La vecchia pista di bob del 1956. Ne costruiranno una nuova
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MA QUANTO ci costeranno le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026? La domanda è attuale visto che, prendendo lo spunto dai Mondiali di sci alpino a Cortina appena conclusi, il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha diffuso una serie di comunicati che illustrano trionfalmente i finanziamenti stanziati o in cantiere.
Messi uno in fila all’altro, si arriva a due miliardi di spesa pubblica. Non c’è solo il miliardo di euro stanziato dallo Stato a novembre, i soldi che saranno spesi (o dovrebbero esserlo) sono molti di più. Un intreccio di voci e di fonti, che stride con quello che il Comitato Organizzatore ha dichiarato: “Il decreto _(da un miliardo, ndr)_ finanzia unicamente progetti infrastrutturali previsti da tempo e non le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2026, che saranno interamente finanziate da investimenti privati e non peseranno sulle tasche dei contribuenti. Gli stanziamenti sono destinati ad opere pubbliche già programmate e addirittura in parte già finanziate dagli Enti locali”.
Ma sulle tasche dei contribuenti pesano altre spese. Eccole, con un occhio particolare a Cortina e al Veneto. In totale le sedi di gara saranno 14, incluse in 4 clusters (Milano, Valtellina, Cortina e Val di Fiemme).
EREDITÀ MONDIALE: 143 MILIONI
I Mondiali sono appena terminati e già lasciano una pesante eredità incompiuta. Tra le opere viarie da realizzare per agevolare l’accesso del pubblico a Cortina (ancora non c’era la pandemia) c’erano quattro “varianti”. Tre per attraversare San Vito di Cadore, Tai di Cadore e Valle di Cadore, la quarta per entrare a Cortina. Il valore totale è di 142,8 milioni di euro. Realizzato dall’Anas: nulla, e i Campionati sono già finiti. Le procedure di valutazione dell’impatto ambientale si sono concluse solo a settembre, tre anni dopo l’avvio dell’iter. Ora siamo nella fase di esame da parte delle Conferenze dei Servizi. Chissà se saranno pronte per le Olimpiadi.
MILIARDO TONDO TONDO
Con la finanziaria 2019 fu stanziato dallo Stato un miliardo, per infrastrutture olimpiche: 16 in Lombardia (473 milioni), 5 in Veneto (325 milioni), 8 a Bolzano (82 milioni) e 5 a Trento (120 milioni). A novembre la firma. “Questa prima quota parte è già stata investita nel piano delle infrastrutture della Regione del Veneto, nello specifico nella variante di Longarone e in quella di Cortina, e in altre opere ferroviarie per le quali è stato stimato un costo pari a 500 milioni di euro”. La cifra in realtà è inferiore, visto che per Cortina ci sono solo 67 milioni. La parte del leone la fa la Variante di Longarone, con 270 milioni di euro. Alcune settimane fa Regione Veneto, Anas ed enti locali, hanno definito il tracciato che passerà a destra del Piave, sarà lungo 11 chilometri, la larghezza stradale sarà di 10,50 metri, con una corsia per ogni senso di marcia, e un tunnel.
VARIANTE CORTINA: 200 MILIONI
La vera “variante Cortina” entra per un terzo (67 milioni) nel finanziamento olimpico, in un territorio montano Patrimonio Unesco, da trattare con grande delicatezza. Zaia: “La Regione ha chiesto al Ministero delle Infrastrutture di anticipare a luglio 2020 l’avvio di studi e progetti, rispetto all’approvazione dei finanziamenti avvenuta in autunno”.
L’iter è iniziato prima ancora che sia costituita la società Infrastrutture Milano Cortina 2026 che gestirà le opere. Ancora Zaia: “La variante di Cortina è una delle infrastrutture più attese per le Olimpiadi, darà un connotato moderno e sostenibile alla cittadina montana, permettendo di riorganizzare la mobilità del centro abitato. Il costo stimato per il progetto è di circa 200 milioni di euro. Tra le diverse soluzioni è privilegiata una strada alternativa alla Statale 51 Alemagna, che passi a ovest del centro abitato, con una galleria”. Ma se mancano più di 120 milioni, come riusciranno a finirla?
UN EXTRA DA 145 MILIONI
A metà febbraio si è tenuta la prima riunione tra i dirigenti del Ministero dello sport, delle regioni Veneto e Lombardia, delle province autonome Trento e Bolzano, i soggetti pubblici coinvolti nelle Olimpiadi. “A loro spetterà la ripartizione di un nuovo finanziamento statale, pari a 145 milioni di euro, previsti nella finanziaria 2020 approvata a fine dicembre scorso” ha annunciato Zaia. Per farci cosa? “Con questo stanziamento possiamo cominciare a pensare anche alle infrastrutture. Opere come la riqualificazione della pista da bob “E. Monti” avranno un ruolo determinante anche nel post Olimpiade. Lì si disputeranno le gare di bob, skeleton e slittino”. Per il momento i quattro enti si sono suddivisi questa nuova torta, poi penseranno a spendere le singole fette.
ASSALTO AL PIANO NAZIONALE: 640 MILIONI OLIMPICI
A dicembre la Regione Veneto ha presentato il suo elenco di opere (per 25 miliardi) nel quadro del Recovery Plan, che porterà in Italia 209,5 miliardi di euro europei, da usare entro il 2026. Proprio l’anno delle Olimpiadi. E qui si apre una nuova partita. La proposta Veneta indica in tutto 155 progetti attuativi. Zaia batte cassa: “Nel nostro piano ci sono i Giochi olimpici, un’occasione di sviluppo per infrastrutture, turismo, innovazione tecnologia e sostenibilità ambientale. E’ un evento che non può essere relegato al solo ambito regionale, ma deve ottenere il giusto sostegno anche a livello nazionale”. Quanto? “Voler investire complessivamente 640 milioni di euro del Piano Veneto giustifica l’interesse per questo evento e l’impatto che avrà sul PIL nazionale”.
Ecco tre progetti. Il primo (500 milioni) per le vie di accesso a Cortina, che però rientrano già nella pianificazione Anas inserita del masterplan olimpico. E siccome la manifestazione di chiusura si terrà all’Arena di Verona, ecco anche il collegamenti tra città e aeroporto Catullo. Ma ci sono 48 milioni di euro per acquedotti, allacciamenti idrici e fognature della Perla delle Dolomiti. Attenzione ai 91 milioni finali: 50 milioni per la pista da bob (molto contestata perchè onerosa e senza utilizzo successivo), 4,6 milioni per lo stadio del ghiaccio, 1,4 milioni per le piste delle Tofane, un milione per l’Arena di Verona e cerimonia di chiusura, 32 milioni per il villaggio olimpico a Cortina, un milione per il centro stampa e 100 mila euro per la piazza delle premiazioni.
Ma non dovevano occuparsene gli organizzatori, “a costo zero per la collettività”?
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