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La Commissione finanze della Camera

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di CARLA RUOCCO

L’indagine conoscitiva sui sistemi tributari delle regioni e degli enti territoriali, nella prospettiva dell’attuazione del federalismo fiscale e dell’autonomia differenziata ha finalmente trovato il via libera. La Commissione Finanze riunitasi ieri ha deliberato positivamente.

L’ “operazione verità” partirà nel mese di settembre e avrà una durata di sei mesi, nel corso dei quali si articolerà secondo un fitto programma di audizioni. Due importanti obiettivi: il primo è quello di acquisire informazioni e dati aggiornati in merito allo stato di attuazione del federalismo fiscale, con particolare riferimento al processo di definizione delle capacità fiscali e dei fabbisogni standard nonché alle modalità di trasferimento delle risorse alle Regioni e agli enti territoriali. In particolare, l’indagine conoscitiva mira a rappresentare le importanti implicazioni di policy ai fini del passaggio graduale ad un modello di perequazione ispirato ai fabbisogni standard e alla capacità fiscale, a sua volta comprensiva di una quota aggiuntiva che tenga conto dell’impatto dell’evasione fiscale.

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In questa fase, particolare attenzione verrà dedicata al “tax gap”, ossia la differenza tra il gettito teorico e quello effettivo, tenuto conto del rilievo che esso può assumere nell’attribuzione della capacità fiscale. Ciò anche al fine di verificare la possibilità per i governatori e gli amministratori locali di intervenire più efficacemente sul recupero dell’evasione fiscale. Altro obiettivo è quello di individuare l’orizzonte di riferimento, all’interno del quale collocare l’azione di Governo in tema di federalismo fiscale ed autonomia differenziata, tenendo ben presente i canoni di solidarietà economica, di garanzia delle prestazioni pubbliche essenziali e di inviolabilità dei diritti fondamentali della persona. Occorre un’analisi approfondita dei dati e delle informazioni disponibili, un monitoraggio a vasto raggio su tutte le questioni imprescindibili agli interventi di settore, che consenta di evidenziarne l’oggettività e la fondatezza dei parametri di misurazione ed i nodi problematici esistenti.

Quando si vuole parlare di una riforma epocale come questa dell’autonomia differenziata, bisogna partire da dati chiari e condivisi, che allo stato attuale mancano. In questo momento i Livelli Essenziali di Prestazione (LEP) non sono stati ancora definiti. Questo però non significa che a pagarne le conseguenze debbano essere i cittadini, ed è proprio per tale motivo che la Commissione Finanze nel mese di settembre avvierà l’indagine conoscitiva che chiarirà ogni dubbio, scoprendo quali sono stati fino ad oggi gli effetti del federalismo fiscale, soprattutto nel Mezzogiorno.

La storia del Sud Italia arricchito dal Governo Centrale non convince più: non è solo una questione di divario, ma alla base c’è un calcolo sbagliato: l’ultimo dato disponibile della Svimez, ci racconta che, in termini di spesa pubblica lorda, alle Regioni del centro nord con una popolazione pari al 65,7% vanno risorse pubbliche pari al 71,7% e alle regioni meridionali tocca una spesa pubblica del 28,3% contro una popolazione del 34,3%. C’è una differenza in termini di spesa pubblica di 61,5 miliardi. Questi sono gli effetti distorsivi dell’utilizzo della “spesa storica”, che ha agevolato il Nord d’Italia. Inoltre possiamo affermare senza indugio che c’è stata anche una palese violazione dei diritti di cittadinanza: ad oggi i trasferimenti da parte dello Stato sono basati sui cosiddetti “costi storici”, cioè su quanto gli enti riceventi hanno speso fino all’anno precedente. Questo presta il fianco ad una gravissima ingiustizia sociale: se sei nato in un comune povero, sconterai la povertà del tuo comune fin da bambino!

L’esempio emblematico è Casoria (NA) che ha trasferimenti per asili nido pari a zero. Mentre Reggio Emilia, riceve ogni anno diversi milioni di euro in trasferimenti statali per gli asili nido. Dunque se un bambino nasce a Reggio Emilia riceve e riceverà sempre più di un bambino che nasce a Casoria. Questa premessa non è accettabile e non potrà mai esserlo in un Paese come il nostro! Altrettanto importante è appurare l’incidenza di carenze infrastrutturali in alcune zone del Paese e della presenza di fenomeni criminali e di povertà sociale che impattano sull’economia territoriale, sulle capacità produttive e di investimento privato, sulla competitività del sistema imprenditoriale e, in definitiva, sul PIL e le entrate fiscali ritraibili nel contesto di riferimento.

Si rende, quindi, opportuno evidenziare le eventuali distorsioni dei meccanismi di calcolo e stima menzionati e quali zone territoriali della penisola ne siano maggiormente colpite. L’indagine conoscitiva aiuterà a fare chiarezza e solo così potremmo andare avanti con l’autonomia.

* Presidente della Commissione Finanze della camera


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