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Pale eoliche

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C’è voluta una guerra, come non si vedeva da 75 anni, per provare, non riuscire, a correggere una delle principali anomalie del nostro sistema energetico: quello di dare troppo potere autorizzativo agli organi locali, un potere sul quale è cresciuta molta politica spiccia e superficiale, sempre contraria agli investimenti in nuove infrastrutture, soprattutto se si trattava di rigassificatori o di trivelle, ma, più di recente, anche di pale eoliche o pannelli.

OCCHI PUNTATI SULLA SICILIA

Il parallelo con la pandemia è immediato e istruttivo, perché serve un’autorità simile al commissario nominato per gestire un’emergenza pandemica, in quanto la crisi energetica che stiamo attraversando non ha uguali nella storia e, pertanto, necessita di strumenti eccezionali.

I tempi della nostra democrazia sono lunghissimi, proporzionali allo straordinario rispetto che abbiamo per le idee di tutti, ma che non si adattano a quelli richiesti dall’industria, dalla finanza e dall’emergenza.

In queste ore il governo sta cercando di intervenire per correggere il Pitesai, il cui acronimo è tutto un programma, vista la difficoltà di enunciarlo: Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee, un documento che da una parte dovrebbe permettere il ritorno della nostra produzione di gas, scesa vicino a zero, ma che nella realtà l’affossa in via definitiva.

L’attenzione maggiore ora è su un grande giacimento a sud di Gela in Sicilia, in mare aperto, quello di Argo e Cassiopea, che non è chiaro se il Pitesai consente o no di sviluppare per estrarre circa un miliardo di metri cubi di gas all’anno.

È il progetto più veloce da sviluppare per garantire un po’ di sollievo in vista di un possibile embargo dalla Russia da cui, occorre ricordare, importiamo 29 miliardi di metri cubi all’anno, sui 76 miliardi che consumiamo in un anno. E’ un progetto pronto da anni, ufficialmente dal 2014, quando l’Eni presentò il progetto Gela con un investimento complessivo di 2 miliardi di euro, fra cui il giacimento gas e il ridimensionamento della raffineria.

I BLOCCHI DI ENTI LOCALI E SOVRINTENDENZE

L’autorizzazione definitiva è arrivata alla fine del 2021, sette anni dopo, solamente grazie al ridimensionamento del progetto, per evitare la costruzione di una nuova piattaforma e per realizzare tutti gli impianti di trattamento a terra.

Il 21 aprile è stato inaugurato il primo progetto in mare a Taranto di pale eoliche, anche se è un vicino alla spiaggia, non proprio un vero off-shore. Ci sono voluti 14 anni per le autorizzazioni, mentre pochi mesi per la realizzazione, quando si parla di questa tecnologia da anni.

Le stime indicano richieste per nuove autorizzazioni per capacità a fonti rinnovabili pari a 3 volte la capacità esistente, più che sufficiente a fare raggiungere gli ambiziosi obiettivi di produzione da sole e vento del 2030.
Anche se si tratta spesso di doppioni e di progetti difficili da realizzare, sta di fatto che molte autorità locali, assieme alle sovrintendenze, di fatto non consentono la realizzazione di grandi investimenti pronti a partire. I prezzi dell’elettricità da mesi sono sulla borsa a 250 euro per megawattora, mentre i costi di produzione da nuove rinnovabili si colloca intorno a 70 euro, differenza che spiega molto dell’interesse, sacrosanto, a investire, peraltro soprattutto nel Sud Italia.

I BACINI IDROELETTRICI

Ancora più urgente sarebbe attivare le autorizzazioni per realizzare nuovi bacini idroelettrici, impianti su cui si è concentrata l’attenzione anche del settore agricolo per fini di irrigazione. I grandi laghi artificiali sono una delle soluzioni fra le più urgenti per consentire gli accumuli di energia elettrica prodotta da rinnovabili intermittenti, il sole e il vento, altrimenti queste avranno un futuro molto più limitato di quello a cui sono comunque relegate per ragioni fisiche.

La tragedia che ha investito l’Europa, con l’energia che trasmette in tutto il mondo gli effetti devastanti della guerra, ci obbliga a prendere contatto con una realtà meno visionaria e più terra terra, fatta anche di veloci autorizzazioni a impianti ingombranti e poco piacevoli alla vista di chi sogna che si possa fare a meno di tutto.


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Francesco Ridolfi

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