Paolo Gentiloni
3 minuti per la lettura«Prevediamo che l’Italia raggiungerà i livelli di crescita pre-crisi nel corso del 2022, mentre ci sono diversi altri Paesi che li raggiungeranno prima, nel corso del 2021» ha detto il commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, in conferenza stampa a Bruxelles, presentando le stime economiche estive dell’Unione europea.
«Tutte le economie dell’Unione europea raggiungeranno o supereranno i loro livelli pre-pandemia al più tardi entro il terzo trimestre 2022, e molti già alla fine di quest’anno» annuncia Gentiloni. Il commissario chiarisce poi, che la stima della Commissione Ue per il Pil della Ue nel 2021 «è la revisione più elevata in oltre dieci anni».
LA RIPRESA ITALIANA
Per l’Italia «la previsione per il 2021 è significativamente superiore a quella della primavera. Questo è dovuto alla consistente revisione al rialzo del Pil nel primo trimestre e alla risposta dell’attività economica più forte del previsto dopo l’allentamento delle restrizioni e la ripresa della mobilità”, spiega la Commissione europea.
In particolare, nelle ultime stime economiche primaverili l’Esecutivo europeo aveva stimato per l’Italia una crescita di +4,2% nel 2021 e +4,4% nel 2022. Se quindi per il 2021 si prevede una crescita superiore del previsto per il Pil del nostro Paese, per il 2022 la revisione di Bruxelles va leggermente a ribasso rispetto alla valutazione primaverile.
«Dobbiamo considerare che per le prospettive di crescita italiane, oltre alle prospettive di rimbalzo, ha un ruolo molto importante il piano nazionale per la ripresa e noi questo piano per ora l’abbiamo valutato solo riguardo all’impatto degli investimenti, non abbiamo esaminato l’impatto delle riforme, perché è molto difficile, ma possono, a mio avviso, incrementare in modo significativo le possibilità di crescita anche negli anni successivi, per evitare che si tratti solo di un rimbalzo».
SBLOCCO LICENZIAMENTI
Rispetto al provvedimento italiano che sblocca i licenziamenti per le aziende non in crisi, rispondendo a una domanda Gentiloni chiarisce: «Non abbiamo fatto valutazioni specifiche sullo sblocco dei licenziamenti, penso faccia parte delle politiche che incoraggiamo a livello europeo di un ritiro selettivo graduale delle misure di sostegno».
Nella zona euro e nella Ue a 27, il Pil crescerà di +4,8% nel 2021 e +4,5% nel 2022. Ma i Pil della Ue e della zona euro restano ancora comunque «sotto i livelli attesi prima della pandemia, anche se torneranno ai tassi pre-crisi entro fine anno.
«Il nostro obiettivo – dice Gentiloni – non è solo di tornare ai livelli di crescita pre-crisi ma a quanto era stato previsto nelle stime della fine 2019 per i tassi di crescita del 2022». Per i Paesi anche della zona euro si tratta di un obiettivo però, ancora lontano.
«Questo – afferma il commissario all’Economia – dovrebbe incoraggiare tutti a considerare la possibilità di proseguire, certamente in modo più selettivo e mirato, nelle politiche di bilancio espansive e di sostegno alle nostre economie».
IL PATTO DI STABILITÀ
Rispondendo in conferenza stampa a una domanda sull’eventualità di tornare alle norme del patto di stabilità Gentiloni sostiene che «le regole sulla cui revisione discuteremo in autunno, riaprendo questo dibattito, dovranno incoraggiare sicuramente la stabilità, ma soprattutto la crescita». Secondo Gentiloni è quindi fondamentale non accontentarsi della speranza che proviene da queste stime per la ripresa e il rilancio dell’economia europea e italiana.
Per il commissario si tratta di «dati positivi in generale e per l’Italia, con un tasso crescita del 5%. Sono cifre da boom economico. Ma non possiamo accontentarci di un rimbalzo che ci riporti alla crescita molto striminzita degli ultimi anni, dobbiamo utilizzare investimenti e riforme del Pnrr per avere una crescita stabile, duratura e sostenibile».
Infine, rispetto alla questione ungherese e il rispetto dello stato di diritto, Gentiloni ha chiarito che la Commissione sta esaminando il piano per la ripresa dell’Ungheria: «Stiamo valutando, soprattutto, per l’Ungheria, il meccanismo di audit, il trattamento equo e non discriminatorio dei beneficiari dei fondi, e le sfide delle raccomandazioni Ue sullo stato di diritto come corruzione, indipendenza della magistratura, aumento della concorrenza. Siamo impegnati per chiudere la discussione al più presto ma rispettando le regole».
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