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Fisco più favorevole per i ceti medi (tra 28mila e i 55mila euro), aliquota delle rendite finanziarie ridotta di tre punti, dunque al 23 (anche se la modifica è controversa), superamento dell’Irap.

Questi alcuni punti della riforma fiscale preparata dalle commissioni Finanze di Camera e Senato. Vediamo il dettaglio

RIDUZIONE IRPEF – Il punto più qualificante della riforma è abbassamento dell’aliquota, oggi al 38% nella fascia di reddito 28.000-55.000 che raggruppa il maggior numero di contribuenti (circa sette milioni). Prevista anche la modifica delle aliquote marginali effettive, eliminando le discontinuità più brusche. «La modalità con cui raggiungere questi obiettivi – si legge nel documento – è individuata in un deciso intervento semplificatore» incluso l’assorbimento del bonus Renzi di 80 euro portati a 100 nel 2020.

ADDIZIONALI – Le commissioni, si legge nel documento ritengono opportuno raccomandare una trasformazione degli strumenti tributari locali in sovraimposte la cui manovrabilità all’interno di un range predefinito rimarrebbe in capo all’ente territoriale. Le commissioni ritengono opportuno «non archiviare la legge delega sul federalismo fiscale, al fine sia di adeguarne i principi ispiratori ai pilastri di autonomia e responsabilità».

RENDITE FINANZIARIE – Le commissioni concordano su un pacchetto organico che preveda l’accorpamento delle categorie “redditi da capitale” e “redditi diversi”  in un’unica categoria denominata “redditi finanziari”; l’estensione al risparmio gestito del criterio di determinazione della base imponibile sulla base dei risultati realizzati; l’applicazione alla previdenza complementare del modello che prevede l’esenzione dall’imposta sostitutiva sul risultato netto maturato, considerando al contempo la modifica del regime di tassazione per la fase di erogazione delle prestazioni.

 IRAP – È previsto che «nell’ottica di semplificazione del sistema tributario, e all’interno di un complessivo quadro di riforma le commissioni concordano sulla necessità del suo superamento». Pertanto «le commissioni raccomandano un riassorbimento del gettito Irap nei tributi attualmente esistenti, preservando la manovrabilità da parte degli enti territoriali e il livello di finanziamento del servizio sanitario nazionale».

IRES – La razionalizzazione della tassazione sulle imprese punta su tre obiettivi: incentivare comportamenti in linea con la transizione ecologica; incentivi alle aggregazioni di realtà imprenditoriali di dimensioni minori; incentivi al re-investimento dell’utile per migliorare la produttività dell’azienda. Gli incentivi possono prendere la forma, alternativamente, di una riduzione dell’aliquota o della base imponibile «al fine di ottenere un quadro chiaro e semplificato dei comportamenti virtuosi».

Verrà applicato il sistema del carry back, per consentire la deducibilità delle perdite non solo negli esercizi successivi a quello in cui è maturato il disavanzo ma anche in quello immediatamente precedente.

FISCO VERDE – Le commissioni finanze ritengono «necessario un pacchetto che includa i seguenti interventi: il riordino, la semplificazione e la stabilizzazione per la rigenerazione energetica e sismica degli edifici privati; una progressiva riduzione dei sussidi dannosi per l’ambiente, vincolando le risorse risparmiate alla riduzione generalizzata dell’aliquota Ires; una rimodulazione dell’imposizione indiretta in funzione delle emissioni di Co2 in attuazione del principio  chi inquina paga; un aumento del limite alla detraibilità dell’Iva (attualmente fissato al 40%) per tutti i veicoli a basse emissioni. Al fine di evitare effetti regressi per le persone fisiche e penalizzanti per le imprese, prevedere adeguati meccanismi temporanei di compensazioni in grado di accompagnare le famiglie e imprese più vulnerabili nel processo di aggiustamento di comportamenti e costi».


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