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Banca d’Italia sempre più ottimista sul futuro del Paese. Nelle Proiezione economiche pubblicate oggi rivede al rialzo le sue previsioni stimando una crescita del Pil nel 2021 vicina al 5%. Una velocità che si manterrà sostanzialmente stabile anche nel 2022 (+4,5%). Rallenterà nel 2023 al 2,3% che comunque resta una variazione largamente al di sopra della media degli ultimi quarant’anni. Non a caso gli effetti della pandemia saranno riassorbiti entro l’anno prossimo. Un salto notevole considerando che appena due settimane fa il Governatore Visco, nelle Considerazione finali aveva parlato di un recupero del 4 e successive indicazioni puntavano al +4,4%. A modificare le tabelle portando la stima al 5% finale, è stata la revisione Istat che l’1 giugno ha pubblicato l’aggiornamento sul primo trimestre che segnala una crescita dello 0,1% (in precedenza era stata annunciata una variazione negativa).
Si tratta comunque di differenze che valgono per la statistica. Quello che conta è la direzione ormai ben segnata. Il 5% di Banca d’Italia mette il nostro Paese alla testa del convoglio europeo considerando che, proprio ieri la Bce hanno indicato una crescita media della Ue a +4,7%. Il dato di via Nazionale, si confronta con il +4,5% di cui hanno parlato l’Ocse e il Governo del Def. A migliorare il quadro è stato il successo della campagna vaccinale e le previsioni sui tempi del Recovery Fund. Il 17 giugno ci sarà a Bruxelles la prima riunione dedicata all’approvazione dei piani nazionali. Se come appare scontato il programma presentato dal governo Draghi otterrà il via libera è certo che i primi 25 miliardi arriveranno a luglio. Una spinta agli investimenti cui Banca d’Italia riserva un ruolo fondamentale per mettere il turbo alla ripresa.
I prezzi al consumo torneranno a crescere ma resteranno su livelli contenuti nel triennio 2021-2023. «Dopo la lieve discesa del 2020 – si legge nelle proiezioni – l’inflazione tornerà positiva, riflettendo il riavvio dell’economia globale, il rincaro delle materie prime e il progressivo riassorbimento dei margini di capacità inutilizzata, ma resterà contenuta: 1,3 per cento quest’anno e su livelli simili nel prossimo biennio (1,2% nel 2022 e 1,3% nel 2023)».
Il tasso di disoccupazione salirà nel 2021 al 10,2%, per poi scendere al 9,9% nel 2022 e al 9,5% nel 2023. “Il numero di occupati, che nel 2020 si era ridotto in misura molto più contenuta delle ore grazie alle misure di sostegno all’occupazione – osserva Bankitalia – tornerà a crescere dal trimestre in corso; dopo una diminuzione dell’1,2 per cento nella media di quest’anno (che riflette la caduta già registrata nel primo trimestre), si riporterebbe sui livelli del 2019 entro la fine del triennio di previsione. Le proiezioni di Via Nazionale non si allontanano da quelle di Confindustria. Il presidente Carlo Bonomi, ha affermato che nel 2021 avremo una crescita «superiore a quello che è stato dichiarato e credo che sfonderemo il 5%. Credo ci siano le condizioni per un piccolo miracolo economico, ma neanche troppo piccolo».
Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nell’ultima audizione in Parlamento, ha definito “probabile” una revisione al rialzo della previsione annua del Pil al 4,5% contenuta nel Documento di economia e finanza. A gennaio Bankitalia aveva stimato una crescita del Pil del 3,5% nel 2021, del 3,8% nel 2022 e del 2,3% nel 2023. La revisione al rialzo “riflette principalmente gli effetti di stimolo provenienti dalle ulteriori misure di sostegno introdotte dal Governo negli ultimi mesi e dalle informazioni più aggiornate circa l’utilizzo dei fondi europei, contenute nel Pnrr recentemente inviato alla Commissione europea”. La ripresa dell’economia, sarà trainata innanzitutto dagli investimenti, che, secondo l’istituto centrale, «si espandono in misura accentuata grazie all’attenuarsi dell’incertezza circa le prospettive di domanda (come confermato dalle indagini più recenti della Banca d’Italia), alle favorevoli condizioni di finanziamento e al sostegno proveniente dalle misure programmate nell’ambito del Pnrr».
Si stima un aumento degli investimenti fissi lordi del 13,8% quest’anno, del 9,3% nel 2022 e del 4,8% nel 2023. «I consumi tornano a crescere in modo più graduale, con un tasso di risparmio in discesa rispetto al 2020 – spiegano i tecnici di Visco – ma ancora superiore ai livelli pre-pandemia». La crescita dei consumi è stimata al 3,7% nel 2021 per poi accelerare al 5,3% nel 2022 e tornare al 2% nel 2023.
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