti, anche nel diritto al trasporto. Ma in realtà questo diritto in Italia non lo hanno tutti allo stesso livello. Se uno abita sulle Dolomiti ha una possibilità di movimento inferiore rispetto a chi abita a Milano.e nessuno pensa di costruire una linea di alta velocità ferroviaria per raggiungere da lì un grande centro, anche se con il decreto rilancio sono stati destinati 2 miliardi per la Bergamo -San Candido, per quelle Olimpiadi, che dovevano essere a costo zero per il Paese.
TEMPI DI PERCORRENZA
Quindi se qualcuno avesse in Calabria tempi di percorrenza per raggiungere un grande centro superiori a chi abita in Toscana non sarebbe scandaloso. Invece la logica é un’altra ed é solo economica: il nostro Paese ha la fortuna di essere a forma di uno stivale che si protende verso l’Africa, con la Sicilia che é a 100 chilometri dalla Tunisia. Tanto che nei giorni limpidi da Pantelleria si sorgono le coste tunisine. E lo sanno bene i Nord africani che arrivano in surf o in barchini improvvisati. L’unico che sembra non saperlo é il nostro Governo e la nostra classe dirigente che consente a Mario Monti, complici tutti i partiti che lo appoggiavano, di cancellare il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, che doveva servire a fare arrivare quell’alta capacità/ velocità ferroviaria che congiungendosi con la linea in funzione che parte da Salerno avrebbe potuto collegare Berlino ad Augusta e quindi a Hong Kong tramite la piattaforma italica. Ed il Paese negli ultimi cinquant’anni non si é attrezzato per sfruttare la posizione geografica che ne fa una piattaforma logistica nel Mediterraneo, proiettata verso Suez.
Quindi ci troviamo a due passi da Canale di Suez raddoppiato ma non ne utilizziamo il vantaggio. Nel frattempo il Mondo va a velocità supersonica.
Qualche giorno fa La HMM Algeciras, la più grande nave portacontainer al mondo, ha concluso il suo viaggio inaugurale a Londra.
LA HMM ALGECIRAS
Partita il 26 aprile dal porto di Qingdao nella provincia dello Shandong, in Cina orientale, lunga 399,9 metri, ha una larghezza massima di 61,03 metri e una superficie di oltre 24.000 metri quadrati, circa le dimensioni di tre campi e mezzo di calcio regolamentari. La HMM Algeciras può trasportare circa 200 container in più rispetto alla precedente nave portacontainer più grande. A pieno carico, tutti i 24.000 container, se posti in fila, raggiungerebbero una lunghezza totale di 150 chilometri. La nave prima di raggiungere Londra ha navigato verso Busan con 4.560 TEU di prodotti chimici, meccanici ed elettrici e prodotti alimentari non di base.
I porti nella rotazione della nave portacontainer sono stati anche Ningbo, Shanghai, Yantian, il canale di Suez, Rotterdam, Amburgo e Anversa. Ha viaggiato ad una velocità massima di 12,9 nodi e una velocità media di 10,9 nodi. Questa la notizia che riportano le agenzie del 16 giugno scorso. Tutti i numeri sono impressionanti: dalla lunghezza dei container messi uno dietro l’altro, alla dimensione di tre campi di calcio della tolda, alla velocitá.
I TRAFFICI
Ma quello che é veramente impressionante é che nel Mediterraneo lungo le coste del Nord Africa si concentra attualmente il 19% del traffico mondiale. Per capire di cosa stiamo parlando i numeri sono importanti. Nei porti che si affacciano sul Mediterraneo transitano ogni anno 2 miliardi di tonnellate di merci: i primi 30 scali nel 2015 hanno movimentato 48 milioni di teu. L’incremento di questi trasporti negli ultimi 20 anni è stato esponenziale (+ 425%) se si tiene conto che nel 1995 erano stati 9,1 milioni. Ed il nostro Paese si é trovato impreparato ad intercettare tali traffici, dimostrando la mancanza di visione che abbiamo avuto.
L’ASSURDO
Invece di potenziare i porti più vicini a Suez, come Augusta, Catania, Palermo, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Napoli abbiamo lasciato che gli altri da Atene a Tangeri si attrezzassero. Noi abbiamo lasciato Augusta con il suo inquinamento, aspettando la verità e le bonifiche da oltre mezzo secolo. Situazione molto simile a Taranto come abbiamo appreso dalle cronache sulla ex Ilva. Un Mezzogiorno che é servito da discarica per le produzioni inquinanti, e che poi é stato abbandonato a se stesso.
E adesso ci ritroviamo a dover correre per recuperare il ritardo accumulato; il rischio é di rimanere emarginati dai grandi traffici internazionali pur essendo geograficamente centrali. E di perdere migliaia di posti di lavoro che invece sono stai creati nei retro porti di Anversa o Rotterdam.
URGENZA NON PERCEPITA
Questo é il motivo dell’alta velocità/ capacità al Sud. Ma non mi pare che questa urgenza sia stata percepita se ancora Leu o i 5 stelle disquisiscono su ponte si, ponte no, come se il problema fossero quei tre chilometri di mare e non di completare la lunga linea ferrata per arrivare ad Augusta, davanti al canale di Suez, ed intercettare una parte dei traffici.
Mentre l’Europa, che sa bene quanto sia rischioso ed inquinante, da un punto di vista ambientale, far viaggiare questi giganti per lunghi tratti, ci raccomanda di far presto, magari mettendoci a disposizione le risorse per completare la rete. Speriamo che il nostro Paese riuscirà a recuperare il tempo perduto ed a far partire il progetto che ci farebbe diventare i protagonisti del Mediterraneo e non continuare a rimanere ai margini dei traffici, periferia del mondo.
IL CASO DELLE ZES
E riuscire dopo gli Stati generali ad avere una visione per l’Italia 2030. O continueremo a pensare alle prossime elezioni o alle parole in libertà di Di Battista? Dobbiamo essere ottimisti certo, ma anche pretendere risposte concrete.
Peraltro le Zes potrebbero costituire delle realtà di retroporto, dove procedere alla trasformazione dei prodotti che arrivano dalla vicina Cina, niente di diverso di quello che fanno a Rotterdam, creando migliaia di posti di lavoro.
La logistica é uno dei driver che sempre Adriano Giannola e la Svimez hanno individuato come uno dei pilastri sui quali fondare lo sviluppo del nostro Paese con la valorizzazione della piattaforma logistica che il fato ci ha donato insieme alle coste ed al mare. Ma come dice qualcuno tutto quello che non si paga si pensa non abbia valore .
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