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Non è un’epidemia bensì rischia di essere una minaccia globale che dagli Usa si sta spostando verso l’Europa e l’Italia dove si verificano i primi casi di morte per Fentanyl
Il fentanyl non è solo una droga. È un’epidemia, una minaccia sanitaria globale che sta riscrivendo le regole della tossicodipendenza e del narcotraffico. Negli ultimi anni, questo oppioide sintetico ha trasformato il mercato della droga, moltiplicando i decessi per overdose e mettendo in ginocchio interi sistemi sanitari. Negli Stati Uniti è la prima causa di morte tra gli adulti tra i 18 e i 45 anni, e la sua diffusione sta rapidamente contagiando altre aree del mondo.
L’epidemia del fentanyl negli Stati Uniti non è nata dal nulla, ma è il risultato di decenni di sovraprescrizione di antidolorifici oppioidi con la complicità di Big Pharma e di molti medici di base. Tutto ha avuto inizio negli anni ’90, quando aziende farmaceutiche come Purdue Pharma hanno commercializzato massicciamente l’OxyContin, un potente antidolorifico a base di ossicodone, minimizzandone i rischi di dipendenza. Con il sostegno di campagne pubblicitarie aggressive e incentivi ai medici, le prescrizioni di oppioidi sono esplose, portando milioni di persone a sviluppare una dipendenza.
Con il tempo, le autorità hanno cercato di regolamentare le prescrizioni, ma molti pazienti già dipendenti si sono rivolti al mercato nero, dove l’eroina e successivamente il fentanyl hanno preso il posto degli antidolorifici legali. Questa crisi ha innescato una serie di class action contro le aziende farmaceutiche, con numerose vittorie da parte dei consumatori. Nel gennaio 2025, Purdue Pharma e la famiglia Sackler, che ne è proprietaria, hanno accettato un accordo da 7,4 miliardi di dollari per il loro ruolo nella crisi degli oppioidi. Altre aziende farmaceutiche, come Johnson & Johnson e distributori di farmaci, hanno dovuto pagare miliardi di dollari in risarcimenti. Tuttavia, il danno ormai era fatto: milioni di americani erano già intrappolati nella dipendenza, e il fentanyl ha trovato terreno fertile in questa tragedia sanitaria.
Il fentanyl nasce come analgesico per il trattamento del dolore cronico e delle cure palliative, ma il suo abuso ha generato una crisi globale. È 50 volte più potente dell’eroina e 100 volte più della morfina. Bastano poche particelle per provocare un’overdose fatale. A rendere il fentanyl ancora più pericoloso è la sua modalità di produzione: non arriva dai campi di papavero come l’eroina, ma da laboratori chimici clandestini, soprattutto in Cina e Messico. I precursori chimici vengono prodotti e spediti in Messico, dove i cartelli della droga lo trasformano in un prodotto finito e lo distribuiscono negli Stati Uniti e in altre parti del mondo. Il traffico di fentanyl è estremamente redditizio: un carico grande quanto una valigetta può sostituire un intero container di eroina.
Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno registrato un aumento esponenziale dei decessi per overdose legati al fentanyl. Secondo i dati del Centers for Disease Control and Prevention (CDC), nel 2022 ci sono stati oltre 110.000 decessi per overdose, con più dei due terzi attribuibili agli oppioidi sintetici. Tuttavia, dati recenti indicano una lieve diminuzione dei decessi da fentanyl a partire dall’autunno 2023. Nonostante questa tendenza, la sostanza rimane una delle principali cause di morte tra i giovani adulti. La diffusione di nuove combinazioni letali, come il fentanyl mescolato alla xilazina, un sedativo per animali, ha reso il fenomeno ancora più devastante.
Sebbene la crisi del fentanyl sia più marcata negli Stati Uniti, l’Europa non ne è immune. In paesi come il Regno Unito, la Germania e la Svezia, le autorità sanitarie hanno segnalato un aumento dei sequestri di fentanyl e delle morti per overdose. In Italia, la diffusione è ancora limitata rispetto ad altri paesi, ma le autorità sanitarie restano in allerta. L’Ordine dei Medici di Roma ha lanciato un corso di formazione a distanza per preparare i professionisti sanitari ad affrontare il fenomeno e prevenire un’eventuale emergenza.
Negli ultimi anni, si sono verificati i primi casi di overdose da fentanyl in Italia, sebbene in numeri ancora ridotti rispetto agli Stati Uniti. Le autorità hanno individuato partite di fentanyl sequestrate in Lombardia e nel Lazio, mentre le organizzazioni criminali, tra cui la ‘Ndrangheta, stanno monitorando il mercato con crescente interesse. La possibilità che la droga possa essere introdotta in modo più capillare è un rischio concreto: il fentanyl rappresenta una fonte di guadagno elevata con costi di produzione bassissimi, un dettaglio che non sfugge alle mafie.
Il fentanyl è una sostanza estremamente pericolosa. La sua elevata potenza aumenta il rischio di overdose, soprattutto quando viene miscelato con altre droghe o venduto inconsapevolmente agli utenti. Gli effetti collaterali includono depressione respiratoria, perdita di coscienza e morte. La presenza della xilazina nei mix di droga peggiora ulteriormente il quadro clinico, causando necrosi nei tessuti e complicando il trattamento medico delle overdose.
Diverse nazioni stanno adottando misure per contrastare la diffusione del fentanyl. Negli Stati Uniti, la Camera dei Rappresentanti ha approvato l’”Halt Fentanyl Act”, che classifica la maggior parte del fentanyl come sostanza di Tabella I, equiparandolo a droghe come l’eroina e l’Lsd. In Italia, la Siaarti ha difeso l’uso terapeutico del fentanyl, condannando la disinformazione che potrebbe compromettere l’accesso alle cure per migliaia di pazienti. La repressione del traffico di fentanyl rimane una sfida complicata: le autorità statunitensi hanno imposto sanzioni alla Cina per il mancato controllo sui precursori chimici, ma la risposta di Pechino è stata ambigua.
Nel frattempo, alcuni governi stanno puntando sulla riduzione del danno. Il naloxone, un farmaco che può invertire un’overdose da fentanyl, è stato reso disponibile senza prescrizione in molti stati americani. Alcune città hanno avviato programmi di consumo sicuro per monitorare i tossicodipendenti e prevenire decessi evitabili, ma queste misure rimangono controverse.
La crisi del fentanyl rappresenta una minaccia globale che richiede un approccio multidisciplinare. Non esiste una soluzione unica: serve un equilibrio tra repressione del narcotraffico, strategie di riduzione del danno e un cambio di paradigma nel trattamento della tossicodipendenza. Gli Stati Uniti stanno pagando il prezzo di decenni di politiche fallimentari sulla droga, e l’Europa deve intervenire prima che il fentanyl diventi una piaga inarrestabile anche nel vecchio continente. La possibilità che il fentanyl si diffonda in modo capillare in Italia deve essere presa sul serio prima che sia troppo tardi. La prossima emergenza potrebbe essere già dietro l’angolo.
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