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Oltre 72 miliardi è il valore delle richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese italiane. Le domande per ottenere le moratorie su prestiti e mutui, invece, superano i 300 miliardi di euro.
IL RAPPORTO
È quanto emerge dall’ultimo rapporto della task force costituita per promuovere l’attuazione delle misure a sostegno della liquidità adottate dal governo per far fronte all’emergenza Covid-19, di cui fanno parte ministero dell’Economia e delle Finanze, ministero dello Sviluppo economico, Banca d’Italia, Associazione bancaria italiana, Mediocredito Centrale e Sace.
Dopo una fase iniziale ad “andamento lento” e difficoltà da parte delle imprese ad accedere ai prestiti, la situazione va normalizzandosi. Anche se, secondo una rilevazione Crif, il 23,5% dei contratti che in questi mesi hanno beneficiato della sospensione delle rate riguarda imprese della Lombardia, che precedono quelle dell’Emilia Romagna (con il 13,4% del totale), quelle del Veneto (con l’10,7%) e del Piemonte (con il 9,1%). Queste quattro regioni da sole spiegano quasi il 60% del totale.
Attraverso “Garanzia Italia” di Sace sono state concesse garanzie per 12,7 miliardi di euro, su 450 richieste ricevute, molte delle quali riguardano grandi imprese del Nord. Banca d’Italia continua a rilevare presso le banche, con cadenza settimanale, i dati sull’attuazione delle misure governative relative ai decreti legge “Cura Italia” e “Liquidità”: per quanto riguarda quest’ultimo, otto decreti attuativi sono ancora fermi al palo e questo rende meno efficace l’impianto normativo. E addirittura, per 5 degli 8 decreti attuativi, sono già scaduti i termini per l’adozione.
I DATI PRELIMINARI
Sulla base di dati preliminari, al 14 agosto sono pervenute oltre 2,7 milioni di domande o comunicazioni di moratoria su prestiti, per 300 miliardi di euro. Si stima che, in termini di importi, circa il 93% delle domande o comunicazioni relative alle moratorie sia già stato accolto dalle banche, pur con differenze tra le varie misure; il 3% circa è stato sinora rigettato; la parte restante è in corso di esame.
Più in dettaglio, le domande provenienti da società non finanziarie rappresentano il 44% del totale, a fronte di prestiti per 196 miliardi di euro.
Per quanto riguarda le Pmi, le richieste (quasi 1,3 milioni) hanno riguardato prestiti e linee di credito per oltre 158 miliardi, mentre le 51 mila adesioni alla moratoria promossa dall’Abi hanno riguardato oltre 12 miliardi di finanziamenti alle Pmi.
Le domande delle famiglie hanno riguardato prestiti per circa 95 miliardi di euro. Le banche hanno ricevuto circa 211mila domande di sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa, per un importo medio pari a circa 94 mila euro. Le moratorie dell’Abi e dell’Assofin rivolte alle famiglie hanno raccolto 466mila adesioni, per circa 20 miliardi di prestiti.
Le richieste pervenute agli intermediari per l’accesso al Fondo di garanzia per le Pmi hanno continuato a crescere nella settimana dal 7 al 14 agosto, superando 1,19 milioni, per un importo di finanziamenti di circa 89 miliardi. La percentuale di prestiti erogati risulta in ulteriore crescita rispetto alla fine della settimana precedente. In particolare, al 14 agosto è stato erogato oltre l’87% delle domande per prestiti interamente garantiti dal Fondo.
LE RICHIESTE
Il ministero dello Sviluppo economico e Mediocredito Centrale (Mcc) segnalano che sono complessivamente 1.009.515 le richieste pervenute dagli intermediari al Fondo di garanzia Pmi dal 17 marzo al 25 agosto 2020 per richiedere le garanzie ai finanziamenti in favore di imprese, artigiani, autonomi e professionisti, per un importo complessivo di oltre 72,5 miliardi di euro.
Salgono a circa 12,7 miliardi di euro, per un totale di 450 operazioni, i volumi complessivi delle garanzie nell’ambito di “Garanzia Italia”, lo strumento di Sace per sostenere le imprese italiane colpite dall’emergenza Covid-19. Di questi, però, circa 6,7 miliardi di euro riguardano le prime tre operazioni in favore di imprese del Nord di grandi dimensioni, con oltre 5.000 dipendenti in Italia o con un valore del fatturato superiore agli 1,5 miliardi di euro.
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