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Trentadue miliardi per un pacchetto di interventi a sostegno dell’economia martoriata dal Covid dettagliate in un provvedimento di soli 44 articoli, con aiuti diretti alle imprese per 11 miliardi, garanti in tempi brevi. E quasi cinque miliardi per intensificare la campagna vaccinale, con la produzione nazionale e la possibilità di somministrare le dosi anche nelle farmacie: la battaglia contro il virus richiede un impegno di risorse e di forze ben più ampio di quello che era stato previsto nella legge di bilancio con lo stanziamento di 400 milioni.
Poche norme per un provvedimento corposo, misure immediatamente operative e il vaccino come strumento di lotta non solo alla pandemia sanitaria ma anche a quella economica: questi i tratti che in estrema sintesi segnano il cambio di passo nella strategia anti Covid che il governo Draghi ha affidato al decreto Sostegni varato ieri dal Consiglio dei ministri.
«Questo decreto è una risposta significativa molto consistente alle povertà, al bisogno che hanno le imprese e ai lavoratori, è una risposta parziale ma il massimo che abbiamo potuto fare», ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, illustrando il decreto in conferenza stampa, e annunciando quindi un nuovo scostamento – non ancora quantificato – in occasione della presentazione del Def.
«Questo è un anno in cui non si chiedono soldi ma si danno soldi», ha poi detto rispondendo a chi chiedeva conto delle ripercussioni sul debito. Intanto l’obiettivo che il governo si è posto, ha sottolineato poi il premier, «è dare più soldi a tutti, darli velocemente e dare il massimo possibile»: «I pagamenti inizieranno l’8 aprile, per chi avrà fatto domanda. Se tutto va come previsto oggi, 11 miliardi entreranno nell’economia nel mese di aprile».
Imprese, lavoro e contrasto alla povertà, sanità, sostegno agli enti locali i principali capitoli che compongono il provvedimento.
IMPRESE
Al fondo perduto sono destinati oltre 11 miliardi, tre quarti dell’importo del dl: cancellati i Codici Ateco, ne hanno diritto imprese e partite Iva – circa 3mila attività – con ricavi fino a 10 milioni che hanno perso almeno il 30% del fatturato 2020 rispetto al 2019. Sono previste cinque fasce con percentuali che vanno dal 60% al 20%, in base alla dimensione dei ricavi 2019, sulle quali commisurare il contributo: 60% per le imprese fino a 100mila euro, 50% tra 100mila e 400mila euro, del 40% tra 400mila e 1 milione, 30% tra 1 e 5 milioni e 20% tra 5 e 10 milioni. Il contributo – da un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche (2.000 euro per gli altri soggetti) a un massimo di 150.000 euro – dovrà essere richiesto per via telematica all’Agenzia delle Entrate e sarà concesso con bonifico, garantito entro il 30 aprile, o sotto forma di credito d’imposta. Sale a 700 milioni il fondo per i risarcimenti alla filiera del turismo di montagna, maestri di sci compresi.
Per i lavoratori stagionali del turismo, dello spettacolo e dello sport è prevista un’indennità di 2.400 euro. Nel complesso il “pacchetto turismo” vale 1,7 miliardi, oltre un miliardo gli aiuti per il mondo della cultura.
Per le grandi imprese si prevede un fondo di 200 milioni presso il Mise per aiuti sotto forma di finanziamenti da restituire in 5 anni.
Viene rifinanziato con 1,5 miliardi il fondo per l’esonero dei contributi per autonomi e agricoli : si stima un beneficio medio di circa 3mila euro annui.
VACCINI
Per la campagna vaccinale il dl stanzia risorse per circa 5 miliardi: 2,1 miliardi per l’acquisto dei vaccini e 700 milioni per i farmaci. Un miliardo e 400 milioni per la struttura del Commissario all’emergenza e la Protezione civile; 345 milioni per “arruolare” più medici possibile per l’attuazione del piano. Per la somministrazione verranno coinvolti anche i farmacisti – che saranno adeguatamente formati – cui andranno 50 milioni di remunerazione aggiuntiva. C’è poi un fondo per la produzione nazionale di vaccini.
LAVORO E CONTRASTO DELLA POVERTÀ
Il “pacchetto” vale circa 8 miliardi. Contiene il blocco dei licenziamenti individuali e collettivi viene prorogato fino al 30 giugno, poi fino alla fine di ottobre è previsto un ulteriore stop per le aziende che usufruiscono del trattamento della cassa integrazione Covid. Doppio binario anche per la Cig: le aziende che dispongono di quella ordinaria potranno contare su altre 13 settimane di Cassa Covid da utilizzare tra il primo aprile e il 30 giugno 2021. Mentre per i lavoratori coperti dalla Cig in deroga o dal Fis potranno accedere ad altre 28 settimane da usare fino al 31 dicembre. Prorogata per l’anno 2021 la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori dipendenti delle imprese dell’ex gruppo Ilva.
Il decreto prevede poi la possibilità di proroga e rinnovo dei contratti a termine senza causali fino alla fine dell’anno: di fatto vengono congelate le clausole introdotte dal decreto Dignità. Si rifinanzia il fondo per il Reddito di cittadinanza con un miliardo, mentre sarà rinnovato per tre mensilità il reddito d’emergenza e per le famiglie in affitto si alza la soglia di reddito, per un costo dell’operazione di 1,52 miliardi per il 2021.
FISCO
Restano sospesi fino al 30 aprile i versamenti fiscali. L’Agenzia delle Entrate avrà più tempo per inviare gli atti grazie alla proroga di 12 mesi del termine per le notifiche e di 24 mesi della prescrizione. Più tempo anche per saldare le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio: i versamenti saltati nel corso del 2020 (5) dovranno essere saldati entro luglio 2021 e quelli previsti fino a luglio di quest’anno (4) dovranno essere pagati entro il 30 novembre. Un’operazione che costa 1,3 miliardi nel 2021 e altri 817 milioni nel 2022. Per le partite Iva che hanno subito una perdita del 30% del fatturato 2020 rispetto al 2019 arriva una sanatoria: potranno definire in via agevolata le somme dovute derivanti da dichiarazioni irregolari relative agli anni d’imposta 2017 e 2018.
Dopo un braccio di ferro sulla cancellazione delle cartelle tra i partiti che ha fatto slittare di oltre tre ore l’inizio del Cdm l’accordo sancito a Palazzo Chigi conferma la soglia di 5mila euro per il condono di quelle tra 2000 al 2010, anziché il 2015, e con un tetto di reddito di 30 mila euro.
SCUOLA
Per la scuola ci sono 300 milioni, tra cui 35 per la didattica a distanza nelle regioni del Mezzogiorno destinati all’acquisto di pc o tablet e abbonamenti internet per gli studenti meno abbienti. Altri 150 milioni sono destinati al recupero delle competenze e della socialità degli studenti anche nel periodo estivo, mentre per la ricerca e la didattica a distanza dell’università sono in arrivo 78,5 milioni.
ENTI LOCALI
Il fondo 2021 per gli enti locali aumenta di 1,26 miliardi e sono confermati gli 800mila euro per il Tpl e i 250mila euro per i Comuni per il mancato incasso della tassa di soggiorno. Mentre un altro miliardo andrà a rimborsare le spese sanitarie sostenute da Regioni e Province autonome per fronteggiare il Covid nel 2020.
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