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Guido Maria Nola

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Nel salvadanaio che alimenta la Cassa depositi e prestiti c’è il Mezzogiorno. Il 50% del risparmio di chi si affida al vecchio e intramontabile libretto postale viene dal Sud. Da chi lascia i suoi risparmi sul conto corrente, da chi ignora le performance dei fondi, le azioni in Borsa, il trading online. La fotografia di questa Italia esce nitida dalla relazione depositata presso la Commissione parlamentare di vigilanza su Cpd dal responsabile di Bancoposte, Guido Maria Nola.

VERSO NUOVI STRUMENTI

È di questi giorni, infatti, il rinnovo della convenzione con Cdp, una cooperazione ormai quasi trentennale – Sustain&Innovate – nata nel 1993 ed estesa ora al 2024. E se è vero che il ruolo di Poste è centrale, fonte stabile di finanziamento dello Stato, è altrettanto vero che il maggior azionista resta il Sud. Da qui la mission che accomuna emittente e distributore: dare visibilità al risparmio postale.

Gli ultimi dati parlano chiaro. La raccolta del risparmio postale continua a crescere a conferma che il Paese continua a essere, seppure sempre indebitato fino al collo, un popolo di risparmiatori. Lo stock di Poste vale 319 miliardi, così suddivisi: 103 miliardi in libretti postali e 216 miliardi in Buoni fruttiferi postali.

Due prodotti di risparmio che esistono da un secolo e mezzo e godono la fiducia di 27 milioni di italiani. Fanno parte di una narrazione coniugata al passato, l’Italia che stringe la cinghia, che mette i soldi nel salvadanaio, spesso i sacrifici di chi è in quiescenza. Una foto in bianco e nero che corrisponde ancora alla realtà.

Trovare nuovi strumenti per utilizzare queste risorse ora diventa strategico. Sestino Giacomoni (FI) è il presidente della Commissione di vigilanza su Cassa depositi e prestiti. «Poste è l’istituzione finanziaria fisicamente più vicina ai cittadini – dice – Gran parte del piccolo risparmio proviene dal Mezzogiorno.

La Cassa può svolgere il suo compito di sostegno alle imprese e al territorio proprio grazie alla raccolta del risparmio postale. Per questo sarebbe auspicabile che Poste non si limitasse a mantenere le masse raccolte, ma anche a incrementarle attraverso una revisione degli strumenti».

Il ruolo della finanza alternativa continua a crescere. I progetti legati al Pnrr spingono nella direzione della digitalizzazione e nella transizione energetica. Poste italiane Spa, in collaborazione con Cdp, può ricoprire un ruolo strategico, che in parte già svolgono reinvestendo nelle comunità locali e nella pubblica amministrazione.

Questo valore evidenzia la funzione che il Sud ricopre sia rispetto a Poste che rispetto a Cdp, società partecipata dal Mef e di vitale importanza per le politiche di sviluppo e che gestisce il risparmio postale. Cdp ricopre già un ruolo fondamentale a supporto del Pnrr, e sempre di più svolgerà questo ruolo nell’utilizzo di altri fondi europei, ad esempio Il Fondo di coesione. «Attendiamo da Cdp – è l’invito del senatore M5S Vincenzo Presutto – sempre più attenzione alle politiche di sviluppo per il Sud, dal momento che buona parte delle risorse che gestisce provengono da questa parte del Paese».

I PUNTI DI FORZA

Libretti e buoni fruttiferi sono quel che resta di un bene rifugio. Ma ora hanno tassi di interessi pari a zero o in alcuni casi negativi. Con l’Inflazione europea che su base annua viaggia intorno al 7,5% e in Italia – marzo 2022 – ha toccato quota 6,7%, il tetto massimo dal 1991, far fruttare questo “tesoretto”, che poi tanto tesoretto non è ma è molto di più, è il nuovo obiettivo.
Molto – ovviamente – è cambiato. L’azienda guidata dal ceo Matteo Del Frate ha già da tempo introdotto il libretto postale smart che permette di gestire direttamente i propri risparmi online attraverso gli sportelli Atm del circuito Postmat.

La rete territoriale non è stata intaccata, con 12.776 sportelli spalmati sul territorio nazionale. I dipendenti sono circa 125 mila.

«È necessario individuare – suggerisce il deputato azzurro – nuovi prodotti più innovativi, che possano avere rendimenti potenzialmente più elevati, permettendo anche ai risparmiatori postali di diversificare e investire nell’economia reale. Il primo passo sarà il potenziamento del canale digitale che si affiancherà gradualmente agli sportelli, senza dunque indebolire la presenza capillare sul territorio che rimane uno dei punti di forza di Poste. Il futuro passa attraverso una ulteriore crescita della raccolta che si traduce in nuove risorse messe a disposizione della Cassa». Purché il Sud non resti a guardare.


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