Palazzo Chigi
3 minuti per la letturaDonne, giovani e Sud: sono queste le priorità individuate dalla nuova bozza del Recovery plan recapitato ieri da Palazzo Chigi alle forze politiche di maggioranza. Su queste tre priorità cui è stata assicurata la trasversalità a tutte le missioni su cui si distribuiscono i miliardi del Next Generation Eu. Trasversalità che, secondo le stime del Mef e del ministero del Sud, in particolare, dovrebbero portare nel Mezzogiorno il 50% della quota “investimenti”, con ricadute sulla dotazione dei servizi pubblici essenziali, ricerca, istruzione, infrastrutture, ambiente.
Per riaccendere i motori del Paese il piano può contare su una dotazione finanziaria di 222 miliardi complessivi, grazie a un “contributo” del Fondo sviluppo e coesione pari a 21 miliardi che, spiegano dal ministero del Sud, andranno a finanziare progetti aggiuntivi nel Mezzogiorno – dall’alta velocità alla banda larga e il 5G, dai porti al ciclo dei rifiuti e al trasporto locale – “viaggiando” su una corsia più veloce grazie all’aggancio con il Recovery plan.
A questi si aggiungono i 13 miliardi di React Eu di cui due terzi, si legge nel documento, a favore del Mezzogiorno – 1,2 miliardi del Just Transition Eu, risorse dei fondi strutturali e della manovra. L’aumento della quota complessiva degli investimenti che arriva ora al 70%, con una conseguente riduzione degli incentivi al 21%, dovrebbe portare a una crescita del Pil del 3% e una maggiore ricaduta sui livelli occupazionali. Dalle percentuali ai numeri: gli investimenti dovrebbero arrivare a 146, 9 miliardi, a 44,9 gli incentivi.
Intanto alla missione Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura vengono destinati 45,9 miliardi tra interventi per la digitalizzazione e la modernizzazione della Pa e delle imprese, le reti in fibra ottica e la Transizione 4.0. Sugli 8 miliardi dedicati al turismo e alla cultura si prevede che una quota “significativa” vada alle regioni del Sud e per attività che impegnano soprattutto giovani e donne.
Nell’ambito dei progetti per la Rivoluzione verde – missione cui sono destinati 68,9 miliardi – tra quelli per l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare (5,2 miliardi) si punta alla realizzazione di nuovi impianti nelle grandi aree metropolitane del Centro e del Sud per la valorizzazione dei rifiuti e chiudere il ciclo, mentre si assicura che oltre il 34% dei 17,5 miliardi di investimenti su energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile saranno destinata al Mezzogiorno. Sulla missione Infrastrutture il piano investe 32 miliardi, di cui 28,3 su alta velocità di rete e manutenzione stradale.
Grazie all’intervento del Fsc sono previsti maggiori risorse sulle ferrovie meridionali (che dovrebbero ammontare a 14 miliardi su 26). Per i porti a partire da quelli di Genova e Trieste, sono previsti 3,7 miliardi, ma si assicurano risorse anche per quelli del Sud. Nella missione Istruzione e ricerca (27,9 miliardi) si prevede un forte investimento su asili e scuole d’infanzia e per contrastare l’abbandono scolastico che affligge le regioni meridionali, cominciando a ridurre il divario territoriale. Sulla ricerca, poi, due miliardi finanzieranno, tra le altre cose, un fondo per un programma nazionale e uno per l’edilizia e l’infrastrutture di ricerca in particolare al Sud.
Sulle politiche per il lavoro – missione Inclusione e coesione e 27,6 miliardi di dote – si prevede la fiscalità di vantaggio al Sud e nuove assunzioni di giovani e donne (4,47 miliardi del React Eu), mentre un “focus significativo” è dedicato al potenziamento delle infrastrutture sociali. Sono concentrati nel Meridione poi interventi per infrastrutture e laboratori per il trasferimento tecnologico in contesti urbani da rigenerare. Ultima missione la Sanità che aumenta le risorse da 9 a 19,7 miliardi: si punta a potenziare la rete di assistenza territoriale, superare il divario strutturale tra i diversi sistemi sanitari regionali garantendo omogeneità nell’erogazione dei Lea e a costruire un sistema integrato di servizi ospedalieri, servizi sanitari locali e servizi sociali.
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