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I Ministri Provenzano e Boccia

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Ieri audizione in Commissione Federalismo fiscale del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia (LEGGI). La sua relazione si può riassumere nella determinazione di calcolare i livelli essenziali di prestazione prima di procedere a qualunque allargamento delle autonomie differenziate. Oltre che aspettare, prima di operare, l’equiparazione infrastrutturale. Buone notizie quindi, perché se un marziano venisse dallo spazio si renderebbe immediatamente conto che i Paesi sono due: per infrastrutturazione, per servizi scolastici, per Università , per occupazione, per servizi sociali.

Si contestano i dati del furto, ormai diffusi in tutto il Paese, perché vi sono i fondi del Recovery Plan, una quantità più rilevante dati dall’Unione proprio perché il Paese ha questi territori arretrati, che devono essere distribuiti. Ma c’è un ladro che si aggira nel Paese. Ormai è riconosciuto anche dallo stesso protagonista che è reo confesso. Prova a difendersi dicendo che si è vero che ha rubato, ma non quanto qualcuno direbbe, che ha rubato meno, ma è confesso. Parliamo dei 60 miliardi che ogni anno verrebbero sottratti al Sud se nascere a Reggio Calabria fosse indifferente rispetto a nascere a Reggio Emilia.

Se invece passasse il principio che ognuno si trattiene il reddito che produce questo furto non ci sarebbe. Ma in quel caso i brianzoli, i bergamaschi o i comaschi dovrebbero stare attenti. In quel caso, anche la ricca Cortina potrebbe sostenere che i suoi studenti hanno diritto ad essere presi in auto la mattina da un autista privato, perché il loro reddito prodotto lo consente e pazienza se nei borghi montani si dovrebbero chiudere alcune scuole.

La Svimez ed il nostro quotidiano, sulla base dei dati dei conti territoriali, rilevano che se si calcola quanto viene speso al Sud ed al Centro Nord si rileva una differenza di 60 miliardi sottratti al Mezzogiorno e dati in sovrappiù all’altra parte del Paese. Il calcolo viene fatto sulla base della spesa procapite effettuata includendo aziende tipo Ferrovie dello stato, Anas, Fincantieri, Poste italiane. Quello che viene chiamato settore pubblico allargato. Ovviamente le potenti lobbies nordiste, che vedono in tale affermazione un rischio per una distribuzione dei fondi, che non li veda prevalere come sempre è accaduto, si mobilitano. Soprattutto dopo un’intervista al presidente della Svimez, Adriano Giannola, che contestava lo scippo e individuava una qualche possibilità che ci fosse un criterio di riequilibrio. Apriti cielo, parte all’attacco un professore ordinario di diritto tributario a Trento, Andrea Giovanardi, e poi arrivano le truppe pesanti.

Il laboratorio diretto da Carlo Cottarelli con un articolo firmato da Gianpaolo Galli, già direttore del centro studi Confindustria per anni e poi deputato al Parlamento per il PD. Quale il tema? Per riassumerlo vero è che vi sono queste differenze ma il calcolo è errato per tre motivi. D’altra parte se i numeri li torturi prima o poi ti diranno quello che vuoi far dire loro.

È lì tabelle, grafici, per dimostrare che la terra è piatta, che l’uomo non è mai andato sulla luna, che i vaccini non hanno effetti e che le due torri gemelle sono state abbattute dal Pentagono. Le contestazioni: la prima che l’ammontare delle pensioni non deve essere inserito perché esse sono state pagate dai contribuiti dei lavoratori. Ed il fatto che per anni molta parte delle pensioni sia stata pagata con la fiscalità generale, considerato che il sistema è stato prima solo retributivo ed adesso misto? Non conta nulla, non incide in questo calcolo per gli illustri ricercatori.

Il secondo tema riguarda la contestazione sull’inserimento di società come le Ferrovie dello stato o dell’Anas o delle Poste. Il tema è che queste ed altre sono società che seguono le regole del mercato e quindi investono laddove il mercato esiste. Giustamente quindi non si fa il ponte sullo stretto di Messina che servirebbe a trasportare quattro ceste di arance, che possono tranquillamente viaggiare con i ferry boat!

Ma la dimensione di piattaforma logistica del Mediterraneo del Paese ed il collegamento tramite Augusta a Suez? Irrilevante! Non pervenuta. Lo sviluppo di un territorio grande più di un terzo del Paese che viene lasciato nel sottosviluppo, con 100.000 persone che ogni anno emigrano con un danno di 20 miliardi, più di quanti poi ne arrivano con i fondi strutturali con tutte le difficoltà di spese che esse comportano? Non è rilevante.

Terzo ed ultimo elemento: in ogni caso il costo della vita al Sud è più basso. Quindi se diamo 50 milioni per costruire la linea di alta velocità con essi al Nord si possono costruire un chilometro mentre al Sud se ne costruiscono due? E se hanno un reddito pro capite che è un terzo di quello brianzolo?

In realtà a parità di potere d’acquisto una famiglia napoletana riesce con un solo reddito per famiglia, pari a un terzo di quello del Nord, a mantenere molte più persone, considerato che il valore dell’euro duosicilie è molto più pesante dell’euro brianzolo.

Siamo alla arrampicata sugli specchi. Dispiace che tali ragionamenti vengano condotti da coloro che sono conosciuti come ricercatori attenti. Ma si sa “ a guerra è guerra e quando viene, viene per tutti”. Adesso Boccia mette un punto fermo sulla necessità, prima di procedere, che tutti abbiano i Lep, e per recuperarli di utilizzare i fondi del Recovery Plan.

Ma siamo ancora alle prime scaramucce. Ne vedremo delle belle.


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