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Ursula von der Mayer e Giuseppe Conte

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A Bruxelles l’intervento sulla fiscalità di vantaggio per le Regioni del Mezzogiorno andrà spiegata bene. Costi, obiettivi e strumenti dovranno essere chiari.
Perché in generale le norme dell’Unione europea non impediscono questo tipo di interventi, se riguardano aree in ritardo di sviluppo e con una considerevole disoccupazione, ma Bruxelles deve essere coinvolta e le scelte devono essere concordate. Dunque il lavoro va fatto bene, e deve essere convincente.

CLIMA FAVOREVOLE

Il clima politico dovrebbe essere abbastanza positivo, anche perché da settimane la Commissione non fa che dire che le aree più deboli o più colpite dalla crisi devono essere le più sostenute.
«Regioni e Stati membri risulteranno colpiti in modo diverso dalla crisi innescata dalla pandemia di Coronavirus, e dunque c’è il rischio di forti squilibri», diceva la commissaria per la Coesione, Elisa Ferreira, la quale ha poi raccomandato «caldamente agli Stati membri di usare i fondi europei sulla base della situazione regionale», così da riuscire a «sostenere le regioni più vulnerabili, quelle che non ce la farebbero da sole» a uscire dalla crisi.

In definitiva, dunque, l’obiettivo è condiviso. Anche se la commissaria stava parlando dell’uso dei fondi del Piano di rilancio concordato con grande fatica dai capi di Stato e di governo a metà luglio, il risultato degli interventi deve essere quello di non lasciare indietro nessuno, di coprire per quanto possibile le differenze nella risposta e nelle possibilità di rilancio.

Il quadro generale prevede però anche che gli interventi dei governi, spiegano a Bruxelles, siano essi finanziati con i fondi della Ue o in altra maniera, devono convergere sui «nostri obiettivi» di ripresa, che dovrà assolutamente essere «inclusiva, sostenibile, digitale».

SQUILIBRI DA SANARE

Proprio un paio di giorni fa la Commissione ha approvato un intervento della Regione Campania che prevede il rafforzamento del supporto per il sistema sanitario e la ricerca medica, e questo va da sé che venga approvato in questo periodo, ma la parte innovativa è che si è dato il via libera a quanto deciso a Napoli per fornire capitale in sovvenzioni e garanzie alle microimprese, e di finanziare strumenti informatici per migliorare l’e-learning.

Che il quadro, se si rispetteranno questi principi, sia favorevole lo spiega anche una recente dichiarazione di Fabio Panetta, membro del board della Banca centrale europea, il quale ha spiegato che «è difficile immaginare uno sviluppo equilibrato in un’economia in cui un terzo dei cittadini ha un reddito pro-capite pari alla metà del resto del Paese e intere regioni sono afflitte da disoccupazione diffusa e carenze infrastrutturali».
Panetta si dice inoltre favorevole anche all’idea di puntare su una fiscalità di vantaggio come leva per riuscire a rilanciare l’economia meridionale.

D’altra parte la stessa commissaria Ferreira, nel corso di una riunione di ministri europei a Bruxelles, aveva spiegato che il lavoro sul rilancio dell’economia prevede «la flessibilità di incanalare i finanziamenti verso le maggiori esigenze».


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