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Loredana Bracchitta

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È il primo nome pesante a finire nel registro degli indagati nell’affaire A2A-Aeb. Loredana Bracchitta, presidente di Ambiente energia brianza spa (Aeb), è indagata dalla Procura di Monza per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

La notizia è emersa dalla relazione finanziaria semestrale di A2A, colosso dell’energia da 7 miliardi di fatturato e socio privato dell’Azienda partecipata dal Comune di Seregno (città alle porte di Milano), con cui AEB si è unita in una fusione che recentemente è stata bocciata dal Consiglio di Stato. Il nome di Bracchitta è il più pesante uscito fino ad ora, ma presto potrebbero aggiungersene altri.

Nel frattempo la manager ha fatto sapere al Quotidiano del Sud tramite il suo ufficio stampa che al momento non ha alcuna dichiarazione da rilasciare alla stampa, ma il suo non è un nome qualunque, né può essere presa sottogamba la notizia delle indagini.

Perché si parla di una fusione da mezzo miliardo di euro di due aziende controllate di fatto da aziende pubbliche: A2A è partecipata dai Comuni di Milano e Brescia e negli ultimi mesi è stata protagonista di una campagna di acquisizioni e fusioni con realtà minori come Aeb, a loro volta partecipate di enti pubblici, che le hanno creato più di un grattacapo.

Un esempio è proprio con la municipalizzata di Seregno e la lotta intrapresa da alcuni politici locali contro la fusione. Esposti e denunce sono partite da tempo e così di grado di giudizio in grado di giudizio si è arrivati al Consiglio di Stato, il supremo tribunale amministrativo italiano, che ha bocciato definitivamente l’operazione.

Ma mentre procedevano le cause di fronte ai magistrati contabili, anche i loro colleghi ordinari si muovevano: così la Procura di Monza già da mesi stava indagando su quanto succedeva all’ombra dei colossi dell’energia lombardi e a luglio aveva disposto perquisizioni e acquisizioni di documenti sia negli uffici comunali che a casa di Bracchitta.

Ora dalla relazione semestrale di A2A esce la conferma dell’iscrizione nel registro degli indagati. Informazione con una postilla: sarebbe indagata “con altri”. Per ora dal Comune di Seregno smentiscono che sia il sindaco Alberto Rossi o qualche altro esponente politico o amministrativo, ma i dubbi restano: se Bracchitta è accusata di corruzione, qualcuno dovrà essere vittima o responsabile della presunta corruzione. E visto che l’indagine si occupa della fusione da mezzo miliardo, o si parla di qualche esponente delle Amministrazioni coinvolte, oppure di qualcuno delle aziende.

Ma il riserbo è massimo sul tema proprio per la pesantezza delle eventuali ripercussioni politiche ed economiche. Inoltre il management di A2A è già sotto il tiro incrociato di diversi esponenti della politica lombarda proprio per la campagna di acquisizioni e fusioni messa in opera dai suoi attuali dirigenti: c’è chi ha persino parlato di un rischio per l’autonomia energetica della Lombardia. Per un motivo o per l’altro le richieste di dimissioni dei manager di A2A e Aeb stanno fioccando da più parti, rendendo sempre più ostico il percorso industriale di questi colossi dell’energia.

Il clima elettorale inoltre espone sempre le aziende partecipate dagli enti pubblici a stress maggiori, ma non è l’unico problema in questo contesto: il Consiglio di Stato ha bocciato la fusione A2A-Aeb perché mancava una procedura di evidenza pubblica. Essendo A2A per metà posseduta da investitori privati secondo la legge era necessario seguire questa strada, più lunga e complessa di una semplice fusione tra enti di diritto privato.

E la notizia della bocciatura ha subito creato un contraccolpo in borsa sia per A2A che per le utilities, cioè le aziende che erogano servizi come distribuzione di acqua gas o luce: non tanto per la singola operazione perché è alquanto probabile che alla fine verrà comunque conclusa, è pure nel piano industriale di A2A, ma perché la complessità delle procedure che prevedono gare pubbliche sono più complicate e dunque altre eventuali fusioni potrebbero diventare meno convenienti.

Il tema dunque è delicatissimo per più motivi, non ultimo il numero di persone servite dalle aziende coinvolte: solo Aeb ad esempio ha 200mila clienti e un fatturato di 220 milioni di euro. Un tesoro per un Comune come Seregno che conta 44mila abitanti. Ed è comunque una piccola realtà se raffrontata ad A2A che solo di dipendenti ne ha 12mila e un fatturato che sfiora i 7 miliardi di euro. Colossi che potrebbero tremare ancora quando verranno resi pubblici i nomi degli altri indagati.


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