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Bollette da pagare

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Dal taglio dell’Irpef e dell’Irap alle misure contro il caro-bollette, dalle norme “salva-Comuni”, a nuovi fondi per la scuola e per la struttura del commissario Figliuolo. Dal fondo da 150 milioni per sostenere i settori ancora in difficoltà – turismo, cultura, auto – al rifinanziamento, con 68 milioni, del bonus tv, fino alla riscrittura del Patent box. E molto altro ancora. La Commissione Bilancio della Camera ha ricevuto ieri l’emendamento omnibus del governo che recepisce l’intesa politica sul fisco e affida alla manovra una serie di nuovi interventi. Un altro emendamento, sempre dell’esecutivo, ridisegna le norme contro le delocalizzazioni, prevedendo, tra le altre cose, una sanzione pari al doppio del contributo di licenziamento nei confronti dell’azienda “inadempiente” rispetto al percorso di salvataggio della fabbrica.

Il cammino della manovra procede comunque a rilento. La Commissione dovrebbe iniziare a votare gli emendamenti segnalati e il pacchetto dell’esecutivo domenica pomeriggio, se non lunedì, dando il via alla maratona che dovrebbe portare il provvedimento nell’Aula di Palazzo Madama martedì, come da programma. Ma lo slittamento a mercoledì, o addirittura a giovedì – vigilia della vigilia di Natale – sembrerebbe già all’orizzonte.

IL TAGLIO DELLE TASSE

Il maxiemendamento dettaglia quella che più considerarsi la prima tranche della riforma fiscale, con il taglio delle tasse pari a 8 miliardi ripartito tra l’Irpef (poco meno di 7 miliardi) e l’Irap (poco più di 1).

In particolare, con la “nuova” Irpef le aliquote passano da 5 a 4: il 23% per i redditi fino a 15mila euro; 25% per i redditi tra 15 e 28mila euro; 35% tra 28mila e 50mila euro e 43% oltre questa soglia. Per i redditi fino a 15mila euro resta anche il bonus di 100 euro, che in parte conserva anche chi guadagna fino a 28mila euro, per un importo definito in base all’ammontare delle detrazioni. In termini di indebitamento netto, la misura nel complesso comporta una maggiore spesa per 6,4 miliardi.

Regioni, Province e Comuni avranno tre mesi di tempo in più – fino al 31 marzo – per allineare le addizionali ai nuovi scaglioni.

Dicono addio all’Irap 835mila autonomi – il 41,2% di una platea composta da circa 2 milioni soggetti. Restano esclusi dal pagamento dell’imposta regionale le imprese individuali e i lavoratori autonomi che si avvalgono del regime forfettario o di vantaggio. L’intervento vale oltre 1,2 miliardi per il 2023, poco più di 1 per il 2022.

Viene poi istituito un fondo ad hoc, con una dote di circa 192 milioni, per compensare la riduzione del gettito delle Regioni.

DECONTRIBUZIONE PER I REDDITI FINO A 35MILA EURO

Arriva poi il taglio dei contributi i redditi più bassi. “In via eccezionale”, si sottolinea, per un anno – da gennaio a dicembre 2022 – è previsto un esonero contributivo di 0,8 punti percentuali per i lavoratori dipendenti con una retribuzione mensile lorda fino a 2.692 euro (35mila euro annui).

LA BATTAGLIA CONTRO IL CARO BOLLETTE

Per fronteggiare i rincari di luce e gas, il governo aggiunge 1,8 miliardi ai 2 già previsti nella legge di Bilancio, per uno sforzo complessivo pari a 3,8 miliardi. Le famiglie, poi, potranno pagare in 10 rate le bollette in arrivo con le fatture emesse tra gennaio e aprile 2022. Arera dovrà definire, nel limite di un miliardo, le regole applicative.

IL “SALVA-COMUNI”

L’emendamento dell’esecutivo raccoglie l’sos dei Municipi con i bilanci in rosso, tra cui Napoli, Torino, Reggio Calabria, Palermo, giusto per citarne qualcuno. I Comuni sede di città metropolitane in dissesto potranno contare dal 2022 al 2024 su un contributo dello Stato pari a 2,7 miliardi circa (150 milioni nel 2022). I fondi verranno ripartiti entro marzo. I Comuni, dal canto loro, per reperire risorse dovranno fare spending review ma potranno anche ricorrere all’aumento dell’addizionale Irpef o delle tasse d’imbarco comunali.

LA SCUOLA

Vale complessivamente 180 milioni l’ “investimento” nella scuola. Nel dettaglio, 100 milioni sono destinati alla proroga degli incarichi temporanei del personale Ata legati all’emergenza Covid; 60 alla valorizzazione del personale docente e 20 alle scuole d’infanzia paritarie.

DAL BONUS TV AI FONDI PER IL GIUBILEO

Con il maxiemendamento si stanziano poi 68 milioni per il prossimo anno per l’acquisto di televisori di nuova generazione. Gli over 70 con redditi inferiori a 20mila euro potranno ricevere direttamente a casa il nuovo decoder acquistato.

Per il Giubileo ci sono circa 1,5 miliardi, si istituisce la società “Giubileo 2025” controllata dal Mef, e si prevede la nomina di un commissario straordinario per la preparazione dell’evento. Arrivano 50 milioni di euro per gli interventi di competenza del Commissario straordinario all’emergenza Covid per il 2022. Mentre altri 40 milioni serviranno a far fronte ai danni subiti dal patrimonio pubblico e privato e dalle attività economiche e produttive a seguito dei gravi incendi della scorsa estate in Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia.

LE DELOCALIZZAZIONI

Il governo delega alla manovra la stretta contro le delocalizzazioni “selvagge”. Le forze di maggioranza hanno trovato l’accordo sul provvedimento e per accorciare i tempi si è preferito la strada dell’emendamento a quella del decreto inizialmente previsto.

In particolare la sintesi raggiunta tra ministero del Lavoro e il Mise prevede che le imprese con più di 250 dipendenti, non in crisi, che decidono di chiudere una sede con cessazione delle attività, con il licenziamento di 50 dipendenti, lo comunichino tre mesi prima ai sindacati, alle Regioni interessate, al ministero del Lavoro, al Mise e all’Anpal. Entro 60 giorni dalla comunicazione, poi, le imprese devono presentare un piano per la gestione degli esuberi per una durata non superiore a 12 mesi, da esaminare nei 30 giorni successivi altrimenti i licenziamenti sono nulli. Se il piano non viene presentato o l’azienda è inadempiente rispetto agli impegni presi nel piano sottoscritto, per l’azienda scatta il raddoppio del contributo di licenziamento previsto dal Jobs Act pari al 41% del massimale mensile della Naspi per ogni dodici mesi negli ultimi tre anni. In caso di mancata firma dell’accordo l’importo è aumentato del 50%.


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