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La proposta del referendum sulla cittadinanza nasce da +Europa, che fa capo a Magi e Bonino, e ci ricorda le battaglie per i referendum sul divorzio e sull’aborto


Vogliamo impedire che l’acqua della diga precipiti a valle, otturando il buco che si è formato con un dito? O è meglio incanalare l’acqua perché non faccia troppo danno o meglio perché dia utilizzata al meglio? Accettare che il nostro mondo, e ancor più quello futuro, sarà colorato e che gli italiani potranno avere origini filippine piuttosto che ghanesi è un segno di pragmatismo, la volontà di accettare una realtà ormai consolidata.
Quello già accaduto in UK, dove Rishi Sunak diventa primo ministro dopo la carica di Segretario al Tesoro, o Sadiq Khan, figlio di un autista di autobus pachistano, eletto sindaco di Londra per tre mandati, o Humza Haroon Yousaf (Glasgow, 7 aprile 1985), politico scozzese, diventa primo ministro della Scozia e leader del Partito Nazionale Scozzese (SNP) dal 2023 al 2024. Humza Yousaf ha 37 anni ed è nato a Glasgow da padre pakistano e madre kenyana.

CITTADINANZA, 500.000 FIRME IN POCHI GIORNI

Peraltro se nasci in Italia, studi nel nostro Paese, sei intriso di cultura occidentale, giochi nell’oratorio della Chiesa parrocchiale a pallone, perché non dovresti avere la cittadinanza? Quello che è accaduto con la richiesta di referendum, cioè 500.000 firme raccolte in pochi giorni, è indicativo dell’umore del Paese. Giovani che si mobilitano come prima non avveniva, gente che si attiva per gridare che i bambini che vanno insieme a scuola per tanti anni hanno gli stessi diritti di “cittadinanza”. E che non può essere il colore della pelle a discriminare i diritti alla sanità, invece che alla formazione, ad avere diritto alla mensa scolastica invece che a poter giocare nella nazionale italiana.

Le resistenze dei tanti, che vedono i sacrifici dei nonni “ regalati” ai nuovi venuti, possono essere superate se si pensa che con il loro lavoro pagheremo le pensioni degli italiani. In un Paese che già non riconosce gli stessi diritti a chi è da generazioni sul territorio, perché esistono quelli nati al Nord, di serie A, e al Sud, di serie B, e che ancora tiene aperto il museo Lombroso con l’esposizione di reperti ossei per dimostrare una diversità genetica in funzione della forma del cranio, assistere a una mobilitazione così ampia sollecita molte riflessioni e pone una serie di domande sui cambiamenti in atto. Su quanto la politica non riesca a interpretare gli umori, i desideri e le sensibilità della gente.

LA PROPOSTA DEL REFERENDUM SULLA CITTADINANZA

La proposta del referendum sulla cittadinanza nasce da +Europa, che fa capo a Magi e Bonino, e ci ricorda le battaglie per i referendum sul divorzio e sull’aborto, nei quali le sensibilità acquisite e diffuse imposero ad una politica, che rappresentava la retroguardia, il cambiamento, nonostante la mobilitazione della Chiesa Cattolica, allora su posizioni meno progressiste di quelle rappresentate da Papa Bergoglio. La sensazione è che, malgrado tutto, la società vada avanti: si vede nei diritti civili con le Unioni, che hanno dato per acquisito il diritto di amare chi si vuole, senza distinzione di sesso, e che adesso diventano, quando si celebrano, momenti di festa con genitori e nonni indifferenti che siano due maschi o due femmine a celebrare l’Unione.

Adesso col “grido” delle firme che si contrappone a chi vuole mantenere all’angolo ragazzi nati e vissuti in Italia, che vanno a scuola con i nostri figli e nipoti, che sono invitati ai compleanni dei nostri ragazzi, perché parlano, pensano, si muovono come tutti gli altri loro coetanei italiani e che ritengono l’Italia casa loro anche se filippini, marocchini, tunisini o ghanesi di origine, e che magari nei paesi dei loro genitori non sono mai andati né hanno desiderio forse di andare.
Saranno anche un po’ “bronzee”, come definì Berlusconi il presidente Obama, ma sono coloro che consentiranno all’Italia di rimanere tra i grandi Paesi della terra. Francia, United Kingdom, Usa per motivi storici questo passaggio sono stati obbligati a farlo. Noi provincia dell’impero, buoni ultimi, con un Governo conservatore, facciamo resistenza cercando di turare il buco della diga con il dito. Lega in testa, sempre più su posizioni conservatrici. Potremo ritardare il processo di qualche mese, di qualche anno, ma poi una risata o un voto digitale sommergerà posizioni ormai anacronistiche.

LE DIFFICOLTA’ DEL REFERENDUM SULLA CITTADINANZA

Certo, portare poi a votare il 50% degli aventi diritto per i referendum proposti non sarà facile, soprattutto se le iniziative che vanno verso una democrazia diretta si moltiplicheranno. Ma non vi è dubbio che la strada è tracciata e che prima o poi si arriverà al voto digitale, a quella società alla quale pensava Casaleggio quando immaginò il Movimento Cinque Stelle che, nel bene o nel male, a seconda delle posizioni, ha portato tanta innovazione nel sistema politico italiano, prima fra tutti la regola dei due mandati per evitare che il servizio della politica diventasse una professione da tramandare da padre in figlio, da consentire a mogli e mariti, o amanti eventuali, come nelle dinastie reali. Anche se le recenti vicende sembrano aver ricacciato il Movimento nelle dinamiche solite dei partiti.

Evidentemente l’astensionismo dilagante alle tornate elettorali più che indicare un disinteresse nei confronti della politica con la P maiuscola denuncia un disinteresse verso un sistema di partiti che si nutre di cooptati, che ha un livello medio anche culturale molto basso, che segue logiche e riti ormai superati, che non riesce più a parlare con la gente, turris eburnea o fortino assediato, che tenta in tutti i modi di mantenere le posizioni, ma che sa che presto sarà travolto.
E i nuovi cittadini senza cittadinanza, che si vogliono tenere all’angolo, voti congelati, per paura della loro posizione, saranno quella parte del cambiamento necessario in un mondo sempre più colorato, dove esiste una curva normale che al suo interno prevede sia le osservazioni più frequenti ma anche le code della curva dove vi sono quelle meno frequenti, ma che stanno sempre nella stessa curva normale.
Se ne facciano una ragione i Vannacci, siamo tutti diversi ma normali, colorati, appartenenti a quella grande razza che è il genere umano.


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