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Giuseppe Conte

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«Il Mezzogiorno avrà un’attenzione privilegiata» nel progetto di ricostruzione del Paese ridotto in macerie dalla crisi economica generata dal Covid 19, aveva promesso il premier Giuseppe Conte alla vigilia degli Stati generali e con all’orizzonte le risorse del Next Generation Eu che all’Italia riservavano 172 miliardi su 750. Ora le risorse per il Paese sono diventate 209 miliardi, e ieri sera la prima riunione della cabina di regia sul Recovery plan – ovvero del Comitato interministeriale per gli affari europei (Ciae) – è stata l’occasione per dimostrare di voler tener fede alla promessa.

Priorità al Sud, sarebbe stata l’indicazione del premier ai ministri convocati per l’appuntamento, quasi sollecitando una presa di coscienza collettiva dello stato di abbandono in cui le regioni meridionali sono state lasciate per anni, a vantaggio del resto del Paese, come dimostrano gli oltre 61 miliardi di risorse dirottate ogni anno al Nord.

Questa volta il Sud può contare sull’ “aiuto” di Bruxelles, da cui è arrivato l’invito a “investire” parte delle risorse nel superamento degli squilibri territoriali. L’aver poi condizionato l’erogazione dei fondi allo stato di attuazione delle riforme e degli investimenti nel Paese potrebbe equivalere a una sorta di assicurazione sull’impegno del governo a mettere in cantiere la ricostruzione del Meridione accanto a quella della penisola.

La clausola del 34% riserverebbe al Mezzogiorno 71 dei 209 miliardi portati a casa dal presidente del Consiglio al termine della maratona al Consiglio europeo. Risorse da investire nelle infrastrutture, sull’alta velocità in primis che si ferma ancora a Salerno. Il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, è andata oltre il 34%, parlando di oltre 83 miliardi di investimenti su strade, autostrade, porti, banda larga nelle regioni meridionali.

Però nell’elenco di opere incluse nel suo piano “Italia Veloce”, allegato al decreto Semplificazioni, l’unico cantiere aperto e velocizzabile al Sud è quello dell’alta velocità sulla Napoli-Bari, gli altri sono tutti fermi alla fase progettuale. Assicurando attenzione al Mezzogiorno, il premier aveva indicato nella fiscalità di vantaggio lo strumento per renderlo più attrattivo anche agli occhi degli investitori privati: i tecnici stanno lavorando per mettere a punto la misura, confidando nel superamento delle resistenze dell’Europa tradizionalmente ostile a quelli che vengono considerati aiuti a vantaggio di una sola parte del territorio. Ieri, intanto, di fronte al Senato, Conte ha sostenuto l’inevitabilità del rinnovo dello stato di emergenza fino al 15 ottobre perché, ha sostenuto, «la pandemia è ridimensionata, ma non è finita».


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