Francesco Boccia
3 minuti per la letturaPerequazione infrastrutturale, distribuzione equa e diritti uguali. Non solo tra le Regioni, ma anche per gli enti locali.
Questi i pilastri su cui poggia la bozza della legge-quadro inviata dal ministro delle Autonomie Francesco Boccia alle Regioni. I due articoli sono composti di vari commi, che possiamo svelare nel dettaglio. Il primo (Principi per l’attribuzione alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia, ai sensi dell’articolo 116 terzo comma della Costituzione) prevede che le intese tra lo Stato e le Regioni devono determinare nelle materie oggetto di attribuzione i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) o gli obiettivi di servizio uniformi su tutto il territorio nazionale ed i fabbisogni standard, ai sensi dell’articolo 117, della Costituzione. Poi va deciso il finanziamento delle funzioni attribuite sulla base dei fabbisogni standard, dei livelli essenziali delle prestazioni o degli obiettivi di servizio. Lo scopo finale è assicurare su tutto il territorio nazionale i livelli delle prestazioni o gli obiettivi di servizio anche attraverso la perequazione infrastrutturale.
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Tutto ciò deve avvenire nel solco del dettame costituzionale, secondo la bozza di legge quadro, quindi nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, previsti dall’articolo 118 della Costituzione, oltre che con riferimento al principio solidaristico che connota il sistema degli enti locali. Se dopo un anno dall’approvazione dell’intesa, non sono stati determinati lep e fabbisogni, le funzioni sono attribuite con decorrenza dal 1 gennaio dell’esercizio immediatamente successivo e le relative risorse sono assegnate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sulla base del riparto delle risorse a carattere permanente iscritte nel bilancio dello Stato a legislazione vigente. Ma è nella lettera “d” la vera novità finalizzata a non rendere le Regioni “staterelli” che possono fare il bello e cattivo tempo.
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Si dovrà operare il riparto tra Regione ed enti locali delle funzioni amministrative oggetto di attribuzione, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, previsti dall’articolo 118 della Costituzione, oltre che con riferimento al principio solidaristico che connota il sistema degli enti locali. All’affidamento delle funzioni si procede, tenuto conto infatti delle funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane definite dalla legislazione statale, ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione. L’articolo 2 (Modalità definizione dei LEP e degli obiettivi di servizio) prevede che i lep e i fabbisogni sono individuati con uno o più decreti del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro per gli affari regionali e le autonomie di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentiti i Ministri di volta in volta competenti, entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di approvazione dell’intesa.
Per farlo, verrà nominato un Commissario, un Dirigente preposto alla struttura di livello dirigenziale generale del Ministero dell’economia e delle finanze competente per materia. Nel decreto di nomina sono definiti i compiti, i poteri del Commissario, la durata in carica, nonché il compenso connesso ai compiti aggiuntivi. Il Commissario si avvale di una struttura di missione posta alle sue dirette dipendenze istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie, nella quale è assicurata la partecipazione di rappresentanti designati dalla Conferenza delle Regioni. Avrà il supporto tecnico della Società Soluzioni per il sistema economico – Sose S.p.A., dell’ISTAT e della Struttura tecnica di supporto alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome presso il Centro interregionale di Studi e Documentazione (CINSEDO) delle Regioni. Il tutto in sinergia con la Commissione Tecnica per i fabbisogni standard.
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