Il sindaco di Milano Giuseppe Sala
4 minuti per la letturaAggiungono due miliardi di opere impossibili per intercettare i soldi del NextgenerationEU. Il Comune di Milano si sta preparando all’arrivo dei 191 miliardi di prestiti europei con un piano triennale delle opere pubbliche dichiaratamente impossibile: ad affermarlo è stato lo stesso estensore delle modifiche al piano Marco Granelli, assessore comunale ai lavori pubblici, spiegando come in un anno da documento credibile, il piano di Palazzo Marino sia diventato una sorta di lotteria europea.
Perché entro fine estate arriverà il primo 13 per cento dei prestiti europei e Milano vuole provare a intercettarne quanti più possibili.
LIEVITA IL PIANO
Ecco allora lievitare il Pto a tre miliardi e 236 milioni contro 1 miliardo e 427 milioni dell’anno precedente, quando ancora si trascrivevano solo le opere con una copertura di bilancio.
Un’operazione che se avesse riguardato un Comune del Sud probabilmente non godrebbe di buona stampa.
Ma Milano è Milano e i suoi eletti spiegano la mossa in corso: «Abbiamo scelto di inserire più progetti di quelli che potremmo mettere in campo con le sole nostre risorse proprio per riuscire a intercettare e ad agganciare i finanziamenti – ha detto ai consiglieri in Commissione -. Per poter accedere ai fondi europei è necessario avere più progetti pronti possibile. Noi li abbiamo inseriti in base alle nostre priorità per il futuro».
E allora via di libro dei sogni, soprattutto quello dei grandi interventi mai completati: un esempio sono alcune metrotranvie di cui a Milano si parla da decenni, ma che non si sono mai costruite o completate nonostante le promesse delle ultime Amministrazioni comunali.
E nel libro della fantasia prodotto da Granelli ci sono anche le così dette grandi opere come la Metropolitana 4, simbolo di ciò che non ha funzionato nel celebre Expo 2015: furono tante le infrastrutture annunciate all’epoca e mai completate, ma molte non furono proprio iniziate, invece la quarta linea meneghina sta nascendo da 7 anni.
IL SINDACO
Lo stesso sindaco Sala ha annunciato più volte la sua prossima apertura negli ultimi anni, ma la ferrovia sotterranea che collegherà la città all’aeroporto di Linate doveva essere completata nel 2015. Invece ancora non è in funzione nemmeno una stazione. Anzi, Milano vive il paradosso che è stata completata la Lilla, cioè la quinta linea, prima della quarta. Anche se poi pure sull’avveniristica M5 si sono scoperti molti problemi: le scale mobili della stazione Garibaldi, il suo snodo principale, sono costantemente in manutenzione a giorni alterni. E solo per citare una questione ancora irrisolta.
Ma se la città non sembra più capace di costruire da sola una metropolitana senza problemi, potrebbe arrivare il NextgenerationEu che Granelli chiama ancora Recovery Plan: «Abbiamo cercato di abbinare al metrò una riqualificazione dei quartieri inseriti sul tracciato della M4, da Solari a Ronchetto passando per Lorenteggio e Giambellino – conclude Granelli – e abbiamo già presentato i progetti per il Recovery, insieme ai progetti per la riqualificazione dei quartieri di San Siro e Niguarda».
La tela milanese è pronta per raccogliere i frutti europei grazie a un Pto pieno di speranze più che di conteggi reali, ma il documento non è l’unico ad aver messo in dubbio la vena creativa dell’Amministrazione Sala in tema di bilanci.
Pochi giorni fa infatti Roberto Tasca, assessore al Bilancio, ha ricevuto una doccia fredda dai revisori dei conti del Comune: il testo che ha presentato è stato definito “ottimistico”.
Oltremodo ottimistico soprattutto sulle previsioni di entrate perché il Comune «intende raggiungere gli equilibri di parte corrente oltre che con l’apporto di interventi statali non ancora quantificati con esattezza, anche ricorrendo a previsioni di entrate oltremodo ottimistiche tenuto conto del loro ammontare, che sembra non tenere in dovuta considerazione la grave situazione di crisi economica e finanziaria dovuta all’emergenza sanitaria ancora del tutto irrisolta e che ha già impattato sui conti dell’esercizio 2020».
«Questo è un bilancio che ha sicuramente caratteristiche di straordinarietà, le conseguenze del Covid sono condizioni che non sono mai state affrontate in passato dal Comune di Milano – ha ammesso Tasca – È stato un anno molto difficile e non è un caso che entriamo oggi, 12 aprile, nella discussione del bilancio».
«È il momento più tardivo – ha spiegato -, perché abbiamo avuto difficoltà ad affrontare, anche dal punto di vista previsionale, le stime degli andamenti economici e patrimoniali in una condizione che nessuno possa testimoniare di aver mai vissuto in precedenza».
E dunque l’unico incremento delle entrate di cui possono essere sicuri i milanesi sono i 66 milioni di euro provenienti da multe in più. Perché per il resto anche in questo caso il Comune di Milano sembra affidarsi più all’ottimismo che alla matematica, proprio come per il piano triennale delle opere pubbliche presentato dall’Amministrazione Sala.
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