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Il bonus libri copre appena 14 studenti su 100 e resta insufficiente per molte famiglie. Testi gratuiti in Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta. Penalizzate Calabria, Campania e Sicilia
PARLIAMO delle basi, di strumenti (qualcuno li chiama “oggetti”) come i libri di testo scolastici, indispensabili per rendere effettivo ed uniforme non solo il diritto allo studio costituzionalmente garantito dall’art. 34 della nostra Carta, ma anche quello fondamentale dell’uguaglianza dei cittadini e quindi anche dei minori, sancito dall’articolo 3. Strumenti – e diritti – che, lontani dall’essere universalmente garantiti, risultano indeboliti se non annullati da una “regionalizzazione” cronica e sufficientemente confusa in quanto a entità e modalità di accesso (e che l’autonomia differenziata sulla quale siamo avviati non farebbe che rafforzare). E che, così come sono concepiti, producono e accentuano nuove e vecchie disparità tra le generazioni in formazione (dati Ministero dell’Istruzione, Istat e Invalsi), favorendo povertà educative, abbandoni precoci (il tasso nazionale è del 12,7% ma in Sicilia al 21,1%, Puglia al 17,6, Campania al 16,4% e Calabria al 14%) dispersione scolastica diretta (secondo Eurispes, solo il 41,8% dei docenti di elementari e medie non ha mai riscontrato abbandoni scolastici) e indiretta.
Quest’ultima, secondo i dati Invalsi degli ultimi anni, più difficile da individuare per le statistiche, ma che rappresenta la quota sempre meno trascurabile di studenti che conseguono il diploma senza raggiungere nemmeno lontanamente i livelli di competenza minimi attesi dopo tredici anni di scuola. Il tutto con percentuali a tutto svantaggio del Sud.
L’INDAGINE SUL BONUS LIBRI
Quella sul cosiddetto “Bonus libri scolastici”, effettuata dalla Scuola di Cittadinanzattiva, in collaborazione con il Quotidiano del Sud – che ne anticipa oggi i risultati – parla chiaro e lo fa attraverso dati di ordine demografico e reddituale raccolti per la prima volta in modo sistematico attraverso una vera e propria giungla di requisiti e scadenze per l’accesso stesso alla misura. In generale, secondo l’analisi, a fronte di una spesa media per i libri scolastici che si aggira sui 500 euro l’anno e che supera i 680 euro per chi frequenta il primo anno di liceo – quando oltre ai libri di testo vanno acquistati anche i dizionari – appena 14 studenti su 100 hanno avuto accesso nell’anno scolastico in corso al bonus erogato da Regioni e Comuni, sulla base di un finanziamento statale di appena 133 milioni. Su una platea generale di 4.152.491 mila, a riceverlo sono stati appena 589.196 studenti appartenenti a famiglie con un reddito inferiore a 15.493,71.
Non è tutto, però. Il tetto Isee per accedere al contributo – in assoluto ancora troppo basso – viene stabilito autonomamente dalle Regioni e dai Comuni che, se in alcuni casi possono aggiungere ulteriori fondi, contribuiscono a generare un diritto allo studio a più velocità. Stessa variegata situazione riguardo le scadenze per presentare la richiesta: il range temporale di presentazione delle domande per accedere al bonus, infatti, varia ancora una volta e di molto da regione a regione e, in alcuni casi, come la Sardegna, da comune a comune.
IL CONTRIBUTO STATALE: IL BONUS LIBRI
Ma andiamo con ordine. L’articolo 27 della legge 23 dicembre 1998 n. 448 prevede un contributo regionale – con risorse statali – finalizzato alla copertura, totale o parziale, delle spese per l’acquisto dei libri di testo per gli studenti meno abbienti frequentanti le scuole dell’obbligo e secondarie di secondo grado sui rispettivi territori. Ebbene, a copertura di questa spesa – per l’anno scolastico 2023/2024 – con Decreto Direttoriale 2023 della Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’orientamento scolastico del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, è stata ripartita tra le Regioni, come visto, la somma complessiva di 133 milioni di euro.
Una cifra non solo esigua in assoluto, ma che si scontra come visto con i metodi di ripartizione regionali e le fasce Isee di accesso molto diversificate territorialmente. Sono infatti le singole Regioni che definiscono, ciascuna autonomamente, i requisiti (fasce Isee, appunto) per beneficiare del bonus libri, come anche le modalità e la scadenza per la presentazione delle domande. I Comuni, a loro volta, erogano i contributi, ad eccezione della Lombardia, unico caso in cui le domande vanno presentate direttamente alla regione così come l’erogazione del contributo viene effettuata dallo stesso ente, senza passare per i Comuni.
REDDITI FAMILIARI E DISPARITÀ TERRITORIALI
La fotografia che ne viene fuori è la seguente: se le famiglie meno abbienti, ossia con un reddito inferiore ai 15.493.71 euro l’anno, rappresentano il 13,4% a livello nazionale, le percentuali salgono sensibilmente nel Mezzogiorno, con punte del 25,6% in Campania, 24,1% in Abruzzo, oltre il 20% in Calabria e Sicilia (secondo gli ultimi dai Istat 2020). Ma a fronte di tale disparità di partenza, la fascia Isee per accedere al bonus varia da regione a regione: la Basilicata e la Sardegna fissano la soglia più alta di Isee in 20mila euro, riuscendo ad allargare così la platea dei beneficiari; Abruzzo, Lazio ed Umbria la fissano ad un tetto massimo di 15.493,71 euro; poco più (15.748,78 euro) in Toscana, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Molise e Veneto (queste ultime tre però prevedono un contributo maggiore per chi ha un Isee inferiore ai 10.632,94 euro). A seguire, il Friuli Venezia Giulia dove possono accedere al contributo le famiglie con un Isee fino a 14.000 euro. Stesso tetto per la Puglia dove però per le famiglie con 3 o più figli l’Isee può arrivare a 14mila euro; la Campania scende a 13.300 euro, ma con un maggiore contributo per chi ha meno di 10,633 euro; in Sicilia accedono al bonus le famiglie con Isee fino a 10.632,94euro.
“Caso Calabria”: qui il tetto massimo per accedervi – di soli 6.000 euro Isee fino allo scorso anno – è stato innalzato a 15.748,78 euro grazie ad un provvedimento destinato a 36mila studenti calabresi per 16 milioni di euro, deliberati dalla Giunta regionale a valere sul programma regionale Fesr–Fse+ 2021-2027 per gli anni scolastici 2022/2023 e 2023/2024. Per le famiglie e gli studenti della Liguria, troviamo una situazione ben più favorevole: qui è previsto un rimborso con percentuali tra il 50 e il 60% della spesa sostenuta, a copertura di tutte le fasce di Isee fino a 50mila euro; dal secondo figlio in poi, la soglia si abbassa per permettere una percentuale di rimborso più elevato e comunque una priorità in graduatoria se l’Isee non supera i 15mila euro. Fuori classifica, ma in positivo, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta: in queste regioni i testi scolastici sono forniti in maniera gratuita a tutti gli studenti di scuole medie e superiori.
“L’indagine evidenzia come il ricorso al bonus libri sia importante e necessario per le famiglie anche se insufficiente, considerato il costo complessivo che queste devono affrontare annualmente per l’acquisto di libri e materiali didattici, il cui importo è almeno 3-4 volte superiore a quello del bonus. Attualmente, molte vengono escluse economicamente dalla fascia Isee considerata, con un valore che varia da regione a regione”, dichiara Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva che avanza alcune proposte. “Lo Stato dovrebbe porsi l’obiettivo di garantire, progressivamente, la gratuità dei libri di testo per la scuola dell’obbligo. Ciò rappresenterebbe una scelta di fondamentale importanza per il superamento delle disuguaglianze sociali ed economiche di migliaia di minori, per garantire loro l’effettiva esigibilità del diritto allo studio, come deterrente alla dispersione e come incentivo allo studio”.
LE RICHIESTE
In attesa che l’orientamento statale sia quello di rafforzare e rendere effettivo il diritto allo studio su tutto il territorio nazionale, le ipotesi da mettere sul tavolo che emergono dallo studio dei dati potrebbero riguardare:
- detrazioni fiscali per le spese sostenute per l’acquisto dei testi scolastici, come avviene per le spese sanitarie;
- fasce Isee uniformi su tutto il territorio nazionale, adottando un tetto comune, ad esempio, fissato a 15.748 euro come nella maggior parte delle regioni;
- potenziamento del cosiddetto “welfare studentesco”, rafforzando misure come l’accesso gratuito ai testi digitali anche grazie al coinvolgimento di enti locali e privati per l’acquisto di libri, dizionari, materiali didattici e digitali;
- scadenze uniformi per la presentazione del bonus, garantendo così maggior chiarezza e facilitando l’accesso nei tempi previsti.
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