Mario Draghi alla Corte dei Conti
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Perplessità sulle misure in materia pensionistica, bene sul Reddito di cittadinanza e sui bonus edilizi ma serve “vigilanza straordinaria” per evitare le frodi. È questo, in estrema sintesi, il giudizio che la Corte dei Conti dà della Manovra finanziaria: la relazione, ieri, è stata presentata in audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato.
BONUS EDILIZIA E RISCHIO FRODI
“L’intensità della reazione del mercato agli incentivi fiscali, da un canto, e gli stretti vincoli temporali imposti dalle misure, dall’altro, hanno determinato, comportamenti poco virtuosi da parte di alcune imprese”, evidenziano i magistrati contabili nella relazione.
“Come segnalato dalle stesse associazioni di categoria in occasione di diverse audizioni parlamentari – si legge – non sempre sono stati garantiti livelli adeguati di legalità e di sicurezza nei cantieri, oltre a rilevarsi comportamenti fraudolenti nell’impiego delle misure agevolative. Sarebbe necessario, pertanto, rendere più intensa l’azione – evidenzia la Corte dei Conti – che l’Ispettorato nazionale del lavoro ha recentemente avviato, attivando una campagna straordinaria di vigilanza nel settore dell’edilizia. L’altro ambito di possibili comportamenti illegali, con ricadute importanti sulla finanza pubblica, riguarda alcuni casi di pratiche di concorrenza sleale e addirittura frodi segnalate dall’Agenzia delle entrate”.
“Di rilievo, in tal senso, l’approvazione del decreto legge 157/2021, finalizzato a contrastare i comportamenti fraudolenti nell’utilizzo dei benefici fiscali”, sottolineano i magistrati contabili, apprezzando il decreto anti-frodi.
PENSIONI, COSÌ NON VA
La valutazione complessiva sulle misure in materia pensionistica contenute nella manovra, invece, “non è del tutto positiva”, scrivono i magistrati contabili. Anche se “si conferma la piena adesione al principio contributivo – evidenzia la Corte dei Conti – non si rimuove la forte incertezza che si è determinata nel sistema a seguito delle misure recate dal dl 4/2019”, ovvero con “Quota 100”. I magistrati, quindi, auspicano la proroga dell’Ape con un allargamento della platea e ritengono necessario affrontare “su base strutturale il tema di come garantire una maggiore flessibilità preservando le caratteristiche proprie del sistema contributivo”.
Fin dall’avvio di Quota 100 la Corte ha sottolineato come la misura abbia costituito una risposta non efficiente, per gli equilibri della finanza pubblica, all’esigenza di una maggiore flessibilità in uscita del sistema previdenziale.
“Come già sottolineato dalla Corte – ricordano i magistrati contabili – in occasione del Rapporto 2021 sul coordinamento della finanza pubblica, la pandemia ha certamente esaltato l’esigenza di disporre di strumenti di flessibilizzazione. Sul punto va, come detto, nella direzione auspicata la proroga dell’anticipo pensionistico sociale, attraverso un allargamento della platea. Sotto il profilo generale, resta da affrontare su base strutturale il tema di come garantire una maggiore flessibilità preservando le caratteristiche proprie del sistema contributivo, il quale allinea le prestazioni ai contributi e determina quindi l’importo in funzione della speranza di vita”.
«Come rimarcato più volte dalla Corte, andrebbe considerata – ribadisce – l’ipotesi di convergere gradualmente, ma in tempi rapidi, verso una età uniforme per lavoratori in regime retributivo e lavoratori in regime contributivo puro. Ma è evidente che sia per ragioni di equilibri finanziari che di equità ciò andrebbe fatto prevedendo una correzione attuariale anche sulla componente retributiva dell’assegno, in analogia a quanto avviene per la componente contributiva”.
PROMOSSO IL REDDITO DI CITTADINANZA
La valutazione d’assieme sugli interventi in materia di reddito di cittadinanza è “positiva”, proseguono i magistrati. “Sin dall’introduzione della misura in questione, la Corte ha sottolineato l’importanza di disporre anche in Italia di uno strumento di contrasto alla povertà a carattere universale. Sulla base di un attento monitoraggio del funzionamento delle norme novellate occorrerà valutare la necessità di eventuali ulteriori affinamenti”.
LA SPESA
La Corte evidenzia anche che “andrà valutato nel prossimo futuro se l’imponente lievitazione di spesa per investimenti non darà luogo a pressioni sulla spesa corrente più consistenti di quelli che si riscontrano nel triennio 2022-24. E, in secondo luogo ma non meno importante, in che misura la maggiore crescita attesa potrà essere effettivamente sufficiente a finanziare sia i più elevati strutturali livelli di spesa corrente prospettici, sia gli inevitabili sforzi che dovranno essere compiuti per rientrare, pur se con gradualità, dall’enorme livello di debito fin qui accumulato”.
INCERTEZZE LEGATE AL COVID E QUADRO GENERALE
I giudici contabili hanno analizzato anche il quadro d’insieme, valutando la possibilità di scossoni legati alla pandemia Covid-19 non ancora esaurita. “Le incertezze del quadro macroeconomico – scrive la Corte – a cui gli spazi di intervento sono strettamente legati (dovendo preservare il percorso di rientro del disavanzo e del debito intrapreso) rendevano indispensabile una attenta selezione degli interventi in un quadro di priorità coerenti con una crescita equa, sostenibile e duratura. Sotto tale aspetto gli esiti sembrano promettenti».
La Corte dei Conti rileva che “la manovra è di dimensioni consistenti, sono previste maggiori spese nette per oltre 20 miliardi di cui oltre due terzi correnti. Le misure proposte per le entrate ne prefigurano una riduzione di oltre 11 miliardi (in buona parte strutturali), compensate da maggiori introiti che, tuttavia, si riducono nel corso del triennio. Gli interventi sul fronte della spesa sono numerosi (172), ma molto concentrati sia come obiettivi che come dimensione finanziaria: i primi 10 per importo assorbono oltre il 50 per cento della maggiore spesa”.
Mentre “sul fronte delle entrate alla riduzione della pressione fiscale va circa l’80 per cento dell’importo, anche se l’indeterminatezza delle caratteristiche che dovrà assumere la riduzione del prelievo e il non ancora chiaro riferimento con il progetto di riforma fiscale non consentono di valutarne la effettiva coerenza con il disegno complessivo”, evidenziano i magistrati contabili.
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