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Ma cos’è questa crisi? Così recitava il ritornello di una canzone degli anni Trenta. Appunto: cos’è oggi “questa crisi”. I pranzi di Natale, anche se più cari per l’inflazione, hanno resistito, vero boom per il turismo con il tutto esaurito, dalle località sciistiche a quelle marine fino alle città d’arte e, anche se con maggior propensione al riciclo, non si è persa la tradizione dei regali.
Insomma, le indicazioni sulla prima tranche di feste sembrano aver confermato la fiducia crescente dei cittadini, rilevata dall’Istat. Non si possono certo ignorare i tre milioni di poveri su cui si dovrebbe concentrare una robusta spesa di sostegno, ma il Paese non è sull’orlo di un buco nero in cui mesi fa sembrava che dovesse sprofondare.
I NUMERI DELLA SPESA
Gli indicatori dell’Istat su fatturato, Pil e occupazione trovano infatti riscontro nella vita quotidiana. Le famiglie italiane, secondo il bilancio tracciato dal Codacons, hanno speso nelle festività 19,8 miliardi. Sono stati investiti circa 6,7 miliardi in regali e 2,7 miliardi per cenoni e pranzi. E gli oltre 12 milioni che hanno viaggiato hanno generato, sempre secondo i dati Codacons, un giro d’affari di oltre 10 miliardi.
I quasi 2,7 miliardi per cibi e bevande che hanno allietato le tavole del 91% degli italiani che hanno trascorso le festività in casa, sono stati spesi, rileva Coldiretti, per acquistare pesce (presente su 7 tavole su 10), ma anche carne e salumi, per un totale di 950 milioni, e spumante, immancabile per l’84% dei consumatori, che con il vino e altre bevande ha assorbito 550 milioni.
E ancora, frutta e verdure per oltre 500 milioni, pasta e pane (200 milioni), formaggi e uova (190 milioni) e il panettone, che quest’anno ha sorpassato il pandoro, per una spesa che con tutti gli altri dolci si è attestata a 300 milioni.
TRA I REGALI CRESCE LA VOGLIA DI RICICLO
Sostanziosa anche le spesa per i regali, che ha toccato 7,4 miliardi. Anche se – rileva un’indagine Coldiretti/Ixe’ – quasi il 29% dei doni sarà riciclato o venduto sul web.
Un’abitudine non nuova, ma che quest’anno raggiungerà una maggiore intensità per la necessità di risparmiare. E per questo c’è anche chi decide di far cassa. I prodotti con il minor tasso di “riciclo”, secondo l’organizzazione agricola, sono quelli dell’enogastronomia, per i quali si trova sempre l’occasione di consumo, mentre più a rischio sono i capi di abbigliamento e i prodotti per la casa.
Certo il caro prezzi si è fatto sentire e la spesa – sottolinea il Codacons – è stata più cara per 320 milioni rispetto allo scorso anno, tenendo conto dei rincari medi per l’alimentare di circa il 13,6%. Sono infatti lievitati i listini del burro (+41,2%), dell’olio di semi (+51,4%), della farina (+23,6%), delle uova (+21,7%) della pasta (+23,6%) e del pane (+16%). In aumento anche la carne, con punte del 18% per il pollo, e il pesce, con un balzo del 14% per quello surgelato.
TURISMO IN RISALITA
A dare una spinta ai consumi anche i vacanzieri. Non sono stati raggiunti i numeri pre-Covid, ma comunque i viaggi tra Natale e Capodanno coinvolgono 20 milioni di Italiani. «Un buon segnale per tutta la filiera turistica e per il Paese – commenta Confcommercio – ma la spesa è ancora debole e i problemi strutturali restano irrisolti».
Federturismo ha previsto il vero exploit a Capodanno, con l’occupazione all’85%, in aumento del 3% rispetto al 2019. Bene anche l’Epifania, con prenotazioni in crescita. E se Federturismo ha rilevato picchi a Milano, va forte però anche il Sud: Siracusa, per esempio, vanta il 30% in più di presenze rispetto al 2019. «Gli italiani, stretti da una situazione economica sfavorevole – commenta Federturismo – si concedono comunque una vacanza in Italia, ma è il turismo internazionale a fare la differenza, confermando una crescita costante».
D’altra parte l’Istat aveva già sottolineato il forte recupero per il settore turistico nei primi nove mesi dell’anno, con le presenze negli esercizi extra-alberghieri tornate ai livelli pre-pandemici e con un rallentamento negli esercizi alberghieri in deficit di 35 milioni di presenze.
Le festività natalizie sono andate meglio del previsto e un’ulteriore spinta potrebbe arrivare da Capodanno e dall’Epifania.
GLI AIUTI AI BISOGNOSI
Resta la drammatica situazione degli indigenti che sono costretti a ricorrere alle mense per i poveri o ai pacchi alimentare. Ed è questo il fronte su cui vanno rafforzati e concentrati gli impegni. E già con la nuova legge di Bilancio arriveranno nuove misure.
Coldiretti ricorda in particolare il Fondo per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità presso il ministero dell’Agricoltura, con una dotazione di 500 milioni per il 2023 per le necessità alimentari dei meno abbienti, per i quali si aggiunge l’avvio della sperimentazione del reddito alimentare, con una dotazione di 1,5 milioni per l’anno 2023 e di 2 milioni di euro per il 2024 per pacchi alimentari, realizzati con l’invenduto della distribuzione alimentare.
Si tratta di un bouquet di iniziative a favore di persone in condizione di povertà assoluta. Coldiretti segnala un’emergenza sociale gravissima, con un numero di bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per mangiare che ha superato quota 600mila, praticamente un quinto del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 337mila anziani sopra i 65 anni, e 687mila migranti stranieri.
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