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Il decreto Maggio, dalle bozze circolate, nasce con un peccato originale. Pensare che il Paese sia uno. La stessa convinzione che ha l’Europa e che non consente, generalmente, che si abbia una fiscalità differenziata per aree, tranne rare eccezioni, che invece è consentita per Paesi come l’Irlanda o l’Olanda che, essendo omogenei, hanno la possibilità di farlo.
Si sta comportando nello stesso modo il governo nazionale, dimenticando che invece è evidente che i Paesi sono due. Nel reddito pro-capite, nella vita media, negli occupati nel manifatturiero, nella quota di esportazione per addetto, nei km di alta velocita per chilometro quadrato, nella dimensione media delle imprese, nel numero di occupati sulla popolazione complessiva, solo per citare alcune variabili.
IL PAESE SPEZZATO
E dimenticando tutto questo arriva un decretone da 55 miliardi che ha lo scopo prevalente di far ripartire la locomotiva, quel Boeing che ha avuto spezzata un’ala e che ha dovuto effettuare un atterraggio di emergenza. Si sta cercando di riparare velocemente l’ala, non facendo gli accertamenti per capire per quale motivo l’incidente è accaduto. Se è stato un caso che l’epidemia si sia diffusa e ancor oggi staziona solo in una area del Paese.
Si sta ripartendo come se nulla fosse accaduto. Rimettiamo l’aereo in pista fino all’incidente successivo. Il Mezzogiorno? Produce soltanto 400 miliardi di Pil sui 1.700 complessivi. Ci sarà un secondo momento nel quale ce ne potremo occupare, per ora è indispensabile far ripartire la giostra.
Ma avere regole uguali per realtà diverse può essere un modo per penalizzare i più deboli e fragili. Pensare come se il Paese fosse uno è un modo per avviare la ripartenza con il passo sbagliato. Se poi si approfitta dell’occasione per distribuire le risorse sulla base della spesa storica o per fare favori ai propri amici, allora si cade nell’osceno.
Le risorse messe a disposizione sono tante, la direzione che tali risorse prenderanno è inevitabilmente una: quella della parte più forte, visto che non vi è una attenzione particolare alla parte più fragile. Che è il Sud, già in recessione prima dell’emergenza corona virus, e che adesso dovrebbe essere capace, con le sue piccole e medie imprese, di inserirsi in maniera competitiva rispetto a un tessuto molto più forte, sia da un punto di vista di patrimonializzazione che di struttura societaria, ma anche di capacità di esportazione.
CETTO LA QUALUNQUE
Il decreto consta di 256 articoli ponderosi, che riguardano i privati e le aziende e che sembrano dare una risposta a tutte le richieste. Questo decretone somiglia più a un intervento alla Cetto La Qualunque che alla Robin Hood. Una bozza di 464 pagine che si occupa di tutto e che ha lasciato spazio per le scorribande più incredibili. Senza una logica a prima vista di quadro di insieme, che sottende una volontà di pianificazione appannaggio dei regimi.
E guardandolo, non quell’attenzione che meriterebbe, ci vorrebbero in realtà parecchi giorni per farlo in modo completo, si vede la manina del singolo ministro, piuttosto che della lobby che ha inserito approfittando della crisi l’articolo a difesa del proprio “particulare”.
Alcuni esempi: la manina della Regione Emilia Romagna la vedi nella disposizione che autorizza la spesa di euro 10 milioni per l’anno 2020 e di euro 15 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022 per gli interventi necessari a completare la realizzazione del Tecnopolo di Bologna, potenziando la partecipazione italiana a istituzioni e progetti di ricerca europei e internazionali. Il Tecnopolo di Bologna si candida oggi a diventare un ecosistema di alta-tecnologia Big Data che lega formazione, ricerca e territorio.
Grazie a una straordinaria e sinergica cooperazione tra amministrazioni è stato infatti già attratto nell’area il più grande Centro di Elaborazioni dati in materia di metereologia e climatologia del mondo, quello del Centro Elaborazioni Dati del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (European Centre for Medium-Range Forecasts – ECMWF), che sarà operativo da inizio 2021 e per il quale l’Organismo internazionale effettuerà investimenti dell’ordine di 120 milioni di euro. Ma il pensiero che forse per consentire una diminuzione dei divari tali centri andrebbero localizzati nel Mezzogiorno è una bestemmia o una banalità?
O risorse importanti per le province colpite più duramente, che sono però tra le province più ricche del Paese: «In considerazione della particolare gravità dell’emergenza sanitaria che ha interessato i territori di alcune province è istituito presso il Ministero dell’interno un fondo con una dotazione di 200 milioni di euro per l’anno 2020, in favore dei comuni ricadenti nei territori delle predette province».
LE “MANINE”
Anche il buon Di Maio consente al suo ministero di stipulare con enti pubblici e privati convenzioni per l’acquisizione di servizi di internalizzazione del sistema Paese. Per non parlare degli interventi di infrastrutturazioni ulteriori ovviamente nelle aree ricche: per esempio si prevede la realizzazione di una nuova bretella di collegamento tra le linee Verona- Brennero e Fortezza-San Candido
Per le medesime finalità è, altresì, autorizzata, per la realizzazione del collegamento ferroviario Bergamo – Aeroporto di Orio al Serio, la spesa complessiva di 100 milioni di euro.
Infine si evidenzia che il collegamento con l’aeroporto di Bergamo costa 170 milioni, alla luce della effettuazione della progettazione, cui sono stati destinati gli 8 milioni sinora disponibili nel CDP di RFI. Le ulteriori somme necessarie al completamento dell’opera saranno poste a carico del fondo per le Olimpiadi.
O la previsione dello stanziamento di risorse pari a complessivi 128 milioni di euro per gli interventi di raddoppio selettivo della linea ferroviaria Pontremolese (Parma-La Spezia).
FONDI STRUTTURALI
Ma quello che è inimmaginabile è l’articolo 231 del capitolo XI che viene individuato come “coesione territoriale “ e che dice «A decorrere dal 1° febbraio 2020 e per gli anni 2020 e 2021, le risorse Fondo Sviluppo e coesione rinvenienti dai cicli programmatori 2000-2006, 2007-2013 e 2014-2020 possono essere in via eccezionale destinate ad ogni tipologia di intervento a carattere nazionale, regionale o locale connessa a fronteggiare l’emergenza sanitaria, economica e sociale conseguente alla pandemia».
Ma non erano state date assicurazioni che i fondi strutturali non sarebbero stati utilizzati per l’emergenza? La battaglia si sposta in Parlamento, se il Sud la saprà condurre. Un altro passaggio nel quale, però, alla fine tutto passerà con una fiducia che salverà l’impianto cosi come è stato, malamente, pensato.
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