X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

LA FORZA dei pregiudizi contro la realtà dei numeri: le polemiche sul redditometro, con la brusca retromarcia del governo, hanno fatto scoppiare di nuovo il bubbone dell’evasione fiscale. E, insieme con le polemiche, anche il solito luogo comune delle due Italie, il Nord produttivo più propenso a mettersi in regola con le tasse e il Sud meno solerte, per così dire, a versare le imposte nelle casse dello Stato. Nulla di più falso. O, meglio, i furbetti sono distribuiti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. Solo che nel Nord, anche per il semplice fatto che si produce più ricchezza, il peso dell’evasione è molto più alto. Sarebbe stato sufficiente dare una lettura alla relazione che ogni anno il Mef dedica al fenomeno dell’economia sommersa che sfugge al fisco per scoprire che sui 192 e passa miliardi di tasse non pagate, poco meno di 63 miliardi mancano all’appello nel Sud contro gli oltre 129 miliardi del Centro-Nord. E, allora, come si spiega la tabella, elaborata dagli attenti artigiani della Cgia di Mestre sugli stessi dati Mef, che vedono la Calabria e la Campania ai primi posti nella poco invidiata classifica dell’evasione? Semplice: si fa riferimento a valori grezzi, a semplici percentuali, evitando accuratamente di analizzare i dati assoluti. Numeri che ribaltano la tradizionale vulgata dei meridionali gran popolo di evasori fiscali.

Qualcuno potrebbe obiettare che il Centro-Nord ha più abitanti, quasi due terzi della popolazione dell’intero Paese. Ma anche da questo punto di vista i conti non tornano. Dal Garigliano in su si concentra il 66,5% della popolazione ma la quota di evasione è sopra il 67,2%. Analogamente, il Sud, con il 33,5% dei residenti ha un tasso di evasione più basso, pari al 32,8%. Ci sono, poi, almeno altre due considerazioni che spiegano perché il racconto di un Mezzogiorno patria degli evasori sia del tutto falso. Il primo è che la ricchezza nazionale, storicamente, si concentra nel Centro Nord, con un reddito pro-capite che, in media, è quasi del 40% superiore a quello del Mezzogiorno. Con questi numeri, è chiaro che l’evasione fiscale si concentra dove il piatto è più ricco.

Ma c’è di più. Sempre guardando ai dati delle dichiarazioni dei redditi emerge che, a evadere le tasse, sono soprattutto lavoratori autonomi e partite Iva che, stando sempre alle classifiche ufficiali del governo, tenderebbero a non pagare l’Irpef per il 67,2%. Bene: circa il 70% della categoria è concentrato nel Nord e, in particolare, fra la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e l’Emilia Romagna. Tutto questo, naturalmente, non deve far dimenticare la grande piaga del lavoro sommerso, che colpisce il Mezzogiorno e, soprattutto, di quello al “nero”, diffuso soprattutto nelle campagne. Ma la realtà dei numeri mostra un cosa molto elementare. Nel Sud è più probabile trovare un barista che non emette scontrini o un albergatore che dimentica di fare la ricevute mentre, nel Nord, ci si può imbattere con società di consulenza che non emettono fatture o che si autoriducono gli importi per pagare meno tasse.

Quindi, mettendosi nei panni dell’Agenzia delle Entrate, il semplice buon senso dirotterebbe i controlli nell’area dove la scoperta di una singola fattura evasa potrebbe coprire l’importo di centinaia di scontrini non emessi. I numeri sono numeri. E ci raccontano, infine, quanto la questione dell’evasione fiscale sia un problema “nazionale” e non legato ad una singola area del Paese. Anzi, almeno nelle sue dimensioni, è più una grande questione settentrionale che meridionale.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE