Uno sportello della Banca popolare di Bari
3 minuti per la letturaIn Italia ci sono sempre meno banche e meno sportelli. Un segnale che al Nord può essere indice di efficienza, mentre al Sud accresce le difficoltà di accesso al credito da parte di imprese e famiglie. E senza un tessuto finanziario robusto è complicato fare sviluppo. Non a caso il declino del Sud è diventato inarrestabile dopo la scomparsa di grandi istituzioni come Banco di Sicilia e Banco di Napoli.
LA DESERTIFICAZIONE
L’analisi pubblicata sul sito della Bcc di Aquara evidenzia che in 10 anni sono spariti quasi diecimila sportelli: da 34.036 nel 2010 a 24.312 nel 2020. La media nazionale è di 40 sportelli ogni 100mila abitanti, con forti disparità geografiche. Tutte le regioni meridionali sono sotto l’indice nazionale: Calabria 20, Campania 22, Sicilia 25, Puglia 27, Sardegna e Molise 33, Basilicata 36.
Opposta la situazione del centro nord. Tutte le regioni, ad eccezione del Lazio, 35, e Abruzzo, 40, sono sopra la media italiana di 40 agenzie per 100.000 abitanti. Si parte dalla Liguria, 44, fino al record del Trentino, 70.
La classifica per province testimonia il deserto creditizio: in cima Reggio Calabria, Vibo Valentia, e Caserta con appena 17 filiali ogni 100mila abitanti. Napoli è ferma a 20. La densità maggiore a Trento, 76, Cuneo, 72, e Sondrio, 71.
Il digitale, la concorrenza e la sfida della sostenibilità stanno rivoluzionando le banche e le relazioni con i clienti. La percentuale dei clienti che usano il digitale è passata in 10 anni dal 18 al 35%. Uno share che, pur raddoppiato, resta lontanissimo dalla media europea del 58%.
«In Italia le banche hanno storicamente privilegiato le aree più sviluppate, con maggiore presenza di imprese e clienti ad alto reddito» dice Luca Erzegovesi, docente all’Università di Trento. In Italia, a fine 2019 i primi 5 istituti di credito controllavano circa il 47% delle attività totali. La concentrazione, come sempre, distorce il mercato.
A sostegno delle realtà imprenditoriali del territorio, duramente provate dalla pandemia, si sono mosse le Bcc. «Non a caso- sottolinea il presidente della federazione Campania, Amedeo Manzo – il credito cooperativo è passato a livello nazionale dall’8% al 15%».
Il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz nel 2020 in “Riscrivere l’economia europea” ha dimostrato come banche di comunità e di territorio, banche popolari e cooperative, rappresentino un’importante fonte di finanziamento per le imprese minori grazie soprattutto a relazioni più strette con i clienti.
L’articolazione territoriale degli sportelli bancari operativi in Italia alla fine del 2020 mostra una maggiore presenza nelle Regioni del Nord, che rappresentano il 57% del totale nazionale (il 40% in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto).
Il numero di sportelli ubicati nelle Regioni del Sud e nelle Isole ammonta complessivamente al 22% del totale nazionale. In Campania, nel complesso, nel 2020 sono stati chiusi 39 sportelli bancari. Le 12 Bcc presenti in Regione hanno fatto registrare un incremento di 5 sportelli, passando da 147 a 152 (di cui 2 sono quelli aperti dalla nostra Banca nel 2020), mentre le altre banche (Spa e popolari) hanno chiuso ben 44 sportelli.
DISTORSIONE DEL MERCATO
La concentrazione, come sempre, distorce il mercato. Una ricerca del centro studi di Unimpresa ipotizza l’esistenza di un cartello per tenere alti i tassi. «L’analisi dettagliata dei principali gruppi bancari italiani conferma che il divario di tassi tra gli istituti di credito sia estremamente contenuto» osserva Salvo Politino, vice presidente dell’associazione. Un danno enorme per il Sud che non conosce finanza d’impresa.
Oggi come oggi, la realtà è drammatica: «Impossibile trovare un Fondo immobiliare che investa a Sud di Roma», dice Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud. L’osservazione vale per ogni altro canale diverso dallo sportello. «C’è molto da lavorare – aggiunge – per mettere il Mezzogiorno nei circuiti finanziari, serve un maggiore coinvolgimento anche dei soggetti non profit nel farsi parte attiva nelle questioni finanziarie».
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