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Donald Trump ha evitato di fare la fine di altri presidenti Usa, vittime di attentato; ma che questo sia stato un assist alla sua campagna elettorale?


Dopo l’attentato in Pennsylvania, vedremo Donald Trump presentarsi negli eventi della sua campagna elettorale con un vistoso cerotto sull’orecchio ferito di striscio dallo sparo di un cecchino. Trump ha evitato di fare la fine di altri presidenti degli Usa che furono colpiti a morte in occasione di attentati. Il primo ucciso mentre era in carica, all’inizio del suo secondo mandato, fu Abraham Lincoln nel 1865, terzo presidente degli Stati Uniti; poi toccò a James A. Garfield nel 1881; il terzo fu William McKinley nel passaggio al XX secolo. Tutti e tre erano esponenti del Partito Repubblicano.

Nel 1963 a Dallas fu assassinato John F. Kennedy, il presidente della Nuova Frontiera, il solo che insieme a Lincoln è entrato sia nella storia, che nel mito.
Altri presidenti nel Secolo breve sono stati feriti, e gravemente, a colpi di arma da fuoco in attentati, tra cui Ronald Reagan e Gerald Ford. Ma per non farla troppo lunga accontentiamoci dei dati di sintesi. Senza contare il Donald, delle 45 persone che hanno ricoperto la carica di presidente, 13 (ovvero circa il 29%) sono state oggetto di tentati omicidi, o omicidi veri e propri. Per non parlare delle personalità che rappresentavano prospettive di innovazione e di riforme nella vita politica e sociale di quel grande Paese, come Robert Kennedy e Martin Luther King.

La versione ufficiale fornita per questi delitti (nel caso del presidente Kennedy fu istituita persino la Commissione Warren) fu quella dell’iniziativa di un ‘’lupo solitario’’ che aveva sparato per obbedire ai suoi incubi. Il prototipo del killer dei presidenti è il protagonista del film di successo ‘’Taxi driver’’, che lanciò un grande attore come Robert De Niro. Spesso il presunto assassino non ha potuto fornire un contributo alle indagini perché è stato subito eliminato sul posto come è capitato al ventenne identificato dall’FBI come presunto attentatore, un tal Thomas Matthew Crooks, di Bethel Park, Pennsylvania, per giunta repubblicano, trovato cadavere su di un tetto, con addosso una tuta mimetica.

E come avvenne nel caso del più celebre attentatore, quel Lee Oswald a cui furono attribuite incredibili prodezze nell’uso di un fucile neppure automatico, in grado però di sparare pallottole magiche che attraversavano i corpi continuando a ferire persone del seguito.
Anche questa volta, come in altri attentati, le autorità conoscevano la storia personale ed erano pronte a diffondere le notizie ai media pochi minuti dopo i tragici eventi. Oswald fu assassinato in carcere dal titolare di un night club (Jack Ruby) davanti a miliardi di telespettatori.

Nel caso di Trump rimane un dubbio: non è che l’azione fosse predisposta per risolvere i possibili sgraditi esiti delle elezioni di novembre e che, invece, si è rivelata un formidabile assist per il Donald?


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