Una corsia d'ospedale
4 minuti per la letturaÈ articolata l’inchiesta che sta cercando di fare luce su quella che è stata ribattezzata «la nuova Tangentopoli lombarda»; al centro delle indagini il ruolo dei politici, che farebbero da catalizzatori di «mazzette» nello smistare appalti. Ogni tangente, scrivono gli investigatori, nell’annotazione di polizia giudiziaria stilata a febbraio del 2019, si attesta sul 10% del valore totale dei lavori. Stiamo parlando di uno spreco di denaro pubblico e di costi per la collettività, che si aggira su un volume ancora da definire con precisione (poiché le indagini sono in corso), ma che si attesterebbe, in totale su cifre a sette zeri. Denaro pubblico «sperperato», annotano gli inquirenti.
LEGGI LA TANGENTOPOLI ‘NDRANGHETA TRA MILANO E VARESE
L’INCHIESTA SI ALLARGA
Sono più di cento gli indagati; secondo la ricostruzione effettuata dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, ruolo principale dell’attività corruttiva finalizzata al finanziamento illecito dei partiti, sarebbe stato svolto dall’ex vertice forzista di Varese, Gioacchino Caianiello e dall’eurodeputata uscente, di FI, Lara Comi. L’inchiesta sembra allargarsi giorno dopo giorno, e allora alla stessa Comi, è stata contestata oltre alle accuse di finanziamento illecito e corruzione, anche quella di truffa aggravata per il conseguimento di «erogazioni pubbliche ai danni del Parlamento europeo».
DIATRIBA TRA POLITICI
Un filone dell’inchiesta si occupa dell’ospedale unico di Gallarate-Busto Arsizio, finito evidentemente al centro delle mire di «speculatori». Al riguardo, annotano gli inquirenti, «è cronaca attuale la diatriba esistente tra i diversi schieramenti politici locali e regionali sia sull’utilità di tale struttura pubblica che sulle conseguenti speculazioni edilizie che ne deriverebbero».
CLICCA QUI PER ACQUISTARE L’EDIZIONE DIGITALE
Sulla vicenda hanno reso dichiarazioni anche Danilo Emilio Rivolta, già sindaco di Lonate Pozzolo (Varese) nonché Orietta Liccati, compagna di Rivolta e già assessore all’Urbanistica del Comune di Gallarate (Varese). Rivolta e Liccati hanno riferito che «proprio sui terreni ove realizzare i servizi connessi all’ospedale è in itinere la vicenda corruttiva che, sotto la regia occulta di Gioacchino Caianiello, mirerebbe a trasformare ben precise aree agricole site nel comune di Gallarate, a ridosso della progettata opera pubblica, in aree edificabili, da adibire alla futura costruzione di tutti i servizi connessi al nuovo ospedale».
Vale a dire, anche in questo caso, che si registrerebbe ulteriore spreco di denaro pubblico necessario alla riconversione dei terreni, che ad esempio dovrebbero essere coperti dalla rete di servizi basilari per poter essere utilizzati allo scopo. C’è poi da sottolineare un concetto, come più volte ribadito dai componenti dell’opposizione nei Consigli comunali delle città interessate dal progetto dell’ospedale, Gallarate e Busto Arsizio: il nuovo nosocomio unico, non solo farebbe diminuire i posti letto per i pazienti (si parla di circa 600 rispetto agli 870 ipotizzati, e quindi arrecherebbero danni, in termini di servizio, agli utenti), ma per realizzarlo non ci sarebbero abbastanza soldi e si dovrebbero, necessariamente, coinvolgere i privati. Ma restando sullo spreco di denaro pubblico, bisogna focalizzare l’attenzione anche su una intercettazione ambientale realizzata il 27 luglio del 2018, presso un bar di Gallarate.
Nino Caianiello è con Alberto Bilardo (uomo di spicco della politica azzurra nel Gallaratese). Caianiello chiede a Bilardo a che punto siano «i lavori per la riparazione dei danni subiti dalla piscina comunale: “Invece tu la piscina che è successo?” (si tratta della struttura di proprietà della società in house Amsc spa di Gallarate, di cui lui stesso è stato in passato amministratore).
PENSIONI E PARCELLE
Mentre discutono della gestione di quest’ultima società e del parcheggio di proprietà della stessa, gestito dall’altra società in house Seprio Ral Estate srl (anch’essa amministrata dal 2002 al 2008 da Gioacchino Caianiello e detenuta dal Comune di Gallarate e dalla Amsc spa), rivolgendosi a Nino, Bilardo afferma: “Il parcheggio della Seprio lasciamolo lì che non ce lo devono toccare perché (ride) è la tua pensione quella; è la mia parcella (ride)”».
I due, sottolineano gli investigatori, si riferiscono all’azione di responsabilità intentata dalla precedente giunta di centrosinistra del Comune di Gallarate, «che eccepiva sulla regolarità delle procedure e sugli effettivi benefici del posteggio multipiano di Via Bonomi-Via don Minzoni, gestito dalla Seprio Real Estate srl. Detta azione di responsabilità civile è stata promossa a carico dei precedenti amministratori della Seprio Real Estate srl, Gioacchino Caianiello, Pierpaolo Ponzone e Michele Orlando, i quali avrebbero sperperato denaro pubblico». In merito a detta vicenda, il 15 novembre del 2018, il Tribunale di Milano, in sede civile, ha respinto la citata richiesta di risarcimento, assolvendo Gioacchino Caianiello e gli altri amministratori, e ha condannato la società al pagamento delle spese legali.
COMI SMENTISCE
Tornando infine al coinvolgimento di Lara Comi nell’inchiesta sulle tangenti e sulla nuova ipotesi di reato formulata nei suoi confronti, truffa ai danni del parlamento europeo (è indagata anche per finanziamento illecito e corruzione), è stata diffusa una nota da parte dello staff dell’europarlamentare uscente. Comi «smentisce categoricamente che, da una analitica e serena analisi dei rapporti intrattenuti con l’avvocato Bergamaschi e con il dottor Zingale di Afol, possa emergere una conferma dell’ipotizzato reato di cui ha avuto notizia dalla stampa».
«Inoltre – prosegue la nota – l’onorevole Comi smentisce di essere a conoscenza dell’accordo che il giornalista Aliverti, già suo addetto stampa, avrebbe raggiunto con Carmine Gorrasi, membro del direttivo provinciale del partito, per una retrocessione di parte dell’emolumento corrisposto allo stesso Aliverti, incrementato per l’implementazione dell’attività che avrebbe dovuto svolgere. Implementazione di prestazioni dettagliatamente indicata al Parlamento europeo e dallo stesso effettivamente svolte e documentabili».
La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA