Matteo Salvini
2 minuti per la letturaSiamo in un Paese confuso che non capisce più se può fidarsi della “giustizia” oppure no. Giustizia con latitudini diverse ma con un solo codice che viene interpretato secondo il libero arbitrio di giudici e magistrati. L’esempio? Quello che vede ed ha visto coinvolto l’ ex ministro degli interni Matteo Salvini, leader della Lega che ha fatto parte del precedente Governo ed anche di quello attuale. Prima quello di Giuseppe Conte con i 5 stelle e adesso con il premier Mario Draghi.
Per essere chiari non sono un “salviniano”, sono stato protagonista e tra i promotori del movimento “magliette rosse” ed ho sempre creduto e credo che chi sta per morire ed annegare in mezzo al mare, ma anche in montagna, debba essere salvato e non gli può essere negata la possibilità (che sia stato salvato, da pescatori o da una nave delle Ong) di potere sbarcare in un porto vicino che può essere Lampedusa, Pozzallo, Augusta o qualche altro. Detto questo il rinvio a giudizio di ieri disposto dal giudice dell’ udienza preliminare Lorenzo Jannnelli a Palermo che ha disposto il processo nei confronti di Matteo Salvini con l’ accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ ufficio per avere bloccato in mezzo al mare, per sei giorni 17 migranti salvati dalla nave dell’ Ong spagnola Open Arms nell’ agosto del 2019, fa a pugni con l’altra decisione delle settimane scorse della Procura di Catania che, per gli stessi reati per la vicenda della nave della Guardia Costiera “Gregoretti” anch’essa bloccata per giorni con migranti a bordo, ne ha chiesto l’archiviazione.
Chi ha ragione? Non è certo una partita di pallone quella che si sta giocando tra Palermo e Catania, ma una cosa molto seria che vede ancora una volta una giustizia che gira a velocità diverse se non in modo contrapposto. Qualcuno crede che Matteo Salvini abbia potuto fare e deciso di non fare sbarcare i migranti dalle due navi, “Gregoretti” ed “Open Arms”, da solo? Ma non ci crede nessuno. Erano tutti d’accordo, in quel momento la linea politica era quella di mostrarsi duri contro “l’invasione” dei migranti.
Non scordiamoci che proprio il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio diceva e disse che le navi della “ong” erano “i taxi” del mare e non è possibile che l’ allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, fosse estraneo a quella politica che, come detto, non ho mai approvato. Perché dunque rinviare a giudizio soltanto Matteo Salvini?
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