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Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri

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PER IL governo scatta l’ultimo appello. Il Decreto Ristoro che sarà approvato questa mattina dal consiglio dei ministri rappresenta la chiamata finale. Sussidi insufficienti e ritardi nei pagamenti potrebbero aprire scenari assai poco piacevoli. I disordini che cominciano a manifestarsi per le strade e le piazze sono il segnale che la situazione potrebbe sfuggire di mano. Ci sono già le manifestazioni come quella di Napoli dove, comunque, si nota la presenza di molti professionisti della rivolta.

Molto più gravi le iniziative simboliche come quella che sta organizzando la Fipe-Confcommercio. Partecipano imprenditori spaventati del loro futuro. Dice Aldo Cursano, vice presidente dell’associazione: «Il mondo della ristorazione è a terra. E a terra apparecchierà la ‘sua ultima cena’ nelle piazze di tutti capoluoghi d’Italia». L’appuntamento è per domani alle 11,30 nelle piazze di tutti i capoluoghi di regione. «L’ultimo Dpcm ha decretato la nostra morte» aggiunge. Il ministro Gualtieri promette che entro l’11 novembre i sussidi saranno nei conti correnti dei beneficiari. Ammesso che i tempi vengano rispettati c’è l’altro problema ben più grave: basteranno?

Unimpresa calcola perdite complessive per mezzo miliardo al giorno che portano il totale a venti miliardi in un mese. Confcommercio non si allontana molto parlando di una perdita di 17,5 miliardi per il quarto trimestre. Solo per cassa integrazione, indennità straordinaria per gli stagionali del turismo e gli altri sussidi ai lavoratori servirebbero allo stato attuale non meno di 3-4 miliardi. Poi ci sono cinque miliardi da utilizzare per allungare la cassa integrazione di dieci settimane. Nella legge finanziaria si aggiungeranno altre 8 settimane, per un totale di 18. Tuttavia uno spostamento di risorse verso gli indennizzi, rischia di accorciare la prima tranche di Cig d’emergenza da 10 a 6 settimane, e arrivare così a fine dicembre. Insomma si sta avverando lo scenario peggiore disegnato dalla Nota di Economia e Finanza approvata la scorsa settimana. La caduta sarà tale da portare oltre il 10% la riduzione del Pil di quest’anno e tagliare in misura enorme il rimbalzo dell’anno prossimo: dal 5,1% stimato dall’Ufficio parlamentare del Bilancio all’1,8%. E allora la domanda: alla fine quanti soldi serviranno per evitare questa tragedia cui il governo certamente non potrebbe sopravvivere? Ogni categoria, ovviamente, tira la coperta dalla sua parte. Confesercenti parla di «un’ulteriore riduzione di circa 5,8 miliardi di euro di consumi delle famiglie».

Sarebbe l’ennesimo colpo per commercio, turismo e ristorazione, che potrebbe causare la chiusura di altre 20mila attività, portando da 90 a 110mila le cessazioni di impresa previste quest’anno». Per Fipe-Confcommercio nuove misure restrittive costeranno alle imprese della ristorazione «almeno 2,7 miliardi di euro al mese» che si aggiungono «ai 30 miliardi già persi fino a questo momento. Per Coldiretti è a rischio un terzo della spesa alimentare degli italiani. Federpesca parla di un salasso da 45 milioni. Complessivamente il sistema dei fornitori di bar e ristoranti una perdita di un altro miliardo che aggiungendosi a quella dei mesi scorsi porta a 8 miliardi la caduta complessiva del giro d’affari del 2020. «Chiediamo aiuti concreti e immediati» dice Maurizio Danese, presidente dell’l’associazione che rappresenta le principali aziende italiane del food nel canale del “fuori casa” . Solo il vino denuncia un taglio di due milioni di bottiglie pari a 1,2 miliardi di euro. L’elenco potrebbe continuare ma il problema resta: nelle casse del Tesoro ci sono le risorse necessarie per fronteggiare questa emergenza? Da quanto si può capire le risorse non dovrebbero mancare.

Le entrate tributarie, infatti, sono calate nei primi otto mesi meno del Pil. All’appello mancano 16.692 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Vuol dire una riduzione del -5,8% a fronte di una variazione negativa del Pil che solo nel secondo trimestre dell’anno è stata del 17,7% rispetto al 2019. In conclusione gli italiani, pur con tutte le difficoltà del Covid e le moratorie concesse dal governo hanno continuato a pagare le tasse. E lo hanno fatto anche quando gli affari non andavano benissimo. Non a caso la caduta dell’Iva è stata praticamente uguale a quella del Pil Nelle casse del Tesoro , a questo punto. dovrebbero esserci una disponibilità di circa 60 miliardi che verrà ulteriormente irrobustite con l’emissione di Btp Futura prevista per la fine della prossima settimana. Nel calcolo bisogna aggiungere i circa 44,5 miliardi conservati nella società “Patrimonio Separato” attraverso cui Cdp conta di intervenire a sostegno delle imprese in crisi. Si tratta di quello che su queste colonne è stato battezzato il Piano B: ora è il momento di attuarlo.


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