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Una riunione del Consiglio dei Ministri

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Giornata dedicata al Consiglio europeo quella di ieri per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Riunione (in videoconferenza) che ha fatto segnare «grandi progressi» come ha detto Conte, e d’altra parte la questione in gioco era di fondamentale importanza per tutti i Paesi europei, per l’Italia e per la stessa sopravvivenza dell’Unione europea. Il Consiglio ha dato mandato alla Commissione di elaborare proposte per la costituzione del Fondo per la ricostruzione da 1.500 miliardi.

LE PREVISIONI

Sul fronte interno, ulteriore rinvio per il varo del Documento di economia e finanza (Def) e per l’ok alla relazione sullo scostamento di bilancio. Il Consiglio dei ministri è slittato a stamattina. Intanto, mentre l’esecutivo lavora al cosiddetto “decreto di aprile”, che potrebbe però arrivare ai primi di maggio, con ulteriori misure di sostegno per lavoratori, famiglie e imprese per 55 miliardi di euro, stentano ad arrivare nelle tasche dei beneficiare i vari interventi di aiuto previsti dal decreto Cura Italia pari a 25 miliardi di euro. E il suo iter parlamentare dovrebbe concludersi oggi alla Camera dopo il voto di fiducia di ieri sera.

Ieri l’Abi ha emanato una circolare per precisare che per ottenere dalle banche l’anticipo della cassa integrazione in deroga basta una autocertificazione. Segno che anche per questo intervento le procedure al momento non sono ancora chiare. In alto mare i prestiti garantiti dallo Stato previsti nel successivo decreto liquidità. Anche quelli che il governo aveva definito “automatici”, fino a 25.000 euro e con la garanzia del 100% del Fondo centrale per le pmi, stentano ad arrivare ai piccoli imprenditori sfiniti dalla crisi. Il rischio concreto è che quei soldi arrivino a tempo scaduto, quando già le imprese hanno chiuso i battenti e sono impossibilitate a ripartire.

Il nuovo documento di economia e finanza e disegna il quadro macroeconomico per due anni, il 2020 e il 2021, anziché arrivare a coprire fino a 2023. Ma nella grande incertezza che caratterizza questa fase è impossibile spingersi oltre il 2021 con le previsioni. Il Def ufficializza la profonda recessione economica, data per scontata. Il prodotto interno lordo quest’anno dovrebbe attestarsi al -8%, con un crollo nel primo semestre, stimato dall’Ufficio parlamentare di bilancio nel – 15%, e una lieve ripresa nella seconda parte dell’anno.

Per il 2021 il governo prevede una buona ripresa dall’economia, con il pil in crescita del 4,7%. Il rapporto deficit/pil quest’anno dovrebbe chiudersi al 10,4%, mentre il debito è previsto raggiungere il 155% del pil.

GLI AIUTI

Insieme al Def il governo presenta in Consiglio dei ministri la relazione sullo scostamento di bilancio per 55 miliardi, passaggio propedeutico per il decreto di aprile. Una cifra, quindi, pari a più del doppio del decreto Cura Italia e che coprirà una platea più ampia di beneficiari. Oltre alla proroga della Cassa integrazione ordinaria e in deroga, della Naspi, dei voucher babysitter e dei concedi parentali, il decreto aumenterà da 600 a 800 euro il bonus per i lavoratori autonomi e i professionisti.

Per colf e badanti, così come per gli altri soggetti rimasti esclusi dalle altre misure di sostegno al reddito, dovrebbe arrivare il reddito di emergenza, probabilmente di 500 euro al mese per due mensilità.

Tra le novità anche gli indennizzi diretti alle piccole imprese che si trovano in difficoltà per il Covid:, la cifra sarà parametrata alla perdita di fatturato, ma per questo intervento il decreto dovrebbe prevedere una cifra complessiva intorno ai 7 miliardi, probabilmente insufficiente a coprire le esigenze.
Per ristorare i bilanci di Regioni e enti locali verrebbero stanziati 5 miliardi. Il pacchetto di aiuti per il settore del turismo dovrebbe aggirarsi attorno a 4-5 miliardi: tra le ipotesi allo studio l’erogazione di voucher da spendere in Italia, ristori diretti agli operatori e crediti di imposta.

OPERAZIONE CDP

Sembra ormai certo l’ingresso nel decreto dell’operazione Cassa depositi e prestiti per supportare le imprese in difficoltà per il coronavirus attraverso un temporaneo ingresso nel capitale. La Cassa verrebbe finanziata con 40-45 miliardi per la costituzione di un fondo equity il cui patrimonio sarebbe comunque separato.

Cdp, attraverso il fondo, potrebbe aiutare le aziende, piccole e grandi, cadute in difficoltà per l’epidemia attraverso l’ingresso nel capitale che potrebbe durare non più di 3-4 anni.


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