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Il vice ministro dell'economia Antonio Misiani con la presidente dei senatori di FI Anna Maria Bernini nella seduta al Senato

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Con il via libera delle Camere al quarto scostamento di bilancio per il 2020 arriva una nuova boccata di ossigeno per le attività economiche ridotte allo stremo dalle misure di contrasto alla seconda ondata di Covid 19: 8 miliardi destinati quasi interamente al rinvio delle scadenze fiscali affidato al decreto Ristori Quater che verrà varato a stretto giro dal governo. Una tregua di fine anno. Poi sarà necessario un nuovo intervento e un nuovo extra deficit nei primi mesi del 2021, che dovrebbe pesare intorno ai 20 miliardi. Sul sì di ieri allo scostamento, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha trascinato l’intero centrodestra cui ha assicurato di aver incassato l’ok del governo alle proposte di maggiori risorse per due milioni di autonomi e professionisti e al semestre bianco fiscale. Alle opposizione, al cavaliere in primis, è andato il ringraziamento del premier, Giuseppe Conte: «È un ottimo segnale in questo momento di particolare difficoltà che sta attraversando il Paese. Auspico che questo clima di confronto e di dialogo possa accompagnare anche i prossimi, delicati passaggi che dovremo affrontare per uscire da questo periodo di emergenza». C’è la manovra di bilancio all’orizzonte – da varare in tempi risicatissimi – e non solo. Intanto Matteo Salvini ha dato la disponibilità della Lega «a partecipare a due tavoli col governo: uno sulla scuola e uno sulla riforma fiscale».

Il quarto decreto Ristori – dopo i tre che insieme valgono 10 miliardi – dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri domenica pomeriggio e approdare in Gazzetta ufficiale la stessa sera, in modo da consentire il rinvio delle scadenze fiscali del 30 novembre. Anche il Quater confluirà nel dl Ristori Uno, ora all’esame delle commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ne aveva anticipato i contenuti al termine dell’incontro bilaterale con l’omologo francese Bruno Le Maire: «Lo scostamento di bilancio ci consentirà di intervenire sulle prossime scadenze fiscali con una loro sospensione più larga di quella realizzata fino ad adesso, che riguardava i codici Ateco oggetto di restrizioni e quindi di ristoro, stiamo lavorando al prossimo decreto per rinviare le scadenze fiscali per tutti i settori economici con perdite». Intervenendo in Senato, dopo aver sottolineato «il totale dell’ulteriore indebitamento richiesto dal governo è di 108 miliardi, un ammontare senza precedenti, pari a cinque leggi di bilancio», il viceministro Antonio Misiani era sceso un po’ più nel dettaglio indicando le scadenze che saranno rinviate: «il secondo acconto Irpef, Ires e Irap; i versamenti dell’Iva, dei contributi e delle ritenute, privilegiando chi subisce dei significativi cali di fatturato perché abbiamo il dovere di essere selettivi». Un pacchetto più organico è in programma per il 2021. «È evidente – ha rilevato Misiani – che in prospettiva, dobbiamo immaginare un meccanismo più generale di sostegno al mondo del lavoro autonomo, pmi, liberi professionisti, partite Iva, che guardi quello che è successo effettivamente in questi mesi. Lo sapremo da gennaio e prevede una forma di sostegno significativa su un pezzo cruciale del mondo del lavoro italiano che non ha cassa integrazione o altri strumenti di protezione sociale che tutelano il lavoro dipendente».

Con il Ristori Quater, quindi, dovrebbe arrivare lo stop fino al 30 aprile 2021 alle tasse per chi abbia subito perdite di fatturato a causa del Covid. Dovrebbero poi essere confermate per dicembre le sospensioni già disposte per il mese di novembre per le zone rosse e introdotta una nuova moratoria fiscale, legata alla crisi Covid: dovrebbe infatti slittare al prossimo 30 aprile il pagamento del secondo acconto Irpef, Ires e Irap previsto per il 30 novembre. Nel pomeriggio Gualtieri ha riunito i capigruppo della maggioranza per fare il punto: sul tavolo, in particolare, la definizione della soglia minima delle perdite – 33% o più restrittiva – come riferimento per l’accesso ai benefici in termini di fondo perduto e rinvio delle scadenze tributarie. E una dotazione di 600 milioni come cifra a disposizione per le modifiche del Parlamento. Oltre a un ulteriore allargamento dei codici Ateco e al rinvio delle scadenze fiscali, il nuovo provvedimento dovrebbe contenere anche una “Cig di Natale”, cui potrebbe essere destinato un miliardo e 600 milioni di euro.

Intanto il conto dei danni per le attività economiche coinvolte dalle restrizioni attuali e future continua ad allungarsi: secondo il centro studi di Federalberghi, alla fine del 2020 il fatturato degli esercizi ricettivi italiani registrerà un calo complessivo del 56,7%, con una perdita di oltre 14 miliardi di euro. Uno stop allo sci per le vacanze di Natale, secondo gli enti locali ieri al tavolo con il governo, aprirebbe una nuova voragine da 20 miliardi. Ma sul punto il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, è stato netto: «La salute e le persone vengono prima di tutto – ha detto – Gli impianti da sci e il sistema vacanze invernali che sono fondamentali per la nostra economia riapriranno quando l’epidemia si sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo. I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire».


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