Il ministro Roberto Gualtieri in Parlamento
5 minuti per la letturaMentre la legge di Bilancio “salva” il dimezzamento dell’Ires per le imprese che investono nelle Zone economiche speciali (Zes) del Mezzogiorno, il Milleproroghe “perde” lo stop alle trivelle su tutto il territorio nazionale previsto da una prima bozza del decreto. Tour de force nelle sedi istituzionali per le “incombenze” di fine anno, cui stavolta dovrebbe aggiungersi anche il capitolo Recovery fund.
Intanto ieri la legge di bilancio ha incassato la fiducia dell’aula di Montecitorio, con 314 sì, 230 no e 2 astenuti. Il voto finale sul provvedimento è previsto dopo Natale: l’appuntamento è fissato per domenica con l’avvio alle 19 delle dichiarazioni di voto.
La manovra dovrà poi passare al vaglio del Senato per l’approvazione definitiva che dovrà avvenire in tempi strettissimi per evitare l’esercizio provvisorio.
Salva la fiscalità di vantaggio per le imprese che investono nelle Zes del Sud: l’emendamento che l’introduceva nella legge di Bilancio era finito, tra gli altri, nel mirino della Ragioneria generale dello Stato che ne aveva ravvisato la mancanza di copertura. Questione superata: le nuove imprese che vi si insediano potranno contare sul taglio del 50% dell’Ires (Imposta su redditi delle società) per 7 anni, a patto che mantengano la loro attività nelle “zone” per dieci anni e conservino i posti di lavoro.
Una volta approvata la manovra «il Sud avrà per i prossimi anni uno strumento rivoluzionario di attrazione di nuove attività economiche che potranno consentire di recuperare il gap di competitività in termini di occupazione e sviluppo complessivo del territorio», ha dichiara il deputato Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche europee della Camera, che ha proposto l’emendamento insieme al collega dem Ubaldo Pagano, capogruppo in commissione Bilancio.
Rispetto al testo originario, la manovra licenziata dalla Commissione Bilancio della Camera – e “corretta” dalla Ragioneria dello Stato – presenta molte novità che – tra norme macro e micro (tante, tra bonus, incentivi e una pioggia di mancette) – valgono 4,6 miliardi derivanti dalla rimodulazione di risorse già stanziate.
Intanto è stato disposto lo slittamento dell’applicazione della sugar tax da luglio 2021 a gennaio 2022; il superbonus 110% è stato prorogato praticamente fino a tutto il 2022, con il meccanismo del secondo semestre “utile” se l’avanzamento dei lavori è al 60% entro giugno. Previsto il rilancio della rottamazione auto anche nel 2021 (nei primi sei mesi bonus anche per le ‘euro 6’) e interventi per le partite Iva.
Sul fronte della lotta al Covid arriveranno, oltre allo stop all’Iva sui vaccini, 650 milioni per assumere 3mila medici e 12.000 infermieri da dislocare per il piano vaccinale. “Salva” anche la nona salvaguardia sugli esodati, una volta superate le obiezioni della Regione generale dello Stato. Mentre per quanto riguarda Mps, si stabilisce che il ministro dell’Economia dovrà riferire, preventivamente al Parlamento circa eventuali operazioni di aggregazione o di variazione della partecipazione.
Dalla manovra al Milleproroghe con la nuova bozza del decreto arrivato nel pomeriggio di ieri sul tavolo del Cdm in cui manca lo stop alle trivelle che compariva nella precedente. Sventato quindi il blitz con cui il Mise, guidato dal Cinque stelle Stefano Patuanelli, aveva riprovato a fermare a partire dal 1 gennaio i «permessi di prospezione e ricerca per gli idrocarburi su tutto il territorio nazionale ovvero di nuove concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi o gassosi».
Scomparsa anche la norma sulle gare per l’idroelettrico. Il decreto prevede, poi, la proroga del blocco degli sfratti, fino al 30 giugno 2021, ma solo in seguito “al mancato pagamento del canone o e ai provvedimenti di rilascio conseguenti all’adozione del decreto di trasferimento di immobili pignorati ed abitati dal debitore e dai suoi familiari”. Prorogata anche nel 2021 l’integrazione della Cigs per i lavoratori dell’ex Ilva grazie a uno stanziamento di 19 milioni, a valere sul Fondo sociale per l’occupazione e formazione.
Si allunga la lista delle misure legate all’emergenza Covid prorogate dal Milleproroghe per evitarne la decadenza a fine anno: oltre a diverse disposizioni sanitarie – dall’operatività del commissario per l’emergenza Arcuri alla produzione delle mascherine in deroga fino alla possibilità di richiamare in corsia medici in pensione o specializzandi – si prevede la possibilità per i genitori con figli under 14 di chiedere lo smart working e di continuare ad acquistare buoni fruttiferi postali al telefono fino alla fine dello stato di emergenza e comunque “non oltre il 31 marzo”, non più il 1 come stabiliva il testo precedente. I Covid-hotel, poi, potranno restare aperti per tutto il 2021, e le Asl potranno procedere all’assistenza domiciliare integrata per i pazienti utilizzando queste strutture.
Si allungano fino al 30 giugno 2021 i buoni viaggio – pari al 50% della spesa e non superiori a 20 euro – previsti dal decreto Rilancio per il trasporto pubblico non di linea, con taxi o ncc destinato alle persone con disabilità e ai nuclei familiari più colpiti dalla crisi. E si allunga anche il divieto di sanzione alle imprese di trasporto pubblico locale per l’eventuale riduzione delle corse. La norma non si applica al trasporto ferroviario passeggeri di lunga percorrenza e ai servizi ferroviari interregionali indivisi.
Per il settore dell’audiovisivo si proroga fino 31 gennaio 2021 il credito di imposta per le imprese per favorire l’attrazione di investimenti, mentre l’Istituto Luce potrà emettere bond. Agli imprenditori agricoli professionali e i coltivatori diretti beneficiari dell’esonero contributivo viene sospeso il pagamento della rata in scadenza il 16 gennaio 2021 per gli importi di novembre e dicembre 2020 fino al completamento, da parte dell’ente previdenziale, delle attività di tariffazione degli importi contributivi dovuti e comunque non oltre il 31 marzo 2021.
Congelato per altri sette mesi l’adeguamento dei pedaggi autostradali, legati all’aggiornamento dei piani economici finanziari delle concessioni che potranno essere perfezionati fino al 31 luglio 2021. Mentre ad Alitalia il provvedimento concede sei mesi in più, fino al 30 giugno, per restituire il prestito da 400 milioni concesso a fine 2019 per il trasferimento di complessi aziendali.
Intanto sugli indennizzi per i treni ad alta velocità, penalizzati dal lockdown e dalle restrizioni per contenere la pandemia, arriva una “doccia fredda” dall’Europa, in quanto la burocrazia europea non riconosce i ristori del governo relativi ai periodi in cui stare a casa era “raccomandato”, ma non “obbligatorio”, dando l’ok quindi solo nel secondo caso.
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