Raffaele FItto
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Il ministro Raffaele Fitto rassicura sulla decontribuzione al Sud: “False le ricostruzioni dell’opposizione. Non hanno mai chiesto la deroga al 2029”
È guerra aperta fra opposizioni e governo sulla cosiddetta “decontribuzione Sud”, lo sgravio deciso durante la crisi del Covid per alleggerire il carico contributivo dei lavoratori del Mezzogiorno. Un’operazione che ha riguardato fino ad ora circa 3 milioni di dipendenti, con un costo complessivo di 3,3 miliardi, diviso fra ricorse nazionali ed europee. Lo “sconto”, dopo l’ultima proroga chiesta dal governo Meloni e concessa da Bruxelles, scade il 30 giugno prossimo. Una proroga fortemente sostenuta dal ministro della Coesione, Raffaele Fitto, che ora non nasconde la sua irritazione per la valanga di critiche sollevata dall’opposizione a ridosso dello stop all’incentivo e alla vigilia delle elezioni europee.
FITTO SULLA DECONTRIBUZIONE AL SUD: «RICOSTRUZIONI FALSE»
“Ricostruzioni false e pretestuose”, spiega in un comunicato dettato alle agenzie dove ricostruisce, passo dopo passo l’intera vicenda impegnandosi, anche, ad aprire un confronto con Bruxelles per ottenere una deroga o, quanto meno, per trovare una soluzione. La vicenda nasce nel 2021, quando il governo ottiene dall’Ue uno sgravio contributivo ad hoc per i lavoratori assunti nel Sud con l’obiettivo di sostenere le imprese già soffocata dalla crisi del Covid. Una misura “cofinanziata da risorse nazionali e da risorse europee”, spiega il ministro. È vero che l’esonero aveva un’estensione teorica fino al 2029 ma, per essere tradotta in pratica, “aveva bisogno di periodiche autorizzazioni da parte della Commissione europea, configurando un aiuto di Stato”.
Così, il regime, “è stato inquadrato dapprima nell’ambito del ‘Quadro temporaneo Covid 19’ e, successivamente, nell’ambito del ‘Quadro temporaneo Ucraina’ (Temporay crisis and transition framework- TCTF) in scadenza al 30 giugno 2024”. Una scadenza, insomma, ben nota. Tanto che il governo aveva già “provveduto a chiedere un primo rinnovo della misura, accolto dalla Commissione europea il 6 dicembre 2022, per la durata di 12 mesi e con un incremento di risorse di 5,7 milioni di euro e dei massimali per impresa fino a 2 milioni di euro”. Poi, fra il 5 e il 7 dicembre dell’anno scorso, l’ennesima richiesta di rinnovo, con “un innalzamento dei massimali nella misura di 335 mila euro per le imprese attive nei settori della pesca e dell’acquacoltura, e di 2,25 milioni di euro per tutte le altre imprese ammissibili al regime di aiuti esistente”. Una richiesta accolta da Bruxelles il 15 dicembre.
LA REPLICA A CONTE E CARFAGNA
Ma Fitto non si ferma qui. E replica a muso duro alle bordate lanciate ieri dall’ex premier, Giuseppe Conte e dall’ex ministra del Sud, Mara Carfagna: “Come mai, quando governavano, hanno fatto sempre richieste per sei mesi o al massimo un anno e non hanno mai ottenuto l’autorizzazione fino al 2029 che oggi richiedono. Chi sostiene che il Governo non vuol confermare la decontribuzione è, o in evidente malafede, o peggio, non conosce in alcun modo le ragioni e le procedure in base alle quali è stata concessa fino a giugno 2024 che non competono un singolo Stato Membro ma una decisione straordinaria della Commissione europea”.
CONTE PUNTA IL DITO CONTRO FITTO E L’IPOTESI DI RIMUOVERE LE DECONTRIBUZIONE AL SUD
Per il leader dei Cinquestelle, che ieri ha incontrato i sindacati, rimuovere la decontribuzione “è l’ultima follia di un governo che ha deciso di fare la guerra al Sud, una strategia confermata anche dal progetto dell’autonomia differenziata”. Ed è durissima anche la presidente di Azione, Mara Carfagna: “Quando era all’opposizione Fitto faceva il maestrino e ora ferma la decontribuzione”. All’attacco del governo anche il presidente dell’Anci, Antonio Decaro che ricorda: “Solo due giorni fa, in occasione del Primo maggio, abbiamo sentito tutti nel centrodestra festeggiare i dati sull’occupazione e dopo sole quarantotto ore lo stesso centrodestra taglia le gambe a chi il lavoro lo crea e lo sostiene ogni giorno”.
Accuse respinte senza mezzi termini da Fitto: “C’è bisogno di chiarezza, questo Governo è costantemente al lavoro per tutelare gli interessi del Sud e per garantirne lo sviluppo. Il decreto-legge Coesione, approvato dal Consiglio dei ministri il 30 aprile scorso, va esattamente in questa direzione, prevedendo sgravi contributivi per le nuove assunzioni nel Mezzogiorno d’Italia e misure di sostegno all’avvio di nuove attività economiche in quei territori. Il Governo ha inoltre assunto tutte le iniziative necessarie per ottenere l’applicazione della misura della Decontribuzione Sud anche oltre l’orizzonte temporale attualmente autorizzato dalla Commissione europea”. Ora “il governo avvierà un negoziato con la Commissione Europea per verificare nuove modalità possibili di applicazione della misura ‘decontribuzione sud’ in coerenza con la disciplina europea ed al di fuori delle misure straordinarie del temporary framework”, conclude il ministro.
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