Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani
5 minuti per la letturaPer mettere a punto le misure per mitigare l’aumento dei prezzi dell’energia e sostenere le attività economiche in affanno per via delle restrizioni imposte per contenere la quarta ondata del Covid il governo ha preso ancora un giorno di tempo: le riunioni tecniche e gli incontri si sono susseguiti per tutta la giornata di ieri. E il Cdm previsto nel pomeriggio per il varo di un nuovo decreto Sostegni è slittato a oggi, preceduto da una riunione della cabina di regia convocata per le 9.
Dalle associazioni dei consumatori a quelle delle imprese – ieri il premier Draghi ha incontrato il leader di Confindustria, Carlo Bonomi, – l’allarme per gli effetti dei rincari della luce e del gas è arrivato nelle stanze di Palazzo Chigi, rilanciato anche attraverso le dichiarazioni dei leader dei partiti di maggioranza.
Sul fronte caro bollette, il governo dovrebbe mettere sul tavolo del Cdm un pacchetto di misure dal valore di circa 4 miliardi, senza ricorrere a un nuovo scostamento di bilancio. Per sostenere i settori in difficoltà verranno stanziati invece circa 1,3 miliardi.
Per quanto riguarda il “pacchetto energia”, 1,5 miliardi dovrebbero arrivare dai proventi delle aste per le emissioni di Co2, altri 2,5 dalla cartolarizzazione di alcuni oneri di sistema. Mentre resta in stand by per il momento il ricorso a un intervento sugli extra profitti incassati dalle società energetiche, che richiederebbe comunque tempi più lunghi.
Su un orizzonte più ampio, la strada dovrebbe essere quella tracciata nei giorni scorsi dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che – oltre al raddoppio della produzione nazionale di gas – ha prospettato tagli strutturali da almeno 10 miliardi l’anno.
Intanto, nel decreto atteso per domani ci sarà «un intervento significativo che si affianca a quello che interessa il primo trimestre (da 3,8 miliardi) e che riguarda le famiglie in difficoltà economica», ha anticipato la sottosegretaria al Mef, Cecilia Guerra, a RaiNews Economia, sottolineando che «in questo caso si cercherà di fare un primo passo a sostegno soprattutto delle imprese che stanno incontrando grosse difficoltà. Anche quelle grandi che consumano energia in misura maggiore».
Si prevede poi anche «un intervento specifico che riguarda gli enti locali, in particolare i comuni, che hanno una bolletta energetica piuttosto significativa per sostenere i servizi di interesse generale», ha aggiunto. La misura, ha precisato Guerra, «sarà prevalentemente diretta alla riduzione degli oneri di sistema, i costi fissi che gravano sulle bollette, in parte attraverso defiscalizzazioni e probabilmente con una rimodulazione». La sottosegretaria ha poi confermato le perplessità sull’ipotesi di un intervento sugli extra profitti resterà per ora nel cassetto. I precedenti, ha sottolineato, hanno sollevato «problemi di costituzionalità. Non è banale definire cosa sono e da cosa sono determinati. E’ uno studio che si sta facendo per vedere se ci sono le condizioni per chiedere questo aiuto particolare alle imprese che dovrebbero essere avvantaggiate dalle stesse cose che stanno facendo del male agli altri. E’ uno studio ancora in corso, non credo che entrerà in questo decreto».
Per le imprese – che paventano lo stop della produzione e rischi per l’occupazione – la dote del “pacchetto energia” del provvedimento è comunque insufficiente. «Spero in una proposta più ingente nei prossimi incontri del governo, quella stabilita adesso non è abbastanza. Soprattutto per le aziende che prevedono un grave consumo di energia, come le fonderie che non possono fermarsi o spegnere i forni», ha affermato il direttore generale di Api (Associazione piccole e medi industrie), Stefano Valvason.
Confagricoltura stima per il 2021 rincari del +120% per le aziende agricole, e considera a rischio la tenuta di un settore che fattura 540 miliardi di euro e impiega 3,6 milioni di addetti. E chiede misure straordinarie per le imprese, oltre che per le famiglie, e per garantire anche la continuità degli strumenti creditizi in questa fase di affanno per le aziende.
Confcommercio parla di rincari pari al 76% per il terziario, per un totale di 20 miliardi. Alleanza delle Cooperative, considera «un aumento di oltre 80 miliardi» per la bolletta 2022 di famiglie e imprese. Per le associazioni dei consumatori la crisi energetica rischia di tradursi, per le famiglie e per le imprese italiane, in una stangata da 70 miliardi di euro nel solo 2022.
La politica rilancia: il leader della Lega, Matteo Salvini, ha rivendicato l’azione di pressing sul governo, considerando una dote di 5 miliardi solo come un primo passo: «Il caro bollette alle sole imprese costerà almeno 30 miliardi quest’anno», ha puntualizzato.
«Chiediamo al governo un intervento più strutturale, meno una tantum, che sia immediato sulla parte fiscale del costo dell’energia sapendo che costa soldi, ma il costo del non intervento sarà maggiore in termini di calo della ripresa», ha affermato il segretario del Pd, Enrico Letta.
Tecnici e ministri, sempre con la “supervisione” del premier, al lavoro anche sul fronte dei ristori per le attività economiche penalizzate dalle restrizioni anti Covid. Qui la dote è intorno a 1,3 miliardi. Gli aiuti – a fondo perduto e a forfait, a copertura dei primi tre mesi dell’anno – andranno, come ha spiegato la sottosegretaria al Mef, Alessandra Sartore, «a tutti quei settori che da un lato hanno le attività chiuse, tipo sale da ballo e discoteche, e poi turismo, agenzie di viaggi, spettacolo, cinema, teatro, sport, settori in cui c’è una riduzione significativa di entrate. Ci saranno indicatori – ha sottolineato – rispetto a quello che ci si aspettava dalla riapertura e non c’è stato».
Si discute sulla cassa integrazione, con il ministro per il Turismo, Massimo Garavaglia, che vorrebbe l’estensione della Cig Covid per altre 13 settimane.
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