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Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, e il presidente del Consiglio, Mario Draghi

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Uno scostamento di bilancio intorno ai 40 miliardi, di cui 35 destinati a finanziare il nuovo decreto Sostegni e 5 il fondo per i progetti ritenuti strategici ma rimasti fuori dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Sul fronte del Recovery Plan, poi, trova conferma l’intenzione di “restituire” la quota del Fondo di sviluppo e coesione che nella bozza di gennaio vi era stata computata per integrare le risorse europee.

LO SCOSTAMENTO DI BILANCIO

La richiesta alle Camere del nuovo extra deficit dovrebbe arrivare stamattina, salvo contrordine, sul tavolo del Consiglio dei ministri. Mentre slitterebbe a domani l’arrivo del Documento di economia e finanza che aggiornerà il quadro macroeconomico fissando i nuovi obiettivi di finanza pubblica alla luce dell’impatto della nuova ondata pandemica.

Per tutta la giornata di ieri tra Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia si è continuato a lavorare sui numeri. Lo scostamento di bilancio dovrebbe attestarsi sui 40 miliardi, anche se c’è chi – Lega in primis – continua a spingere perché si arrivi a quota 50. L’importo non è ancora definitivo, ma una parte significativa, circa 35 miliardi, dovrebbe essere impegnata per sostenere i settori economici in balia della crisi provocata dal Covid. La tensione sociale è alta, le categorie sono tornate in strada anche ieri invocando la riapertura degli esercizi commerciali chiusi per decreto, portando con sé rabbia, disperazione e la lista dei danni. Per il settore degli alberghi e ristoranti, secondo una stima del Consiglio e della Fondazione nazionale dei commercialisti, il biennio 2020-2021 ha bruciato oltre 38 miliardi e questo solo considerando le società di capitale.

Incontrando una delegazione della Fipe Confcommercio, il ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ha indicato maggio come orizzonte per le riaperture e la prossima settimana per il Cdm da cui ci si aspetta la decisione. Quanto ai sostegni il ministro, durante l’incontro, ha indicato due strade: indennizzi basati sul fatturato, come nell’ultimo decreto, oppure considerare il bilancio, che «senz’altro fornisce indicazioni più precise sulle perdite reali» ma prevede tempi più lunghi.

IL DECRETO SOSTEGNI BIS

Il decreto Sostegni Bis – detto anche decreto Imprese – dovrebbe esser varato dal governo tra la fine di aprile e i primi di maggio. Conterrà nuovi ristori a fondo perduto per imprese e partite Iva, coprendo – a differenza del precedente provvedimento – due mensilità: le risorse per questa voce dovrebbero quindi ammontare a 20 miliardi.

Nel pacchetto ci sono anche misure per sostenere i costi fissi delle imprese – come gli sgravi sugli affitti e sulle bollette –, dovrebbe essere rifinanziato il fondo di garanzia ed estese le moratorie sulle quali è in corso un’interlocuzione con Bruxelles sul Temporary framework. Si valutano, poi, anche il taglio dell’Imu sui beni strumentali e un ulteriore rinvio delle esenzioni Tosap e Cosap per altri sei mesi. Tra le misure potrebbe rientrare anche il congelamento del canone Rai per gli esercizi commerciali.

IL FONDO PER LE OPERE “EXTRA” RECOVERY

Circa 5 miliardi dell’extra deficit dovrebbero confluire in un fondo ad hoc per il finanziamento di opere e progetti che sono ritenuti validi dall’esecutivo Draghi ma non in linea con la cornice fissata dalla Commissione europea per il Recovery fund, o comunque fuori budget: le richieste arrivate dai diversi ministeri sforano di circa 30-40 miliardi di euro il plafond disponibile per il Pnrr.

Il fondo avrebbe una durata pluriennale, con una dote annua di 4-5 miliardi di euro, alimentato in deficit per un arco temporale lungo 5-6 anni, per un totale complessivo di 30 miliardi. Tra le opere che saranno finanziate attraverso il fondo potrebbe rientrare anche il potenziamento dell’alta velocità lungo la direttrice Salerno-Reggio Calabria.

Il DEF Sul Def il lavoro di limatura prosegue a oltranza. Intanto, ci si attende una revisione al ribasso della stima di crescita del Pil, tra il 4 e il 5 per cento (nella NaDef il precedente governo stimava una crescita del 6 per cento nel 2021) mentre il deficit – sul quale pesano lo scostamento di gennaio per 32 miliardi e quello in dirittura d’arrivo – dovrebbe arrivare alle due cifre, attestandosi tra il 10 e l’11%. I tempi per l’approdo dei provvedimenti in Parlamento li ha scanditi il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà: «Lo scostamento – ha spiegato – sarà sottoposto al voto di Camera e Senato insieme al Def nella settimana del 22 aprile. La settimana successiva il presidente Draghi illustrerà alle Camere il progetto definitivo di Pnrr che sarà presentato all’Unione europea entro il 30 aprile».


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