Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli
4 minuti per la letturaNapoli è “il terzo mondo dell’Europa”. Il complesso di inferiorità dei francesi si manifesta, ormai, in maniera sistematica. D’altronde come si può pretendere che si percepiscano le bellezze e l’unicità di Napoli in tutta la sua complessità e problematicità se ancora oggi non si è riusciti a comprendere l’importanza e la funzione di un bidet in un bagno?
“Mi pare che Napoli si difenda benissimo da sola”. Di poche e sentite parole è stato ieri Paolo Sorrentino, in occasione della presentazione napoletana del suo film “È stata la mano di Dio”. D’altronde la non curanza è il miglior disprezzo, come ci insegnano i nostri avi. “Le Figaro”, con un articolo scritto dall’inviato Valerie Segond, pubblicato il 3 ottobre e ripreso ieri dal Corriere del Mezzogiorno, ha fatto una analisi con la solita letteratura a senso unico che vuol vedere la città prevalentemente come terra di camorra, malaffare, munnezza, spaghetti, pizza e mandolino.
“Napoli è il terzo mondo d’Europa”, dice parlando del tunnel della Vittoria chiuso, di Bagnoli, del traffico e del verde abbandonato. “Mentre tutte le città d’Europa si trasformano, Napoli resta arroccata ai suoi cliché, che sono anche il suo fascino”, continua. Tante ombre, pochissime luci. Le Figaro parla di San Giovanni a Teduccio come una cattedrale nel deserto: «Una terra desolata dove Apple ha creato nel 2016 un centro europeo di formazione per sviluppatori di app, l’Apple Academy al quale si sono aggregate altre nove aziende tecnologiche…. Un polo dal quale in totale un migliaio di giovani escono ogni anno».
Il reportage, uscito prima delle elezioni amministrative, descriveva – questo il titolo – una città «fatiscente e soffocata dai debiti, in attesa del suo salvatore», ossia Gaetano Manfredi: «Se non fosse tifoso dichiarato della Juventus avrebbe buone possibilità di essere eletto al primo turno… è l’opposto del sindaco uscente… le élite napoletane lo attendono come il Messia», scriveva l’autrice del servizio.
“Gaetano Manfredi si è effettivamente imposto su tutti, ha vinto a mani basse – continua -. Noi abbiamo scelto di raccontare Napoli proprio perché immaginavamo che la vittoria sarebbe stata immediata e schiacciante, perché Napoli è una città di riferimento per tanti francesi che ci vivono e la scelgono per i propri viaggi. É una vera città del Sud, ricca di problemi, di contraddizioni, affogata dai debiti e dal problema della camorra e più suscettibile ad eventuali cambiamenti. La cronaca di quei giorni è un punto di partenza per decifrare il presente e mettere a fuoco le priorità, le emergenze, i punti critici ma anche per sottolineare la grandezza di una città, che fa innanzi tutto riferimento allo sviluppo tecnologico. Voi avete una piccola Silicon Valley, la terza per il numero di star up create”.
A replicare al giornale francese è anche l’attore Toni Servillo sempre in occasione della presentazione della pellicola di Sorrentino.
“Parto da una constatazione: tra settembre e dicembre io ho tre film in sala di tre grandi autori campani (‘Qui rido io’ di Mario Martone, ‘Ariaferma’ di Leonardo Di Costanzo e ‘E’ stata la mano di Dio’ di Paolo Sorrentino, ndr), quindi mi sembra che il bilancio di questa città sia molto buono – ha commentato – Io non saprei vivere da un’altra parte del mondo, quindi amo profondamente questo terzo mondo”. Raccontare Napoli e in generale il Sud abolendo una letteratura a senso unico potrebbe essere un grosso passo in avanti. Non si deve oscurare nulla. Nel bene e nel male.
Oggi, purtroppo, negare il fermento e la voglia di cambiamento che si registra in alcune periferie di Napoli, significa mortificare il lavoro di tanti volontari che hanno scelto di sporcarsi le mani, rischiando in prima persona. C’è ancora tanto da fare. Questo è palese. Ma la speranza c’è, nonostante tutto.
NON È LA PRIMA VOLTA
Una “class action”, con annessa richiesta di scuse e danni alla tv francese per il video, diventato virale sui social, con il quale si sbeffeggia con ironia di pessimo gusto la pizza italiana sfruttando il dramma del coronavirus: nel marzo del 2020 ad annunciare l’iniziativa furono l’associazione napoletana “Noiconsumatori”, presieduta dall’avvocato Angelo Pisani e il presidente di “FareAmbiente Campania”, Francesco Della Corte. «Il tentativo di sporcare l’immagine dell’Italia e le sue eccellenze alimentari, – scrissero in una nota – che non rappresentano di certo un mero e semplice piatto ma il frutto di storia, cultura e tradizioni italiane, non può e non deve passare inosservato». «Ci aspettiamo, – spiegarono Pisani e Della Corte – oltre al risarcimento danni, anche che le istituzioni francesi prendano immediatamente le distanze da quanto accaduto. Nessuno può mettere in dubbio le eccellenze dei prodotti italiani nel mondo, da sempre orgogliosamente simbolo della nostra identità nazionale e di elevata qualità». Dalla Francia arrivò solo silenzio.
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