Il presidente della Bce Christine Lagarde con il premier Mario Draghi
3 minuti per la letturaUn’altra buona notizia per il governo Draghi. A fornirla è stata, un po’ inaspettata, Christine Lagarde a conferma che la Ue ha aperto sul presidente del Consiglio un robusto ombrellone per consentirgli di lavorare in assoluta tranquillità.
Schiera tutta la potenza di fuoco della Banca centrale a difesa della crescita. Tanto più adesso che la campagna delle vaccinazioni non riesce proprio ad ingranare. Al termine del consiglio d’amministrazione il presidente dell’istituto di Francoforte si presenta in conferenza stampa garantendo che continuerà a sostenere la ripresa dell’economia che sta già fornendo segnali molto confortanti.
L’Eurozona crescerà del 4% e, in base alle indicazioni fornite tre giorni fa dall’Ocse l’Italia potrebbe fare anche meglio (+4,2%). Non spaventa nemmeno il ribollire dell’inflazione perché i rischi di un incendio, secondo la Lagarde sono ancora remoti.
Il capo della Bce si presenta con poche novità ma abbastanza significative. La banca terrà per il momento i tassi invariati né prevede di allargare il volume di fuoco del suo bazooka monetario. Per rispondere alle critiche sull’inerzia degli ultimi tempi annuncia che a partire da aprile intensificherà il volume di fuoco per contrastare “l’irripidimento” della curva dei rendimenti. Una decisione gradita ai mercati, che non si aspettavano novità rilevanti dalla riunione di oggi.
Esprimono la loro soddisfazione spingendo lo spread tra Btp decennali e i Bund tedeschi giù fino a 92,2 punti, con il tasso dei Buoni italiani in calo allo 0,57%. Le Borse salgono compostamente: Milano guadagna lo 0,82% indossando la maglia rosa in Europa. Francoforte cresce dello 0,2% e Parigi dello 0,72%.
Sulla base di queste considerazioni è possibile ipotizzare l’azzeramento dello spread fra Italia e Spagna oggi di trenta punti. Significa che nell’arco di un paio di mesi il rendimento dei Btp potrebbe scendere intorno allo 0,3%. La risposta della Bce è stata “forte e chiara – spiega Pasquale Diana, di AcomeA Sgr – Francoforte vuole tenere i tassi sotto controllo. La Lagarde ci tiene a far sapere che le decisioni sono state prese all’unanimità. Vuol dire che, almeno per il momento, le incursioni della Bundesbank e dei suoi alleati sono state arginate.
Per la Lagarde bisogna evitare che le tensioni sui bond possano “tradursi in un prematuro inasprimento delle condizioni di finanziamento in tutti i settori dell’economia”, affondando le speranze di ripresa. D’altronde l’inflazione non è un problema, sebbene “in rialzo negli ultimi mesi”. Per il momento infatti non c’è pericolo che il riscaldamento dei prezzi che si avverte negli Stati Uniti possa trasmettersi all’Europa. Tanto più che il surriscaldamento verificatosi nelle ultime settimane, è dovuto soltanto “a fattori transitori e ai maggiori costi dell’energia”.
A confermarlo sono anche le nuove stime fornite dalla Bce in attesa arrivino i dati definitivi di Eurostat. Secondo i tecnici di Francoforte l’indice dei prezzi nell’Eurozona salirà dell’1,5% nel 2021, dell’1,2% nel 2022 e dell’1,4% nel 2023. Lontano quindi dalla soglia critica del 2% che per la Bce rappresenta il livello di guardia. In ogni caso, se anche dovesse toccare il 2% sarà solo per “ragioni tecniche e temporanee”. Ciò che conta ha affermato Lagarde, “è guardare alle prospettive di medio termine”, che restano “ben lontane” dall’obiettivo della Bce”.
In ogni caso il compito della banca non è quello di addomesticare l’andamento dei tassi. “Non abbiamo un rendimento di riferimento ma vogliamo mantenere condizioni di finanziamento favorevoli”. La regola “è la flessibilità negli acquisti mensili sulla base della decisione trimestrale presa dal consiglio direttivo”. Anche per questo non bisogna attendersi “un marcato incremento degli acquisti già da lunedì'”, ha rilevato Lagarde, che ha anche precisato di “non avere un numero in mente” sull’entità dell’accelerazione.
Sul fronte della crescita la Bce si attende che, dopo il calo del 5,7% segnato negli ultimi tre mesi del 2020, il Pil dell’Eurozona risulti in calo anche nel primo trimestre di quest’anno. Le campagne di vaccinazione, partite al rallentatore dovrebbero diventare più efficaci a partire da giugno lasciando immaginare un aumento del 4% quest’anno, del 4,1% nel 2021 e del 2,1% nel 2023. Tutto questo al netto del pacchetto Biden da 1.900 miliardi di dollari appena approvato dal Congresso Usa. “Crediamo che avrà un impatto, anche se non dobbiamo sovrastimarlo”, sull’area dell’euro, ha detto Lagarde, “e lo vedremo tra tre mesi, quando metteremo a punto le nostre previsioni di giugno”.
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