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Mentre si aspetta una risposta a livello europeo all’emergenza economica e sociale innescata dalla guerra di Putin all’Ucraina e alla “sfida più urgente”, quella dell’energia, il governo italiano interviene con un primo pacchetto di misure per un valore di 4,5 miliardi – senza ricorrere al deficit – per sostenere le imprese e le famiglie di fronte alla folle corsa dei prezzi dell’energia e del carburante.
«Dobbiamo intervenire subito, per difendere il potere d’acquisto delle famiglie, sostenere il tessuto produttivo, proteggere la ripresa», aveva detto al mattino il premier Mario Draghi al termine del vertice a Villa Madama con gli altri leader dei Paesi del Sud europeo, il leader spagnolo Pedro Sánchez, il portoghese António Costa e, in collegamento video, il greco Kyriakos Mitsotakis, un “asse” che, in vista del prossimo Consiglio europeo, punta a far pressione sulla Commissione europea e sugli altri partner per «imporre un tetto al prezzo di importazione del gas e spezzare il legame tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità».
Il provvedimento, approvato ieri sera all’unanimità dal Consiglio dei ministri, è composto da 35 articoli. Prevede aiuti alle famiglie e alla imprese e misure per l’accoglienza dei profughi ucraini: dal taglio di circa 25 centesimi a litro fino ad aprile del carburante alla rateizzazione fino a 24 mesi delle bollette di maggio e giugno per le imprese, dal credito fiscale al controllo delle esportazioni verso Paesi extra Ue di materie prime strategiche, dal rafforzamento del Golden power al piano di assistenza per 75 mila persone in fuga dal territorio di guerra. E nessun scostamento di bilancio: il premier ha tenuto la linea.
IL TAGLIO SUL CARBURANTE
Il decreto taglia il costo della benzina e del gasolio. Un taglio che tra la cabina di regia tenutasi il pomeriggio e il Consiglio dei ministri il taglio dell’accisa sul carburante sale da 8,5 a 25 centesimi al litro.
CARO BOLLETTE
Oltre 5 milioni di famiglie, circa un milione in più, avranno un aiuto per le bollette grazie all’estensione del bonus sociale: verrà innalzato il tetto Isee che consentirà di “proteggere” circa 5,2 milioni di famiglie, rispetto ai 4 milioni attuali.
Per le imprese si prevede la possibilità di rateizzare fino a 24 mesi quelle di maggio e giugno. Per sostenere le esigenze di liquidità derivanti dai piani di rateizzazione concessi dai fornitori di energia elettrica e gas, Sace potrà rilasciare le proprie garanzie in favore di banche e istituzioni finanziarie per un impegno massimo di 9 miliardi.
Per le imprese energivore di interesse strategico, poi, la garanzia Sace coprirà il 90% dei prestiti eventualmente chiesti alle banche.
Il provvedimento mette sotto la lente i rincari: per garantire la trasparenza dei prezzi nel settore energetico le imprese di categoria dovranno giustificare di fronte all’Arera le variazioni di prezzo. Il mancato riscontro, entro 10 giorni dalla richiesta di spiegazioni da parte del garante comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di euro 500 ad un massimo di euro 5.000
CREDITO D’IMPOSTA
Alle imprese non energivore è riservato un credito d’imposta da usare in compensazione, per l’acquisto di elettricità e gas nel caso in cui i prezzi del primo trimestre 2022 siano aumentati di almeno il 30% rispetto allo stesso trimestre del 2019. Il tax credit è riservato per l’elettricità alle imprese con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW e per il gas per quelle non a forte consumo.
AUTOTRASPORTO, PESCA, AGRICOLTURA E TURISMO
Il pacchetto per l’autotrasporto comprende una riduzione dei pedaggi per altri 20 milioni nel 2022, l’esonero dal versamento dei contributi per il funzionamento dell’Autorità di regolazione dei trasporti (per 1,4 milioni quest’anno) e l’istituzione di un fondo per il sostegno del settore.
Per la pesca e l’agricoltura sono in arrivo 195 milioni insieme a un contributo, sotto forma di credito d’imposta, pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante nel primo trimestre. Altri 20 milioni sono destinati alla rinegoziazione e ristrutturazione dei mutui agrari mentre viene rifinanziato con altri 35 milioni il fondo per lo sviluppo e il sostegno delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura.
Per le imprese del settore turistico e ricettivo – che abbiano subito un calo del fatturato del 50% rispetto al 2019 – è previsto un credito d’imposta pari al 50% della seconda rata dell’Imu del 2021.
LAVORO
Il decreto stanzia 150 milioni per finanziare altre settimane di Cassa integrazione in deroga per le imprese maggiormente colpite dalla crisi e che non possono ricorrere ai trattamenti ordinari di integrazione salariale.
Non sarà tassato, nel limite di 200 euro, l’eventuale bonus che le aziende decideranno di dare ai propri dipendenti come contributo per le spese di trasporto.
GOLDEN POWER E SICUREZZA PA
Dal settore della Difesa a quello della Sicurezza, per arrivare alle telecomunicazioni con un occhio particolare alle tecnologie del 5g e del cloud nazionale: il governo rafforza i suoi poteri speciali, il cosiddetto Golden Power. Oltre a norme specifiche per i diversi settori, che di fatto rendono strutturali alcune misure adottate temporaneamente con i decreti Covid, sono previste semplificazioni e l’arrivo di un apposito nucleo di valutazione e analisi strategica costituito da 10 esperti che lavoreranno presso la Presidenza del Consiglio.
Inoltre si dispone la sostituzione dei sistemi informativi e dei servizi informatici della Pa in modo che “le aziende produttrici di prodotti e servizi tecnologici di sicurezza informatica legate alla Federazione Russa non siano in grado di fornire servizi e aggiornamenti ai propri prodotti appartenenti alle categorie individuate, in conseguenza della crisi in Ucraina”.
APPALTI
Il decreto si fa carico anche degli effetti del caro materiali e carburante sui contratti d’appalto, stabilendo che “qualora impediscano, anche solo parzialmente, il regolare svolgimento dei lavori ovvero la regolare esecuzione dei servizi o delle forniture possono essere valutati come causa di forza maggiore”. Si stabilisce quindi che qualora questi aumenti “impediscano di ultimare i lavori, i servizi o le forniture nel termine contrattualmente previsto, costituiscono causa non imputabile all’esecutore”.
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