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Francesco Starace

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Fornitura di elettricità decarbonizzata con investimenti per 210 miliardi di euro tra il 2021 e il 2030. Abilitazione della domanda di energia dei clienti aumentandone il valore per i segmenti business. Raggiungimento in anticipo degli obiettivi di Net Zero sostenibile: non più nel 2050, ma nel 2040 per tutte le emissioni, dirette e indirette. Creazione di valore lungo tutta la value chain, nell’ottica del rafforzamento della strategia di focalizzazione sul cliente mediante l’impiego di piattaforme.

In quattro mosse l’Enel ridisegna il futuro dell’energia elettrica del Paese che verrà. Francesco Starace, nato a Roma nel 1955, una laurea in ingegneria nucleare al Politecnico di Milano, dal 2014 amministratore delegato e direttore generale di Enel, offre uno sguardo prospettico sulla questione energetica: l’aumento del costo delle materie prime energetiche, la transizione ecologica che deve portarci verso la neutralità carbonica, il ruolo delle rinnovabili, gli investimenti programmati nel piano industriale, il rapporto con la clientela e la digitalizzazione.

L’aumento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali è ampio e diffuso. Il gas naturale è la commodity che in Europa mostra di gran lunga il maggior rincaro (+723%). L’impennata della quotazione del gas si è rapidamente trasferita sul prezzo dell’energia elettrica facendo lievitare i costi energetici delle imprese industriali: 37 miliardi previsti per il 2022, da 8 nel 2019.

«È vero che la domanda più sostenuta e le tensioni legate al conflitto in Ucraina hanno agito sulle quotazioni spingendole verso l’alto. Ma i prezzi del gas si normalizzeranno: non bisogna averne paura. La storia delle quotazioni degli idrocarburi è stata caratterizzata da rialzi e ribassi determinati dal rapporto tra la domanda e l’offerta e influenzata inoltre da fattori contingenti come le guerre o, come nel caso di quella dell’Ucraina, dalle sanzioni che colpiscono tra l’altro l’export della Russia, uno tra i maggiori produttori ed esportatori di petrolio e gas ».

Le imprese, non solo quelle dell’autotrasporto, hanno protestato con veemenza per l’aumento incessante dei prezzi del gas e dei carburanti.

«Cercare di ridurre gli aumenti è necessario. Il governo ha agito con tempismo e decisione e, nello stesso tempo, si sta adoperando su un duplice fronte: da un lato, ridurre la nostra dipendenza da questa commodity preziosa ma troppo instabile, orientandoci sempre di più verso le rinnovabili, e, dall’altro lato, cercando di ammortizzare la volatilità intrinseca del gas facendo contratti su tempi più lunghi».

È faticoso, ma non impossibile rendersi più autonomi dalle fonti fossili in generale. L’Italia è il terzo Paese dell’Unione europea per produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Un bel primato.

«Il nostro Paese ha fatto in questo senso passi da gigante. E altri ne farà negli anni a venire. In questa prospettiva è giusto sottolineare il contributo dell’Enel. Prova ne sia che nell’ambito del Piano industriale prevediamo un’ulteriore accelerazione nella decarbonizzazione del parco impianti a livello globale attraverso significativi investimenti che ammontano a 14,4 miliardi di euro, circa il 50% del capex totale, per sostituire progressivamente la generazione convenzionale, puntando sulla crescita delle rinnovabili. Entro il 2022 prevediamo che il Gruppo sviluppi 14,1 GW di nuova capacità rinnovabile (+22% rispetto al piano precedente) e riduca la capacità e la produzione da carbone del 61% e del 74%, rispettivamente, dai livelli del 2018. La previsione è di raggiungere in tre anni il 60% di rinnovabili sulla capacità totale, aumentando la produzione a zero emissioni di CO2 fino al 68% nel 2022. L’obiettivo dell’azienda è arrivare a emissioni zero non più nel 2050, ma nel 2040».

Gli investimenti programmati sono notevoli.

«Nel piano industriale di Enel è previsto che da qui al 2030 investiremo circa 210 miliardi di euro: circa 160 nostri e altri 50 da parte di altri soggetti che investiranno con noi in iniziative comuni, come le reti elettriche, essenziali per la progressiva elettrificazione dei consumi e nelle rinnovabili».

Importante anche il capitolo degli investimenti nell’elettrificazione dei consumi.

«Sono significativi gli investimenti anche in questo ambito, con circa 1,2 miliardi di euro che faranno leva sulla crescita e la diversificazione della base clienti retail e sulle efficienze collegate al trasferimento delle attività su una piattaforma digitale per gestire le forniture energetiche a livello globale. Inoltre ci poniamo l’obiettivo di aumentare il valore per i clienti nei segmenti Business to Consumer, Business to Business e Business to Government».

C’è anche il passaggio alla digitalizzazione.

«L’investimento nella digitalizzazione delle reti sarà di 11,8 miliardi di euro per migliorare resilienza e qualità dei servizi. Stiamo preparando le nostre infrastrutture di rete e i processi di gestione clienti per il futuro, investendo nella digitalizzazione delle reti e nella progressiva trasformazione di Enel in un gruppo platform-based. Per rispondere alla crescente domanda di servizi a valore aggiunto Enel X investirà nel triennio 1,1 miliardi di euro. In particolare l’elettrificazione aumenterà grazie a 736.000 punti di ricarica pubblici e privati per veicoli elettrici entro il 2022, rispetto agli 82.000 stimati nel 2019».


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