Gualtieri e Conte durante la presentazione del Decreto Ristori
5 minuti per la letturaROMA – «Se rispettiamo queste misure abbiamo buone possibilità di affrontare dicembre con una certa serenità, senza un sistema sanitario sotto stress. In caso contrario ci troveremo di fronte alla necessità di un lockdown. Dobbiamo scongiurarlo».
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha illustrato in conferenza stampa il nuovo decreto Ristori, varato nel pomeriggio dal Cdm, mentre in piazza del Popolo a Roma infuriava la protesta: cassonetti in fiamme, forze dell’ordine in tenuta anti sommossa. In serata lo aspettava l’ “assedio” interno alla maggioranza nella riunione con i capigruppo dove è arrivato con un punto fermo: «Il Dpcm è quello. In prospettiva, se vengono elaborate strategie diverse benissimo, ne parliamo, ma è facile fare da contrappunto. È più difficile offrire misure alternative che riportino al curva sotto controllo». La frecciata è chiaramente per Matteo Renzi per le critiche di Italia Viva al provvedimento varato domenica anche con il suo voto.
«Siamo consapevoli dell’impatto delle misure adottate» con l’ultimo Dpcm, ha quindi continuato il premier, infatti «ecco il dl ristori. Mi permetto di dire che, si può giustamente criticare, ma misure per oltre 5 miliardi, adottate con una corsa contro il tempo pazzesca, denota la responsabilità di un governo consapevole di essere davanti a gente che soffre e che non può aspettare».
Il decreto Ristoro dovrebbe approdare oggi in Gazzetta ufficiale per poi iniziare il suo iter al Senato. Comprende trentadue articoli per un “pacchetto” di misure che, ha sottolineato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, «mobilita una massa consistente d risorse, 5,4 miliardi in termini di indebitamento netto, 6,2 miliardi in termini di saldo netto da finanziare». Gli interventi vanno vanno dai contributi a fondo perduto per le imprese, alla proroga della cassa integrazione per ulteriori 6 settimane e il blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio 2021; dal rinnovo del credito di imposta sugli affitti (per ottobre, novembre e dicembre) a due nuove mensilità di reddito di emergenza; dai rimborsi per gli spettacoli dal vivo al sostegno per le associazioni sportive e dilettantistiche; dagli aiuti all’export e al sistema fieristico fino allo stop a novembre dei contributi per i dipendenti delle imprese colpite dalle chiusure previste dal Dpcm; dal blocco ai pignoramenti immobiliari, per la prima casa, fino a fine anno alla conferma della cancellazione dell’Imu dovuta il 16 dicembre. Dalla creazione di un fondo di 30 milioni per affidare ai medici di medicina generale e ai pediatri il compito di effettuare i tamponi per il Covid al rinvio al prossimo anno delle elezioni comunali in programma in novembre.
Insomma, un provvedimento che tenta di tessere un paracadute intorno alle imprese e ai lavoratori oggi al terzo giorno di semi lockdown nella speranza di frenare la corsa del virus che ieri registrava il record di 21.994 nuovi contagi e “salvare il Natale” che se si dovesse arrivare all’inasprimento delle misure, fino a un nuovo stop totale, costerebbe all’Italia 25 miliardi di consumi persi, secondo le stime di Censis e Confimprese. Senza pensare ai costi sociali, con le conseguenti tensioni di cui il Paese ha già avuto un saggio in queste ultime giornate di ottobre. Il governo cerca di correre ai ripari e intanto allunga di sei settimane la cassa integrazione per un periodo ricompreso tra il 16 novembre 2020 e il 31 gennaio 2021 chi ha già utilizzato la precedente tranche di nove settimane. I datori di lavoro che presentano domanda per la Cig dovranno versare contributo addizionale in base al calo del fatturato fino all’esenzione per chi abbia avuto un calo superiore o pari al 20% o abbia aperto l’attività dopo il primo gennaio 2019. La misura è accompagnata dal blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio. E’ prevista una nuova indennità una tantum da mille euro per i lavoratori stagionali del turismo, degli stabilimenti termali e dello spettacolo.
Per il contributo a fondo perduto alle imprese – circa 350mila compongono la platea interessata – il decreto fissa un tetto massimo 150mila euro. Per chi ne ha già beneficiato, grazie al decreto Rilancio, sarà erogato automaticamente, ha spiegato Gualtieri, entro la metà di novembre ad opera dell’Agenzia delle Entrate. «Abbiamo deciso di potenziare queste misure ricevendo una multiplo di quanto ricevuto in precedenza», ha poi sottolineato. Per chi non l’ha avuto o ha un fatturato superiore ai 5 milioni, cui è stato allargati il contributo, dovrebbe averlo entro metà dicembre. Il ministro ha fatto qualche esempio: «L’importo medio che arriverà a ristoranti fino 400mila euro di fatturato sarà di 5.173 euro; per quelli di fascia maggiore, fino a 1 milione di euro, 13.920 euro; per quelli con fatturato fino a 5 milioni di euro il ristoro medio sarà di 25.000 euro». «Per i settori chiusi completamente come palestre, piscine, teatri, cinema, l’importo viene raddoppiato-ha detto il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli – Molti ristoranti sono aperti solo la sera, perdono molto più di metà del loro introito, anche per questi dopo il confronto con le categorie abbiamo deciso di applicare il coefficiente del 200%. Il 150% andrà a bar pasticcerie, gelaterie». Il fondo per la cultura, poi, incrementa la sua dotazione di 100 milioni di euro. Le risorse saranno destinate al sostegno delle librerie, dell’intera filiera dell’editoria. Sarà possibile rimborsare con voucher i biglietti per gli spettacoli dal vivo bloccati dal Dpcm. E poi ci sarà un fondo da 400 milioni di euro per le fiere internazionali cancellate per la pandemia, 100 milioni per il settore agricolo e Horeca, 400 milioni per il sostegno agli operatori turistici, dalle agenzie di viaggio e i tour operator alle guide e gli accompagnatori turistici, un fondo da 50 milioni per il sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche e delle società sportive dilettantistiche.
Il decreto Ristori interviene poi direttamente anche nella lotta al Covid 19 creando un fondo da 30 milioni per rafforzare il sistema diagnostico per il Covid con tamponi antigienici ad opera di medici di medicina generali e pediatri: si prevede che tra novembre e dicembre verranno effettuati 2 milioni di questi test, per un tariffa media di 15 euro ciascuno. Presso il ministero della Salute viene istituito un servizio nazionale di risposta telefonica alle persone risultate positive al Covid, o che hanno avuto contatti stretti o casuali con soggetti risultati positivi, con il compito di svolgere attività di contact tracing e sorveglianza sanitaria nonché di informazione e accompagnamento verso i servizi di prevenzione e assistenza.
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