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Un primo intervento sugli oneri di sistema, i balzelli all’interno delle diverse tariffe. E forse un mix di misure, differenziato tra le varie fonti di energia Per ora niente riduzione dell’Iva, che invece potrebbe arrivare in manovra.
È corsa contro il tempo per frenare lo spettro del caro bollette che scatterebbe da ottobre. Il pressing arriva anche dall’Unione Europea, con le preoccupazioni del commissario all’Economia Paolo Gentiloni che chiede di attivare un “ombrello” che aiuti a limitare i costi della transizione energetica.
In Italia il tema arriverà già sul tavolo del Consiglio dei Ministri convocato per oggi a Palazzo Chigi Del resto tutti i Paesi si stanno muovendo. La Spagna ha deciso di attingere ai profitti delle società energetiche, giudicati eccessivi, provocando contraccolpi in borsa. La Francia, nonostante il nucleare, sta studiando la possibilità di ampliare i voucher, che già ora utilizzano 5,5 milioni di famiglie a basso reddito. Ma, mentre l’Istat diffonde le rilevazioni sui prezzi ad agosto che vedono l’inflazione salire al 2%, e già le associazioni dei consumatori fanno calcoli su quanto potrà pesare sulle tasche delle famiglie, da più parti si chiede di evitare la stangata per gli italiani. Per contenere il caro bolletta ci sarebbero allo studio varie possibili opzioni.
Una tra queste è la sterilizzazione dell’Iva relativa all’incremento tariffario ma è difficile che questo possa arrivare già oggi, proprio per le difficoltà tecniche di intervenire su una materia che richiede anche un confronto con l’Ue e le sue regole.
Più facile che si intervenga sui cosiddetti oneri di sistema, cioè alcuni balzelli che sono all’interno delle tariffe, per il sostegno alle rinnovabili o per i costi del nucleare, che potrebbero essere spostati sulla fiscalità generale.
Effettivamente, come hanno ricordato dalla Cgil «è tempo di cambiare a partire dalla struttura della bolletta elettrica che è gravata di costi non pertinenti, non legati all’energia, che ricadono tutti sulle famiglie.
Lo Stato, in questi anni, – sostengono – ha scaricato sulle bollette elettriche tutte le sue inefficienze».
Oltre a Gentiloni, che da Bruxelles ammette che la transizione climatica «ovviamente comporta anche un incremento di prezzi per i prodotti più inquinanti» e sollecita i diversi paesi a interrogarsi «su come mettere in piedi ombrelli per evitare conseguenze sociali troppo aspre», anche tra le fila politiche italiane l’intenzione è quella di far fronte comune contro i rincari. Così il presidente dell’M5s Giuseppe Conte sottolinea che si tratta di «un problema finanziario che dobbiamo risolvere anche con il Mef e tutto il governo, ma state certi della nostra forte determinazione a ottenere il calmieramento di queste bollette». Anche perché, è l’allarme dell’ex premier, «se dall’oggi al domani luce e gas aumentano del 30-40%, il bilancio familiare salta completamente».
Da Montecitorio, intanto, si fa sapere che l’aula della Camera esaminerà il prossimo 22 settembre la mozione di M5S sul rincaro delle bollette energetiche. In pressing sul governo parte di nuovo anche la Lega. «La nostra attenzione nelle prossime ore e’ concentrata sul taglio delle tasse per le bollette di luce e gas» afferma Matteo Salvini, sottolineando che «l’Iva sulle bollette pesa per 5 miliardi. Quindi mentre ci sono altre discussioni sul green pass, ius soli e ddl Zan la nostra priorità in queste ore sono le bollette».
Il caro energia, del resto, è il principale imputato anche del rialzo dell’inflazione di agosto: l’Istat ha infatti spiegato oggi che a spingere i prezzi al consumo ai massimi dal gennaio 2013 sono stati per lo più i beni energetici le cui quotazioni continuano ad avere una crescita molto ampia sia per la componente regolamentata sia per quella non regolamentata.
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