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Prima la scarsa partecipazione dei Comuni, poi le difficoltà nella gestione dei bandi e nelle progettazioni: gli Avvisi Pnrr per la costruzione dei nuovi asili nido si stanno dimostrando un percorso ad ostacoli. Lo ha evidenziato la Corte dei Conti la settimana scorsa, lo conferma il nuovo report della fondazione Openpolis pubblicato ieri: “Le continue evoluzioni, riaperture e aggiustamenti del bando nidi mostrano come per l’attuazione del Pnrr siano necessarie numerose azioni e decisioni. Come rilevato, le graduatorie provvisorie hanno già subito aggiornamenti e tutto potrà ancora cambiare in fase di implementazione”.
Insomma, tutto è ancora sulla carta e anche quel famoso 55% di fondi riservato al Sud potrebbe essere modificato in corso d’opera. In realtà, delle variazioni ci sono già state. “Tra la fine di ottobre e il mese di novembre – scrive Openpolis – sono state pubblicate le graduatorie aggiornate del bando Pnrr sugli asili nido. Oltre a sciogliere numerose riserve sui progetti presentati dai comuni, il nuovo decreto direttoriale rimodula gli importi per oltre il 18% degli interventi previsti sui nidi. Non siamo ancora alle cifre definitive, dal momento che restano quasi 300 interventi classificati come “riserva” e che ulteriori verifiche sull’ammissibilità dei progetti potranno essere svolte nelle prossime settimane, prima della sottoscrizione dell’accordo di concessione con gli enti locali interessati. Proprio per questo però, si tratta di un caso emblematico delle potenzialità e delle criticità che stanno dietro all’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza”.
Sono ben 12 gli step procedurali previsti dal cronoprogramma interno del piano nidi. “Un processo – sentenzia Openpolis – non semplice da tracciare, ma in cui il monitoraggio è – proprio per questo – ancora più importante. E lo diventerà sempre di più nei prossimi mesi e anni, man mano che gli stanziamenti dovranno arrivare a destinazione, attraverso atti amministrativi, accordi di concessione, gare d’appalto”.
“Non si tratta – si legge ancora nel report – solo di una questione di tempi o procedurale. Le modifiche in corsa possono avere un impatto sugli stessi risultati che saranno raggiunti nel 2026. La scelta di finanziare con le risorse dei nidi i poli per l’infanzia (che comprendono sia nidi che scuole d’infanzia) ha consentito di mantenere la quota del 55% delle risorse al mezzogiorno. Ma impone l’accortezza di specificare – per ciascun progetto – quanti posti distinti per i 2 servizi saranno realizzati”.
In sostanza, ci sono ancora dei punti interrogativi sui nuovi nidi al Sud. La settimana scorsa a lanciare l’allarme è stata la Corte dei Conti: i giudici hanno evidenziato ritardi sullo stato di avanzamento del Piano per asili nido e scuole dell’infanzia. I giudici contabili hanno raccomandato al ministero dell’Istruzione di accelerare.
Nel dettaglio, la relazione della Corte dei Conti sottolinea “il mancato rispetto dell’obiettivo intermedio (milestone) nazionale relativo alla selezione degli interventi da ammettere a finanziamento (scaduto il 31 marzo 2022)”, evidenziando il rischio che “il ritardo accumulatosi pregiudichi l’obiettivo intermedio europeo di aggiudicazione dei lavori, da raggiungersi entro il secondo trimestre 2023”. Il potenziamento degli asili riguarda e interessa soprattutto il Sud, dove attualmente i posti a disposizione sono nettamente inferiori alla media europea e italiana.
Le risorse Pnrr destinate all’obiettivo ammontano a 4,6 miliardi di euro, di cui 700 milioni per progetti già in essere (finanziati con fondi nazionali), 2,4 miliardi per la costruzione di nuovi asili nido, 600 milioni per le scuole dell’infanzia e 900 milioni per le spese di gestione. Per quanto riguarda i primi 700 milioni, il 54% circa è stato destinato ai Comuni del Sud. Coni 4,6 miliardi complessivi saranno finanziati 2.189 interventi: 333 scuole dell’infanzia e 1.857 fra asili nido e poli.
Già a novembre il governo Meloni si era accorto dei ritardi e aveva deciso di correre ai ripari: per non far naufragare i progetti ha rimesso in discussione il cronoprogramma facendo slittare di due mesi, dal 31 marzo al 31 maggio 2023, la scadenza italiana per l’aggiudicazione dei lavori. Ma siccome nella catena delle scadenze uno slittamento produce inevitabilmente un effetto domino, si è deciso che si proverà a ridiscutere anche la milestone europea che prevede l’avvio dei lavori entro il 30 giugno prossimo.
Sull’intervento, che ha l’obiettivo di creare 264.480 nuovi posti pubblici negli asili italiani entro il secondo semestre del 2025, la magistratura contabile ha menzionato le spese di gestione tra le cause dell’inadeguata risposta degli enti locali all’avviso pubblico per l’aumento dei posti negli asili nido, raccomandando al ministero dell’istruzione una razionalizzazione, nonché la gestione unitaria dei fondi, da trasferire agli enti locali medesimi, destinati ai servizi educativi per i bambini al di sotto dei tre anni, correlando le spese da sostenere con i nuovi posti previsti dal Piano.
La Corte ha, infine, invitato il ministero a completare celermente la relativa istruttoria e a sottoscrivere gli accordi di concessione con gli enti locali beneficiari, in un complessivo percorso di accelerazione a tutela dell’investimento, sia per i suoi risvolti sui migliori risultati scolastici dei bambini destinatari di istruzione prescolastica, sia per l’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro, con riduzione degli attuali divari territoriali e di genere.
Nel dettaglio, alle regioni del Mezzogiorno andrà il 54,98% delle risorse per gli asili nido e il 40,85% di quelle per le scuole dell’infanzia. Lo stanziamento aggiuntivo del Ministero ha permesso di finanziare 19 interventi in più con punteggio pari merito nella graduatoria degli asili nido e 18 interventi in più con punteggio pari merito nella graduatoria delle scuole dell’infanzia e, nella stessa graduatoria, ulteriori 18 interventi negli istituti del Mezzogiorno. È stato possibile finanziare inoltre anche ulteriori 11 progetti di asili nido nelle regioni del Mezzogiorno, candidati a seguito della riapertura dei termini.
L’importanza, soprattutto per il Mezzogiorno, di non perdere tempo e nemmeno un euro per il potenziamento degli asili è data dai numeri: al Sud mancano la bellezza di 106.582 posti nei soli asili nido per raggiungere almeno l’obiettivo minimo, fissato dall’Europa, di 33 posti ogni 100 bambini tra i 0 e 2 anni.
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