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Beppe Grillo

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Forse un Beppe Grillo ad alto tasso di rabbia e di ira, non lo si era mai visto neppure nei più accesi raduni di piazza. In preda a un delirio saltella da un tavolo all’altro, di un appartamento a Porto Cervo, sembra avere le convulsioni. Facebook è la vetrina ideale per descrivere questo pezzo di storia vissuta in Sardegna nell’estate di due anni fa dal figlio del comico, Ciro, accusato di stupro da una ragazza italo-svedese.

Una riflessione questo frame però la pone, quando le folle arringate dal garante dei 5 Stelle, percorrevano le strade delle città e cantavano, al ritmo di “onestà, onestà”, qualcosa di messianico.

Adesso il garante chiede ai giudici che “se dovete arrestare mio figlio, che non ha fatto niente, allora arrestate anche me, perché ci vado io in galera”. E il grido disperato di un padre che vuole salvare il proprio figlio, dichiarandolo innocente, e dunque non colpevole, diventa il tiro al bersaglio da parte dell’avvocato difensore, Giulia Bongiorno. La famiglia ha alzato gli scudi. Da Forza Italia al Pd è un attacco a tutto spiano.  

La difesa è a oltranza. Adesso il giovane potrebbe essere rinviato a giudizio. “Mio figlio – proclama il comico – è su tutti i giornali, come stupratore seriale, insieme ad altri 3 ragazzi… io voglio chiedere veramente perché un gruppo di stupratori seriali non è stato arrestato. La legge dice che vanno presi e messi in galera e interrogati. Sono liberi da due anni, ce li avrei portati io in galera a calci nel c… Allora perché non li avete arrestati? Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c’è stato niente, perché chi viene stuprato e fa una denuncia dopo 8 giorni e vi è sembrato strano. Se non avete arrestato mio figlio, arrestate me perché ci vado io in galera”.

Ripete il refrain: “Perché non li avete arrestati? C’è tutto un video, passaggio per passaggio, in cui si vede che c’è un gruppo che ride. Ragazzi di 19 anni che si divertono e ridono in mutande e saltellano con il pisello così, perché sono quattro coglioni”.

Ciro Grillo è stato indagato dalla Procura di Tempio Pausania, in concorso con tre amici (Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria) per violenza sessuale ai danni di una studentessa milanese conosciuta al Billionaire. Ora i magistrati di Tempio devono decidere se presentare la richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione. Ma sarà il giudice a decidere dopo aver letto gli atti.

Dalla Procura di Tempio non filtrano indiscrezioni, ma è probabile che le ultime dichiarazioni raccolte (Ciro Grillo è stato ascoltato giovedì scorso) possano avere appesantito la posizione del giovane. La ragazza sarebbe stata “afferrata per i capelli per bere mezzo litro di vodka e costretta ad avere rapporti di gruppo”.

Ma la difesa del padre è stata su tutta la linea. Mio figlio – ha ripetuto Beppe Grillo non è uno stupratore. Non ha fatto niente, arrestate me” al posto suo.

Per una volta vari settori politici si sono trovati d’accordo contro Grillo. Maria Elena Boschi ha sparato a zero. “Il video è scandaloso, non spetta a me dire se ha torto o ragione, per quello ci sono i magistrati, ma che lui utilizzi il suo potere politico e mediatico per assolvere il figlio è vergognoso”. L’avvocato Giulia Bongiorno del collegio che difende la vittima ha detto “Sminuire l’angoscia della giovane è una strategia misera e già vista”. Anche i familiari della ragazza protestano: “Siamo distrutti, il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui, è una farsa ripugnante”, Da Forza Italia al centrosinistra, è un attacco senza soluzione di continuità.

Letta: “Sei mesi per ragionare sul nuovo Pd”

“Dal primo luglio al 31 dicembre si aprirà un semestre di lavoro bello e intenso dal quale vorrei che uscisse la risposta alla mia provocazione: non serve un nuovo segretario ma un nuovo partito”. Questa la replica di Enrico Letta, parlando delle “Agorà” in videoconferenza, non prima di aver lanciato una frecciata a Matteo Renzi. Non preoccupatevi, non sarò il segretario delle slide”.

Calenda contro Boccia

Carlo Calenda ha fatto salire la temperatura in casa del Pd, attaccando l’ex ministro agli Affari Regionali, Francesco Boccia, considerato “una persona non capace”. Ma ha sferrato un attacco a tutto il partito. “Cercano di non parlare mai delle cose, chiedono il voto dicendo se non sei con me, allora sei fascista”. L’esponente dei Dem è ormai deciso a correre da solo per il Campidoglio. Sfumata la possibilità di allearsi con i 5Stelle, Calenda ha ripetuto che oggi “non parteciperò alla riunione del tavolo di centrosinistra”, ma se “Zingaretti alla fine accettasse di correre per fare il sindaco di Roma continuerò a fare quello che sto facendo, mi candido. Non sono abituato, dopo aver lavorato 6 mesi e avere coinvolto 200 persone, a buttare tutto”.

Per Renzi, “5 Stelle al capolinea”

Matteo Renzi considera l’esperienza dei 5 Stelle al capolinea (ma si sa che l’ex leader ha sempre avuto questa opinione dei grillini). Tuttavia lo fa attraverso un arzigogolato ragionamento: Conte – dice Renzi – alla fine potrebbe rinunciare. Dentro i 5 Stelle ci sono troppe tensioni, a cominciare dalla rissa sul terzo mandato. In ogni caso se Italia Viva avesse un processo per finanziamento illecito “si immagina cosa accadrà quando gli inquirenti entreranno nel rapporto tra la Casaleggio, Rousseau, i gruppi parlamentari?”.


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Stefano Mandarano

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