Il presidente del Consiglio Mario Draghi
3 minuti per la letturaIL BLOCCO dei licenziamenti per l’industria e le costruzioni ha le ore contate: resterà in vigore solo per i settori più colpiti dalla crisi, ovvero il tessile e i comparti ad esso collegati come il calzaturiero e la moda.
È la posizione del governo raggiunta nel corso della cabina di regia riunita ieri pomeriggio a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, per trovare una sintesi tra le diverse posizioni dei partiti di maggioranza in vista del Consiglio dei ministri che dovrebbe svolgersi domani – salvo accelerazioni – a poche ore dalla scadenza del blocco per le imprese dell’industria manifatturiera e delle costruzioni che il decreto Sostegni Bis – ora in conversione – fissa al 30 giugno, aprendo quindi alla possibilità per le aziende di procedere alla riorganizzazione produttiva.
Alla riunione, durata circa un’ora, hanno preso parte i ministri Brunetta, Orlando, Giorgetti, Speranza, Bonetti, Franco, Patuanelli. Oltre che sulla proroga – che potrebbe arrivare al 31 ottobre – le imprese del tessile potranno contare sulla Cig gratuita. Mentre è stata discussa anche la possibilità di erogare altre 13 settimane di Cassa integrazione straordinaria a tutte le imprese oggetto di tavoli di crisi industriali che abbiano esaurito gli ammortizzatori sociali. Non ha sortito l’effetto sperato, quindi, il pressing dei sindacati per l’estensione del blocco a tutti i settori fino al 31 ottobre, come previsto per il terziario e le piccole e medie imprese. Mentre è stata accolta la richiesta di un confronto: il premier Draghi incontrerà oggi, alle 15, e i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri per dare conto della posizione assunta.
La decisione di porre fine al blocco dei licenziamenti, «pur con una serie di eccezioni legate ai settori più in crisi», «denota la nostra volontà di tornare al mercato e alla fisiologia, ma difendendo i settori più in crisi». E’ stato Renato Brunetta, ministro della Funzione pubblica, a ufficializzare la posizione del governo al termine del vertice. «C’è stata molta discussione – ha raccontato il ministro durante una diretta su Facebook – ma la scelta denota la nostra volontà di far tornare il Paese al mercato, difendendo sì i settori più in crisi, ma tornando alla fisiologia».
«La discussione è andata nella direzione giusta: aumentare gli strumenti di protezione e rendere meno traumatico il superamento del blocco dei licenziamenti, offrendo strumenti alle imprese e ai lavoratori per gestire le crisi. È importante anche che le misure saranno sottoposte al confronto con le parti sociali», ha poi affermato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, lasciando Palazzo Chigi.
Non solo il “nodo” licenziamenti, sul tavolo della cabina di regia anche l’estensione di due mesi, fino al 31 agosto, del blocco delle cartelle esattoriali. Nel corso del vertice è arrivato anche il via libera a una proroga del prestito ponte per Alitalia, in attesa dell’esito dei colloqui con la Commissione europea. Mentre verrà creato un fondo voucher protetto per i biglietti emessi dalla vecchia compagnia che scavalleranno la data in cui Alitalia cesserà di volare e partirà l’operatività della nuova Ita, molto probabilmente in ottobre. Il fondo, è stato sottolineato, consentirà ai passeggeri che lo vogliano di volare con la nuova compagnia garantendo tuttavia la discontinuità tra le due aziende.
È in programma per domani sera un incontro in videocall tra il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti e la commissaria Ue Margrethe Vestager. Intanto, per il comparto aereo si valutano anche ulteriori sei mesi di cassa per cessazione.
La cabina di regia avrebbe dato poi lo stop alll’operazione cashback: dovrebbe fermarsi il 30 giugno con i rimborsi a chi ha eseguito almeno 50 transazioni con bancomat e carta di credito e il superpremio da 1.500 euro.
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