Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio dei ministri
4 minuti per la letturaEntro venerdì in Consiglio dei ministri dovrebbe arrivare il decreto Sostegni con una dote finanziaria già decisa e totalmente prosciugata, di 32 miliardi. In contemporanea il governo Draghi chiederà al Parlamento di votare un altro scostamento di bilancio (fra 15 e 20 miliardi), per rimediare al danno della terza ondata. Antonio Tajani (coordinatore di Forza Italia), si spinge più avanti stimando un intervento con una dotazione di altri 35 miliardi.
Ieri c’è stato incontro tra Draghi e il titolare dell’Economia, Daniele Franco, proprio per mettere a punto la lista degli interventi. A fornire gli aggiornamenti è stata la viceministro dell’Economia, Laura Castelli: «Quasi 12 miliardi saranno destinati alle misure di sostegno alle attività produttive, con un fondo ad hoc per la montagna, circa 6 miliardi alle politiche per la salute di cui 5 per il piano vaccini, e poco meno di 10 miliardi alle misure di sostegno alla famiglia, al lavoro, alle indennità per gli stagionali e gli sportivi, al rifinanziamento della cassa integrazione, del Reddito di cittadinanza e del Reddito di emergenza, della Naspi e del Fondo occupazione».
Mentre non è ancora definitivo il meccanismo di distribuzione (i grillini vorrebbero ancora il versamento diretto in conto corrente) al ministero del Lavoro è aperto il tavolo per aggiornare il Reddito di cittadinanza. Il Decreto in gestazione potrebbe contenere una norma per permettere ai percettori del sussidio di lavorare temporaneamente, sospendendo l’assegno, senza tuttavia perdere il diritto al contributo.
«In questo caso – spiega la Castelli – l’assegno riprenderà a decorrere, in modo automatico, al termine del contratto». Ai beneficiari verrebbe risparmiato l’obbligo di ripresentarsi ai Centri per l’impiego. Nel pentolone del decreto dovrebbero trovare posto anche i 2 miliardi per chiudere il magazzino fiscale inesigibile, la rottamazione di avvisi bonari e altre misure fra cui le mancate imposte inferiori ai 5mila euro precedenti al 2015. Regioni e Comuni riceveranno una dotazione straordinaria di 2,5/3 miliardi per chiudere gli ammanchi derivanti dai mancati incassi del trasporto pubblico locale e imposta di soggiorno.
L’autocompensazione (sotto la gestione dell’Agenzia delle Entrate), dovrebbe avere un effetto immediato anche se alcuni settori, come il comparto turistico invernale, attendono bonifici sonanti.
E anche per questo si valuta la possibilità di terminare l’operazione cashback a luglio per risparmiare circa 3 miliardi da utilizzare per incrementare i sostegni all’economia. Una strada gradita alla Lega ma non ai 5 Stelle che hanno fatto del piano per incentivare i pagamenti elettronici una loro bandiera politica. E non finisce qui.
La cancellazione del magazzino fiscale agita le varie anime della maggioranza. La Lega spinge per azzerare le vecchie cartelle affidate al fisco dal 2000 al 2015 fissando il tetto a 10mila euro. Il compromesso raggiunto per il momento ferma la soglia a 5mila euro, a conti fatti circa 60 milioni di cartelle, ma i leghisti puntano ad alzare l’asticella nel passaggio parlamentare, sostenuti dal Movimento cinque stelle.
Pd e Leu si oppongono allo stralcio generalizzato che rischia di tradursi in un condono. Si lavora ancora per definire il complicato meccanismo per il calcolo dei ristori alle imprese che dirà addio ai codici Ateco. I 12 miliardi sul piatto serviranno a finanziare gli indennizzi per le perdite registrate lo scorso anno, mentre i rimborsi per le chiusure scattate da gennaio saranno rinviati a un secondo round con il nuovo deficit in arrivo ad aprile.
Il governo intende parametrare gli indennizzi al calo di fatturato registrato nel 2020 rispetto al 2019. Saranno indennizzate le partite Iva con un fatturato fino a 10 milioni con perdite di fatturato di almeno il 33% e l’accesso ai ristori sarà proporzionale ai ricavi dell’impresa.
Capitolo lavoro. Oltre alla revisione del Reddito di cittadinanza il ministro Andrea Orlando è impegnato a prorogare fino a giugno il blocco dei licenziamenti per chi dispone della cassa integrazione ordinaria (industria ed edilizia), mentre per tutti gli altri sarà esteso fino a ottobre, consentendo così di varare una riforma degli ammortizzatori sociali. Saranno inoltre rinnovate le indennità per gli stagionali del turismo e per i lavoratori dello spettacolo e sarà prorogata la Naspi. Si valuta poi di estendere anche i congedi parentali e i voucher babysitter (al momento previsti solo per i lavoratori autonomi, le forze dell’ordine e il personale sanitario) per le famiglie alle prese con le scuole chiuse. Il Forum delle associazioni familiari chiede di tenere conto del numero dei figli ma l’intervento potrebbe essere rinviato al secondo round dei ristori.
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